BAIANO. Premio “Galante Colucci”, bilancio di un’esperienza innovativa per il territorio. La filiera e la sussidiarietà che funzionano: istituzioni, scuola e associazioni. In cantiere la seconda edizione dei “Mai D’Argento”

BAIANO. Premio “Galante Colucci”, bilancio di un’esperienza innovativa per il territorio. La filiera e la sussidiarietà che funzionano: istituzioni, scuola e associazioni. In cantiere la seconda edizione dei  “Mai D’Argento”

La storia e le prospettive dell’economia agro-alimentare del territorio sono le tematiche caratterizzanti del concorso di idee indetto per la primavera del 2018

di Gianni Amodeo           

BAIANO. Premio “Galante Colucci”, bilancio di un’esperienza innovativa per il territorio. La filiera e la sussidiarietà che funzionano: istituzioni, scuola e associazioni. In cantiere la seconda edizione dei  “Mai D’Argento”Griglia di valutazione e bilancio sociale per la prima edizione del Premio “Galante Colucci” per il conferimento dei “Mai d’Argento”. Due passaggi, tracciati a poco meno di un mese, dalla conclusione dell’evento che é venuto vivendo in articolate e varie fasi tra i mesi invernali dello scorso anno e il 19 marzo dell’anno in corso, il giorno della proiezione in video nel Teatro “Biancardi”, ad Avella, sia degli elaborati grafico-pittorici che delle produzioni audiovisive, fotografiche e filmiche, incentrate sul tema del Concorso di idee “I Mestieri del Maio” costitutivi dell’ Economia del legno per lungo tempo una delle articolazioni caratterizzanti – rientrando le altre nell’agricoltura intensivo- promiscua e nella pastorizia, con le filiere delle attività conserviere delle carni insaccate e della solforazione delle ciliegie, attualmente in parte dismesse e in parte evolutesi e ben presenti nel rendere vitale il tessuto delle piccole e medie imprese locali – la cultura materiale delle comunità locali; passaggi di bilancio focalizzati nell’assemblea, a cui hanno partecipato i rappresentanti dell’Associazione “Maio di Santo Stefano” e del Circolo socio-culturale “L’Incontro” che hanno promosso ed organizzato l’evento e svoltasi nei locali del sodalizio di via Luigi Napolitano.

Unanimi e condivisi in pieno gli elementi connotativi, con cui il “Galante Colucci” ha tagliato il primo traguardo di un percorso, che negli auspici generali si prefigura possa essere di lunga traiettoria da alimentare con graduali e progressivi arricchimenti tematici. Ed eccone il prospetto di sintesi, con cui sono avvalorati gli obiettivi programmati e in larga misura realizzati.

BAIANO. Premio “Galante Colucci”, bilancio di un’esperienza innovativa per il territorio. La filiera e la sussidiarietà che funzionano: istituzioni, scuola e associazioni. In cantiere la seconda edizione dei  “Mai D’Argento”Il primo elemento é costituito dall’impronta della territorialità conferita alla manifestazione, ispirata dal culto arboreo dei Mai, fattore unificante delle tradizioni popolari e popolaresche dei sei comunità, a cui formalmente corrisponde l’Unione intercomunale del Baianese e dell’Alto Clanio, ma ancora ferma nei box delle intenzioni, se non sulla soglia del fermo-zero a circa due anni dall’istituzione con l’insediamento del Consiglio generale, rispetto all’assetto istituzionale e di soggetto giuridico che avrebbe dovuto assumere per il progressivo approdo alla Municipalità unica; approdo che é nell’ordine esistente delle cose, ma, per le omissioni della politica, continua ad essere frammentato in sei distinte forme municipaliste ormai prive di ragion d’essere sia nel profilo politico ed amministrativo, sia per la diversificata fiscalità di oggettivo corto respiro e “affannata” nelle entrate, con cui i servizi pubblici e sociali sono ridotti all’essenziale e molto al di sotto dei  minimi sindacali. Una condizione, che disattende le risposte dovute alla domanda della qualità di vita civile; qualità, che si lega allo sviluppo delle relazioni e dell’attiva solidarietà e alle iniziative che abbiano serio spessore culturale. E si è appena nel Terzo Millennio della società aperta e della globalizzazione.

Il secondo elemento salda la territorialità, quale parte integrante dell’identità sociale e storico-culturale delle comunità locali, alla filiera delle Istituzioni, con il caposaldo rappresentato dai tre Istituti scolastici comprensivi dell’area, le cui dirigenze e corpi docenti hanno intercettato, recepito e fatto proprio lo spirito più autentico dell’iniziativa, destinata in via prioritaria alle nuove generazioni, sollecitandone la creatività per “leggere, “rappresentare” e “narrare” con i “loro” linguaggi la realtà che vivono e, in particolare, quello ch’è stato il mondo dei mestieri dell’ economia del legno, di cui i Mai sono l’icona simbolica, alimentata dai boschi del Litto, del Monte Arciano e dei Monti Avella. Una filiera, quella degli Istituti scolastici comprensivi ben operativa nelle dinamiche di sinergia sviluppate, grazie all’impulso impresso dai dirigenti, il professore Salvatore Morriale, la professoressa Luigia Conte e la professoressa Giuseppina Ambrosino, rispettivamente alla guida del “Giovanni XXIII”, del “Manzoni” e del “Monsignor Pasquale Guerriero”, integrata dagli apporti delle civiche amministrazioni nella condivisione della validità dell’iniziativa, evidenziati l’11 marzo nella cerimonia di premiazione nell’Auditorium della “Parini” dagli articolati ed incisivi interventi dell’avvocato Marco Santo Alaia, sindaco di Sperone, dell’avvocato Domenico Biancardi, sindaco di Avella, del dottor Nicola Masi, sindaco di Quadrelle e di Enrico Montanaro, sindaco di Baiano. Come dire che Scuola e Istituzioni amministrative locali hanno trovato modalità d’interazione proficua, nel riconoscere le valenze della sussidiarietà, a cui si sono ispirati e conformati i sodalizi che hanno promosso il “Galante Colucci”.

PRODUZIONI DI ORIGINALE CREATIVITA’ E QUALITA’. SPERONE E IL MODELLO DI LABORATORIO DI SCRITTURA          

BAIANO. Premio “Galante Colucci”, bilancio di un’esperienza innovativa per il territorio. La filiera e la sussidiarietà che funzionano: istituzioni, scuola e associazioni. In cantiere la seconda edizione dei  “Mai D’Argento”I circa 200 elaborati prodotti, a titolo individuale o di gruppo, dai ragazzi e dalle ragazze dei sei plessi degli Istituti comprensivi, costituiscono il dato partecipativo che ha superato di gran lunga le più rosee aspettative dei sodalizi promotori del “Galante Colucci”. Una testimonianza di “buona e viva scuola” calata con capacità di servizio nella realtà, in cui opera. E il tasso qualitativo degli elaborati è risultato di buon livello,con punte di eccellenza, sia nella produzione dei racconti, dei bozzetti come delle interviste e delle composizioni poetiche, per non dire dell’originalità degli audiovisivi, dei disegni a mano libera, dei report fotografici, delle scenografie raffiguranti la vita dei boschi con i taglialegna, le raccoglitrici delle fascine, i carbonai riprodotti in realistica miniatura e via seguendo.

Un segnale di limpido e gran pregio, quello lanciato dai ragazzi e dalle ragazze; segnale, di cui l’apice di spiccato significato e sicuro interesse si ritrova nell’agile e gradevole testo collettaneo, prodotto dal Laboratorio di scrittura del plesso della Scuola media dell’ItcGiovanni XXIIIdi Sperone, coordinato dalla professoressa Anna D’Avanzo; testo -fatto pubblicare- a proprie spese dai docenti e dalle docenti dello stesso plesso- nel quale i piccoli autori e le piccole autrici fanno rivivere, con le modalità del cristallino fraseggio del bozzetto veristico e della magica favola della poesia in vernacolo o in lingua, i mestieri e la vita della comunità di un tempo. Una bella trama, quella de “Il Maio e i suoi mestieri. Viaggio nelle nostre radici tra racconti e poesie”, con prefazione della professoressa Elvira Tortora, vice-sindaco, con delega assessorile per le politiche ambientali.

E se il bingo premiale della scrittura dei “Mai d’Argento” è risultato meritato appannaggio del plesso speronese dell’Itc “Giovanni XXIII”, quello degli elaborati grafico-pittorici ha gratificato il plesso della “Parini” di Baiano, che ha condiviso il bingo delle arti plastiche e scenografiche con i plessi di Mugnano del Cardinale, Sirignano e Quadrelle, afferenti all’Itc “Manzoni”; e quest’ultimo ha centrato anche il bingo per la produzione degli audiovisivi e degli album dei reportage fotografici, esibendo, per di più, il classico “carruocciolo”, un tempo adibito per il trasporto delle fascine, dedicate ai liberatori Falò dei Mai. Un gioiellino di locomozione integralmente ligneo, incluse le ruote, opera e fattura ingegnose del dodicenne Paolo Masucci.

OBIETTIVO APERTO SULL’EDIZIONE 2018

Sono note di positività ben evidenti, che, nel coniugare soprattutto la conoscenza delle identità storiche dei territori insieme con la cultura dell’ambiente e, della dedizione al lavoro delle comunità, fanno confermare l’impianto complessivo del “Concorso di idee per i Mai d’Argento”,   con la classiche sezioni già adottate e sperimentate con destinazione precipua verso gli Istituti scolastici comprensivi del territorio, e possibile ampliamento alla partecipazione degli Itc dell’ area nolana. Confermata la sezione dei fuori-concorso, per i cultori- senza distinzioni di età- delle tradizioni dei Mai, che sono generalmente ambientalisti a caratura piena e collaudati scalatori di montagne e vette, con la fedele … compagnia di macchine fotografiche e video-camere ad alta definizione. Le produzioni delle sorelle Marialaura e Rosalinda Conte, Stefano Lanziello, Pio Stefanelli, Michele Amato e Antonio Fasolino parlano da sole per l’eccellenza delle immagini e il pregiato montaggio in sequenze narrative, con musiche ben selezionate. E viene introdotta la sezione di saggistica per gli studenti universitari e i giovani laureati.

Sono, quelle delineate, le scie su cui si … struttura il cantiere già aperto per l’edizione dei “Mai d’Argento” per la primavera del 2018, con il tema di trattazione generale che é incentrato sull’ Economia dell’agroalimentare e degli insaccati di carni suine e bovine, tra il passato e le prospettive attuali e del futuro sul territorio. Un tema, che costituisce anche un atto di doverosa riscoperta e di tributo di riconoscenza al lavoro delle donne che sono state per almeno un secolo le vere artefici dei circa quaranta opifici, di piccolo e medio cabotaggio e a conduzione famigliare, diffusi sul territorio e specializzati nella lavorazione delle carni insaccate e della solforazione delle ciliegie. Le conserviere in senso ampio insieme con “ ‘e cerasare” sono state la generosa manovalanza lavorativa e generosa, quasi sempre mal retribuita e senza diritti sociali e assistenziali, che hanno fatto la fortuna economica dei proprietari degli opifici, allineandosi alle condizioni di vita delle umili raccoglitrici di fascine “ ‘e sarcinielli”, necessari e utili a far funzionare sia “ ‘e carcare” per la produzione della calce che la panificazione domestica e di vendita al pubblico.

Sono le donne, di cui una plastica rappresentanza é data da “Il mondo di Ninuccia”, il bozzetto che si legge nel citato testo scritto dagli alunni del Laboratorio di scrittura dell’Itc “Giovanni XXIII”. Bozzetto letto nel Teatro “Biancardi” dalle professoresse Anna D’Avanzo e Marilena D’Avanzo. E la chiave di lettura del bozzetto è espressa dalle parole, con cui Ninuccia ricorda l’augurio che le donne esprimevano, quando infornavano le pagnotte di pane ricavate dall’impasto lievitato e fatte “crescere” sulle “tavole” avvolte da coperte di caldo tessuto: …”Crisci fum\ crisci pane pe’ tutt’o munno”. Parole, che dicono tutto sui valori e sugli ideali di solidarietà e di senso comunitario aperto e senza barriere di quanti e quante per costume e stile sono vissuti- e vivono- solo ed esclusivamente del proprio lavoro, del “braccio e della mente”, come si usava dire una volta, augurando il bene dell’intera umanità.

A far da corona alla lettura, era l’intervista condotta a Ninuccia, per l’anagrafe Fortuna Napolitano, 86.enne, dalla dott.ssa Giusy De Laurentiis, spigliata e disinvolta conduttrice dell’intera manifestazione. Un quadro di tre distinte generazioni, da quella di Ninuccia, provetta raccoglitrice di fascine, oltre che addetta a far pascolare le mucche di famiglia sugli ampi pascoli montani, a quelle di Anna, Marilena e di Giusy. Tre generazioni di work in progress, da quella dell’umile lavoratrice formata dalla scuola della vita e del lavoro, a quelle di giovani donne, anche madri, e laureate, in serie attivamente nell’esercizio delle professioni. Un salto generazionale evolutivo di poco superiore ai 60 anni.

Per concludere, vanno citati e citate coloro che in primo … piano e dietro le quinte, nel segno del volontariato, hanno reso possibile la realizzazione della prima edizione del “Galante Colucci”, da Enrico Stago a Stefano De Laurentiis, da Stefano e Antonio Guerriero a Gennaro Casoria, da Vincenzo Lippiello a Massimo Scafuri, includendo la delegazione dell’Associazione del “Maio di Sant’Elia profeta”, rappresentata daivertici” Antonio Garardo, Elio Gaglione, Nicola Vigliotti e Pasquale Gaglione. E tra i docenti, menzione particolare spetta a Monica Barbati, Bernardo Colucci, Santina Buoncervello, Simona Passalacqua, Generoso De Gennaro, Giuseppe De Maio, Luisa Damato e Donato Girolamo, con speciale sigillo di merito riservato a Maria Montella per l’ideazione e la realizzazione delle plastiche statuine dei “Mai d’Argento”, raffinate sculture che potrebbero essere assunte ad oggettosimbolo e souvenir dei culti arborei del territorio.

Un supporto, il loro, di professionalità e coinvolgente partecipazione ha conferito la necessaria impronta qualitativa per orientare i ragazzi e le ragazze ad esprimersi con schietta spontaneità e chiarezza di idee. Un percorso lungo il quale si colloca l’intervento della dott.ssa Carmen Loiola, consigliere comunale di Avella, con delega per i beni e le attività culturali; intervento sviluppato nel Teatro “Biancardi”, per dare rilievo all’importanza di “fare sistema e coesione” tra associazioni ed Istituzioni, se si vuol promuovere e valorizzare il territorio con manifestazioni di valore attrattivo, tra cui- spiegava- va annoverato il Concorso dei “Mai d’Argento”. Un giudizio importante, considerata la professionalità della dott.ssa Loiola, impegnata ed operativa per significativi progetti e successi nelle iniziative di promozione del turismo culturale nella Penisola sorrentina, in Calabria e in altri contesti del Sud.