LA PAROLA DELLA DOMENICA. “I nostri occhi sono rivolti al Signore”

LA PAROLA DELLA DOMENICA. I nostri occhi sono rivolti al Signore

Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

Il giorno di sabato, nella sinagoga di Nazaret, Gesù si alzò a leggere. Aperto il rotolo, trovò il passo di Isaia: “Lo spirito del Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato!”. Non è semplice caso, ma intervento della divina Provvidenza se Gesù ha aperto questo rotolo e ha trovato nel testo il capitolo che esponeva una profezia su di lui. Se è scritto: “Neanche un passero cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia, perfino i capelli del vostro capo sono contati”, è forse effetto del caso se la scelta del libro di Isaia e la lettura di questo testo esprime proprio il mistero di Cristo? È Cristo infatti che ricorda questo testo: pensiamo dunque che nulla si compie secondo i giochi della fantasia, ma secondo i disegni della divina Provvidenza. “Egli mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio”, dice il Cristo a coloro che non hanno né Dio, né legge, né profeti, né giustizia, né altra virtù. È per questo motivo che Dio l’ha mandato come messaggero ai poveri, per annunciare loro la liberazione, “per rimettere in libertà gli oppressi”.
Dopo aver letto ciò e arrotolato il volume, Gesù si siede mentre tutti, nella sinagoga, hanno gli occhi fissi su di lui: ma anche ora, se lo volete, potete pure voi avere gli occhi fissi su di lui. Volgete lo sguardo del vostro cuore verso la contemplazione della sapienza, della verità del Figlio unigenito di Dio, e avrete gli occhi fissi su di lui.
Beata assemblea, della quale la Scrittura dice che tutti “avevano gli occhi fissi sopra di lui”! Come vorrei che la vostra assemblea potesse ricevere una simile testimonianza! Che tutti avessero gli occhi del cuore occupati a guardare Cristo che ci parla! Quando lo guarderete, la sua luce renderà il vostro volto più luminoso, e voi potrete dire: “Signore, essa ha lasciato su di noi la sua impronta, la luce del tuo volto”.