Il mojito in spiaggia un “nido di batteri”. A lanciare il sasso nello stagno delle infuocate estati balneari un’inchiesta di El Pais su quelli venduti da ambulanti irregolari

Il mojito in spiaggia un nido di batteri. A lanciare il sasso nello stagno delle infuocate estati balneari un’inchiesta di El Pais su quelli venduti da ambulanti irregolari

E’ uno dei cocktail alcolici più in auge da anni a questa parte, forse il numero “1” tra quelli venduti in spiaggia. Si tratta del mojito: il mix d’origine cubana composto nelle sue tante varianti da rum, zucchero di canna, succo di limetta, foglie di mentastro verde (hierba buena a Cuba), acqua gassata e tanto ghiaccio frantumato. E proprio per la sua diffusione amplissima in ogni località del globo, e l’esplosione del consumo che raggiunge picchi massimi in estate ed in particolare sulle spiagge, che da qualche tempo si assiste al fenomeno di più o meno improvvisati venditori di cocktail che con banchetti quasi in riva al mare o con dei chioschietti sulle strade delle migliori località balneari fanno concorrenza spietata ai gestori di bar e locali “regolari” dove i prezzi sono diventati impraticabili per i più, in special modo per la platea dei giovani, e variano da un minimo di 8 euro sino ad arrivare a 20 a bicchiere, salvo le promozioni speciali di megamoijto presentati in secchielli da 1, 2 e fino a 5 litri con un’infinità di cannucce per sorbirlo. Un’inchiesta pubblicata in data odierna da El Pais, uno dei principali quotidiani spagnoli, lancia quasi un’allerta ai consumatori: i mojito venduti sulle affollatissime spiagge dell’estate spagnola da venditori ambulanti irregolari sono un vero e proprio “nido di batteri”. Il quotidiano ha fatto analizzare mojitos, panini e sangria comprati sulla spiaggia della Barceloneta, a Barcellona. Il risultato è senza appello. Nelle bevande sono stati trovati batteri fecali E.Coli in proporzioni “molto più alte di quelle consentite”. Nel mojito è stato rilevato un valore di 720 coliformi, 72 volte superiore a quello autorizzato. Nel panino con formaggio e prosciutto il valore era di 1.000 contro un valore di 6 mila coliformi contro il massimo consentito di mille. Un’indagine che dovrebbe invitare a riflettere il pubblico delle spiagge italiane, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, dove il fenomeno della vendita ambulante di alcolici, seppur ancora non troppo diffuso, risulta essere in crescita nelle località balneari più gettonate dai giovani, che pur di risparmiare qualcosa sono disposti a mettere da parte le esigenze igieniche. Al di là degli appelli a non consumare alcol, specie tra i ragazzi che non smetteremo mai di lanciare, non ci resta, quindi, che auspicare maggiori controlli da parte delle autorità sanitarie per effettuare le opportune verifiche sugli ambulanti di cocktail e di vivande.