ALIMENTAZIONE & SALUTE. Functional Food

ALIMENTAZIONE & SALUTE. Functional Food

ALIMENTAZIONE & SALUTE. Functional Food

a cura del dott. Stefano Scafuri

Il concetto di alimenti funzionali ha avuto origine in Giappone. Negli anni ‘80, le autorità sanitarie di questo Paese hanno riconosciuto la necessità di migliorare la qualità della vita parallelamente all’incremento dell’aspettativa di vita di un numero crescente di anziani per poter controllare i costi sanitari. È stato introdotto, dunque, il concetto di alimenti specificamente sviluppati per favorire la salute o ridurre il rischio di malattie. In questo momento di grande attenzione al tema dell’alimentazione grazie all’Expo 2015  – di ancora più grande confusione sul mercato a causa di falsi miti e forse della ricerca ossessiva dell’alimento “scandalo” – mi è sembrato opportuno focalizzare l’attenzione sulla legislazione in materia alimentare. Una precisa definizione da parte della legislazione europea riguardo l’alimento funzionale non esiste ancora. In generale, un alimento può essere considerato funzionale se dimostra in maniera soddisfacente di avere effetti positivi su una o più funzioni specifiche dell’organismo, che vadano oltre gli effetti nutrizionali normali, in modo tale che sia rilevante per il miglioramento dello stato di salute e di benessere e/o per la riduzione del rischio di malattia. Affinché i potenziali benefici per la salute degli alimenti funzionali si concretizzino, occorre una chiara comprensione da parte dei consumatori e un elevato livello di fiducia nei criteri scientifici adottati per documentare gli effetti e le proprietà salutari. In Giappone nel 1991 è stato definito il concetto di “Foods for Specified Health Use” (FOSHU). Gli alimenti classificati come FOSHU devono essere approvati dal Ministro della Salute e da quello del Welfare, previa presentazione di evidenze esaustive e scientificamente fondate a sostegno delle proprietà di tali alimenti nell’ambito di una normale dieta. Nell’Unione Europea non esiste una legislazione armonica sugli health claims (i messaggi che affermano, suggeriscono o implicano una relazione tra un alimento, o un suo componente, e la salute), il che significa che vengono regolamentati a livello nazionale. In base all’attuale quadro normativo, la sfida per i Paesi membri consiste nel comunicare messaggi che evitino qualsiasi riferimento alla riduzione del rischio di malattia, anche qualora tali affermazioni siano avvalorate da prove scientifiche. La legislazione europea in materia di etichettatura vieta di attribuire a qualsiasi alimento la proprietà di prevenire, trattare o curare una malattia dell’uomo o di fare riferimento a tali proprietà. Gli alimenti funzionali sono alimenti, non sono integrazioni dietetiche e dimostrano la loro efficacia nelle quantità normalmente consumate nella dieta. Funzionale può essere un alimento integrale naturale, un alimento a cui è stato aggiunto un componente, o un alimento da cui è stato eliminato un elemento con mezzi tecnologici o biotecnologici. Può anche trattarsi di un alimento in cui è stata modificata la natura di uno o più componenti, o la biodisponibilità di uno o più elementi, o una qualsiasi combinazione di queste possibilità. Può essere destinato alla popolazione in genere o a gruppi specifici di persone che possono essere definiti, per esempio, in base all’età o alla costituzione genetica. I componenti impiegati per formulare un prodotto funzionale sono numerosi: antiossidanti, fibre vegetali, Sali minerali, probiotici, prebiotici, fitosteroli, grassi polinsaturi omega 3. L’alimento funzionale non modifica le proprie caratteristiche organolettiche rispetto agli analoghi alimenti tradizionali; hanno un’azione probiotica, grazie a microorganismi vivi che raggiungono l’intestino dove si moltiplicano ed esercitano azione benefica, prebiotica, sostanze presenti negli alimenti vegetali non digeribili che stimolano crescita di uno o più ceppi batterici, oppure simbiotica, dovuta alla contemporanea presenza in un alimento di probiotici e prebiotici. L’Azione Concertata della UE sostiene lo sviluppo di due tipi di health claims per gli alimenti funzionali, che devono sempre essere validi nell’ambito dell’alimentazione nella sua globalità e devono riferirsi a quantitativi di cibo normalmente consumati in una dieta. Tali health claims sono:

  1. TIPO A: claim correlati al “miglioramento di una funzione biologica” in riferimento a specifiche attività fisiologiche, psicologiche e biologiche che vanno oltre il loro ruolo accertato nella crescita, nello sviluppo e in altre normali funzioni dell’organismo.
  2. TIPO B: claim correlati alla “riduzione del rischio di malattia” che si riferiscono al consumo di un alimento o di un componente alimentare che potrebbe contribuire alla riduzione del rischio di una data malattia o ad uno stato patologico grazie a specifici nutrienti o non nutrienti in esso contenuti (per esempio il folato può ridurre, in una donna le probabilità di avere un figlio con difetti del midollo spinale e un apporto sufficiente di calcio può contribuire a ridurre il rischio di osteoporosi nell’anzianità).

Gli alimenti funzionali, consumati nell’ambito di una dieta e di uno stile di vita equilibrato, offrono grandi potenzialità nel miglioramento della salute e/o nel contribuire alla prevenzione di determinate malattie. La questione degli health claims sta assumendo un’importanza crescente e vi è ampio consenso sulla necessità di un quadro normativo UE che tuteli i consumatori, favorisca il commercio e promuova l’innovazione del prodotto nell’industria alimentare.