AVELLINO. Il giornalista Gianluca Martone contro l’aborto. Ecco la sua iniziativa dinanzi all’ospedale Moscati di Avellino in programma il 22 aprile

AVELLINO. Il giornalista Gianluca Martone contro laborto. Ecco la sua iniziativa dinanzi allospedale Moscati di Avellino in programma il 22 aprile

Con un messaggio pubblico il giornalista avellinese sarà protagonista di una iniziativa atta a sensibilizzare l’opinione pubblica contro l’aborto. Ecco il suo appello:

“Informo tutti i cittadini di Avellino che il giorno 22 aprile  dalle ore 8.30 alle ore 12.30 il sottoscritto Gianluca Martone, giornalista del “Mezzogiorno Quotidiano”, collaboratore dell’associazione Onlus “Pro Vita” e referente di Benevento, Napoli, Avellino, Campobasso dell’associazione “Ora et Labora in difesa della vita”, stazionerò davanti all’ingresso dell’ospedale “San Giuseppe Moscati” sito in Contrada Amoretta per volantinare in riparazione al grave delitto dell’aborto chimico e chirurgico. Invito pertanto tutti gli uomini e le donne di buona volontà a parteciparvi, per difendere la vita fin dal concepimento”.

Alcuni anni fa, il grande San Pio da Pietrelcina disse: Il giorno in cui gli uomini, spaventati dal, come si dice, boom economico, dai danni fisici o dai sacrifici economici, perderanno l’orrore dell’aborto, sarà un giorno terribile per l’umanità. Perché è proprio quello il giorno in cui dovrebbero dimostrare di averne orrore. L’aborto non è soltanto omicidio ma pure suicidio della razza umana, se con l’occhio della ragione, si vedesse“la bellezza e la gioia” della terra popolata di vecchi e spopolata di bambini: bruciata come un deserto. Se si riflettesse, allora si comprenderebbe la duplice gravità dell’aborto: con l’aborto si mutila sempre anche la vita dei genitori. Questi genitori vorrei cospargerli con le ceneri dei loro feti distrutti, per inchiodarli alle loro responsabilità e per negare ad essi la possibilità di appello alla propria ignoranza. I resti di un procurato aborto non vanno seppelliti con falsi riguardi e falsa pietà. Sarebbe un abominevole ipocrisia. Quelle ceneri vanno sbattute sulle facce di bronzo dei genitori assassini. Difendere il sopraggiungere dei bambini al mondo è sempre un atto di fede e di speranza nei nostri incontri con Dio sulla terra”.