Campania, sanità flop: in 89.000 si fanno operare al nord

Campania, sanità flop: in 89.000 si fanno operare al nord

“Oltre alla pessima immagine che la regione dà di sé in questo modo, c’è anche il fattore economico che grava sulla situazione. È chiaro che un cittadino, nato e cresciuto in Campania e che in questa terra paga le tasse, pretenda e speri di avere l’assistenza di cui legittimamente necessita”. Con queste parole Carlo Spirito, legale dello sportello Malasanità di Federconsumatori, commenta la notizia sulla migrazione dei pazienti che si rifiutano di essere curati nella propria regione.  Secondo la fondazione Gimbe, solo nel 2014 sono state circa 89.000 le persone che hanno fatto richiesta per essere operate al nord. “Non siamo secondi a nessuno e non è giusto si verifichino queste dinamiche – aggiunge Rosario Stornaiuolo, presidente di Federconsumatori –  L’errore medico può esserci ovunque e/o da nessuna parte. L’immagine che si vuole dare della Campania è falsata. Abbiamo grandissimi professionisti anche qui”.

Secondo i dati di Oasi 2014 – Ministero della Salute, e facendo riferimento al 2011-2012, dopo l’aumento significativo dei ticket sulla specialistica, è stata rilevata una riduzione dei tassi standardizzati (per età) delle prestazioni specialistiche (numero medio di prestazioni specialistiche effettuate in un anno per assistibile). La riduzione si è riflessa indifferentemente nei tre settori della specialistica, con alcune contrazioni regionali più accentuate (Lazio e Sicilia per il laboratorio, Campania per l’attività clinica). La spesa sanitaria privata è diminuita dell’1,5% nel 2012 e del 5,3% nel 2013, associandosi alla parallela diminuzione della spesa pubblica. Nel 2014, i conti della sanità pubblica italiana sono tornati quasi del tutto in equilibrio, sebbene vi sia stata una forte disparità tra cittadini residenti nelle diverse Regioni. In Lazio, Campania, Calabria e Sicilia, in particolare – riporta Il Fatto Quotidiano – negli ultimi cinque anni il numero dei medici e degli infermieri dipendenti del Servizio sanitario nazionale è stato ridotto del 15%.

“I nostri cittadini per operarsi vanno sempre di più al Nord – annette e conclude Stornaiuolo – Ciò implica anche spese per le famiglie, disagi psicologici, una differente assistenza in un ambiente con cui non si ha confidenza. È assurdo che non si possa garantire un servizio sanitario dignitoso e brillante ai nostri malati, sempre e comunque. È assurdo che il cittadino non possa o non sappia fidarsi dei medici della propria area. È indecente la magra figura della Campania. È necessario intervenire e modificare questo meccanismo che nuoce gravemente all’immagine della nostra terra”.