Diffamazione, niente carcere per i giornalisti

Diffamazione, niente carcere per i giornalisti

Roma – I giornalisti accusati di diffamazione a mezzo stampa non rischiano più il carcere, ma una pena pecuniaria fino a 50 mila euro. Multa che viene estesa anche alle testate online registrate. Sono due delle principali novità al ddl Diffamazione licenziato questa mattina dall’Aula del Senato. Il provvedimento dovrà tornare alla Camera per il via libera definitivo. L’interdizione dalla professione giornalistica per sei mesi, inoltre, scattera’ solo in caso di recidiva ‘reiterata’, e non ‘semplice’ come previsto fino ad ora. Il ddl introduce anche il diritto all’oblio e quello di rettifica. Per il primo, l’interessato puo’ chiedere ai siti web e ai motori di ricerca l’eliminazione dei contenuti diffamatori e in caso di rifiuto puo’ chiedere al giudice di ordinare la rimozione. Per quanto riguarda la rettifica, invece, deve essere pubblicata gratuitamente entro due giorni dalla ricezione della richiesta, senza risposta, senza commento e senza titolo e menzionando titolo, data e autore dell’articolo da rettificare. L’obbligo di rettifica vale per quotidiani, periodici, agenzie di stampa, per le testate giornalistiche online, che invieranno la rettifica agli utenti che hanno avuto accesso alla notizia cui si riferiscono. La rettifica non va pubblicata se hanno contenuto suscettibile di incriminazione penale o se sono documentalmente false.