XIII CONCORSO SAN PIETRO A CESARANO – MUGNANO DEL CARDINALE

XIII CONCORSO SAN PIETRO A CESARANO   MUGNANO DEL CARDINALE

XIII CONCORSO SAN PIETRO A CESARANO   MUGNANO DEL CARDINALE
Il ruolo di Padre Giuseppe Maria Rega nell’azione culturale, religiosa e politica svolta da San Pietro a Cesarano e il significato che la sua figura assume per la comunità di  Mugnano del Cardinale.
Padre Giuseppe Maria Rega  nacque a Mugnano nel dicembre del 1752  secondo il Professore ordinario di Storia moderna Francesco Barra e non nel 1750 come scrive Antonio Jamalio. L’ingegno alacre aggiunto all’indole pia convinse i suoi genitori D. Simone Rega e Porzia di Gennaro ad affidarlo giovanissimo al Cenobio di San Pietro a Cesarano dove ebbe maestri, tra gli altri, Don Agnello Cirillo rainolese, detto  la fonte delle sacre missioni, Don Andrea Ambrosini nolano,
{doctrina et probitate insignis} e Don Antonio Vetrani, baianese, il cui illustre Michele Arcangelo Lupoli proclamava {doctissimus e graecae et latinae colentissimus} e per conoscerlo era venuto appositamente a S. Pietro a Cesarano e si onorava dell’amicizia.  Don Antonio Vetrani inoltre conosceva a memoria quasi tutte le opere di omero in greco che spesso cantava in versi con la sua voce armoniosa. Con tali maestri e con il suo ingegno Giuseppe Maria Rega percorse rapidamente tutti gli studi umanistici e teologici. Ad appena  22 anni  entrato nella sua congregazione e assunto al sacerdozio fu nominato, dal dottissimo e zelantissimo Vescovo monsignor Filippo Lopez y Royo, maestro di filosofia nel seminario di Nola , che a quell’epoca già era il più celebre nel regno di Napoli.  Spesso, per la sua dottrina teologica, fu chiamato col suo maestro e confratello Vetrani in occasioni di pubbliche dissertazioni presso il medesimo Seminario. Poco dopo, lo stesso vescovo lo chiamò all’impegnativo incarico di esaminatore sinodale e in una strenua controversia teologica sorta nella Diocesi Nolana, fu membro del Collegio arbitrale, contribuendo con la sua dottrina e la sua eloquenza a dirimere prontamente l’accanita polemica.  Poi, a trenta anni insegnò Lettere nel proprio sodalizio, di cui poco dopo fu Rettore e riordinatore. Il ruolo più attivo e fecondo di Padre Giuseppe Maria Rega nell’azione religiosa,  secondo lo spirito e la vocazione dei padri di S. Pietro a Cesarano e  ‘la santità della sua educazione’ , fu quello della predicazione e delle missioni popolari che si numerano in centoventi e più missioni nelle più cospicue città del Sannio e della Campania con infinito vantaggio dei fedeli.  Lo ebbero come  apprezzato quaresimalista molte città tanto che i suoi tridui, le sue novene, le sue prediche ritenute un modello di sacra eloquenza furono testimoniate nel pellegrinaggio che per tre giorni consecutivi mosse una fiumana di gente da tutti i paesi vicini alla storica chiesetta di S. Pietro a Cesarano per visitare la povera bara, dove giaceva la venerata salma di D. Giuseppe Maria Rega morto in sembianze di santo. Il significato che assume la  figura di Padre Giuseppe Maria Rega per la comunità fu la nomina a parroco titolare di Mugnano  in tempi in cui la parrocchia rappresentava ancora l’entità morale e civile della Comunità. Senza mai ingenerarsi nelle cose del Comune laico fece parere verissimo l’aforisma del tempo ’ un buon parroco essere la benedizione del paese.’ Infatti per rendere del tutto indipendente la Chiesa Mugnanese dal governo feudale dell’Annunziata  ottenne che il Comune se ne  addossasse il mantenimento con l’assegno annuo di ducati centoventi che furono stanziati in bilancio la prima volta nel 1814. Fu come la creazione di un diritto consuetudinario che contribuì alla completa autonomia del Comune. Gli alunni affidati alla sua azione culturale furono nella loro riuscita una viva testimonianza  della vastità delle teologiche conoscenze di Padre Giuseppe Maria Rega.  Con Don Antonio Vetrani e Padre Giuseppe Maria Rega il Cenobio di S. Pietro a Cesarano giunse alla sua maggiore celebrità nonostante si trovasse ad attraversare il periodo del 1799 e la breve vita del  decennio francese che per gli ordini monastici fu molto fortunoso.  Infatti a  Mugnano si svolse una delle più cruenti battaglie fra realisti e repubblicani.
Il 28 maggio di quell’anno  nutriti gruppi di realisti locali armati ed organizzati da alcuni sacerdoti e da notabili di fede borbonica inflissero una sanguinosa sconfitta ad una colonna dell’esercito repubblicano guidata dal generale Agamennone Spanò il quale solo miracolosamente riuscì a salvarsi dopo aver lasciato sul terreno oltre cinquecento dei suoi uomini. Ma proprio in omaggio alla sua povertà, alla sua dottrina e all’essersi tenuto sempre lontano da politiche e temporali ingerenze, non fu mai molestato il Cenobio di S. Pietro a Cesarano. Anzi pare che godesse la piena fiducia del Governo Francese in Napoli, perché qualche volta gli si rivolgeva per accertare il passato politico dei cittadini mugnanesi. Consta che i buoni padri di S.Pietro a Cesarano difesero sempre i denunziati, e forse nel difenderli avranno pure mentito, ma fu per carità cristiana e di patria, poiché nessuno, che non fosse stato un vile o un illuso, poteva rassegnarsi allo scempio che i conquistatori francesi facevano dell’Italia, specie nelle nostre province. L’esempio che ci tramanda D. Giuseppe Maria Rega è nelle parole dell’atto testamentario in cui l’umiltà e la coerenza che lo hanno accompagnato nell’amare la povertà, la missionarieta   e la regola continuino con la preghiera reciproca e la misericordia che Papa Francesco oggi ci chiede.