Scuola: unire elementari e medie, ritorno al prof prevalente e rientro dei docenti al Sud. Così la Lega vuole riformarla

Scuola: unire elementari e medie, ritorno al prof prevalente e rientro dei docenti al Sud. Così la Lega vuole riformarla

Matteo Salvini ha illustrato l’ambizioso programma (di complessa realizzazione) già presentato in campagna elettorale dal responsabile Istruzione, Mario Pittoni. Riforma dei cicli, smantellamento della Buona scuola, graduatoria per le maestre magistrali tra le proposte del Carroccio.

Ieri il segretario della Lega, Matteo Salvini, in conferenza a Strasburgo ha parlato anche di scuola e università. E ha annunciato una riforma dei cicli scolastici: “Uniremo elementari e medie, introdurremo il prof prevalente”, ha detto. Programma ambizioso, il più ambizioso tra quelli presentati dai partiti. Di complessa realizzazione.

· IL MAESTRO-PROF PREVALENTE
La Lega, attraverso il suo responsabile federale all’Istruzione, Mario Pittoni, in campagna elettorale ha dettagliato la riforma possibile: unificazione di cinque anni di primarie e tre anni di medie inferiori in un unico ciclo. Per queste otto stagioni di studio sarà introdotto il cosiddetto “maestro e professore prevalente”. Il professore prevalente, uno soltanto, si occuperà delle materie principali (italiano, storia, geografia, scienze) e seguirà la classe per tutta la durata degli studi. Sarà affiancato dagli insegnanti delle materie specifiche (matematica, lingue, discipline sportive, discipline artistiche, musica). Chiuse le elezioni, lo stesso senatore Pittoni sembra meno sicuro della fattibilità della riforma dei cicli ribadita ieri a Strasburgo da Salvini: “E’ un’idea e non sarà calata dall’alto. Ci stiamo lavorando, ma prima di tutto dobbiamo rimettere la macchina organizzativa del ministero che oggi è ingessata”.

· IL RIENTRO DEI DOCENTI AL SUD
La seconda proposta forte è quella di attivare tutti gli strumenti a disposizione per riavvicinare i docenti al loro territorio. “Continuità didattica” e “continuità affettiva” devono avere la stessa valenza, dice Salvini. Si lavorerà al superamento dell’attuale sistema di reclutamento. Il principio da cui si parte è che gli stipendi degli insegnanti italiani – 1.250 euro netti il mese, considerando quello d’ingresso – non sono adeguati per gestire affitti e trasferte lontane.

· CONCORSI CON DOMICILIO PROFESSIONALE
La Lega vuole tornare ai concorsi su base regionale (non più nazionale): “Il candidato orienterà la scelta sulla regione dove concorrere, lo farà sulla base del proprio grado di preparazione in rapporto alla qualità media degli altri iscritti e dei posti disponibili”, spiega Pittoni. “Un candidato bravo di in una regione dove i bravi sono tanti potrebbe essere spinto a iscriversi nella regione vicina, che magari ha meno bravi e offre più opportunità di lavoro. A quel punto gli iscritti nell’altra regione avranno tutto l’interesse a darsi da fare per crescere professionalmente e non farsi sfuggire l’opportunità”. Lo dice ancora Pittoni.

· VIA LA CHIAMATA DIRETTA
La Lega vuole togliere dall’istruzione italiana la chiamata dei docenti da parte dei dirigenti scolastici, che, seguendo la Buona scuola renziana, possono scegliere gli insegnanti di cui ha bisogno l’istituto all’interno di un bacino predefinito (la convocazione è impropriamente detta “chiamata diretta”). Introdotta con la Legge 107, la chiamata dei presidi è stata sempre contestata da un blocco importante di docenti.

· PRECARI, NIENTE PIÙ STOP DOPO 36 MESI
La Lega vuole abrogare la regola che prevede che dopo 36 mesi da precario, senza assunzione definitiva, il docente non possa proseguire nell’insegnamento. È l’interpretazione, quest’ultima, data dal Governo Renzi nel 2015 alla decisione della Corte di giustizia europea di sanzionare lo sfruttamento dell’insegnamento non stabilizzato: comma 131 della Buona scuola. “Vogliamo restituire il sonno a decine di migliaia di precari”, ancora Pittoni. Per i docenti non abilitati la Lega vuole riattivare i Pas (Percorsi abilitanti speciali), oggi superati dalla Buona scuola. Il ministero ora guidato da Valeria Fedeli su queste questioni ha previsto una serie di concorsi ad hoc, per abilitati e no.

· GRADUATORIA PER LE MAESTRE MAGISTRALI
Per le maestre diplomate che rischiano di non poter più insegnare dopo una sentenza sfavorevole del Consiglio di Stato, la Lega individua la soluzione in una modifica legislativa che estenda anche a queste il principio della “graduazione”, oggi previsto solo per la scuola secondaria. La questione riaccenderebbe lo scontro con le storiche Gae infanzia, laureate e in parte non ancora stabilizzate perché stralciate dal grande piano di assunzione della Legge107. Abilitati dell’infanzia e della primaria andranno inseriti in un elenco che diverrà una sorta di terza gamba rispetto alle graduatorie ad esaurimento e a quelle di merito del concorso 2016. “Sarà così da un lato riconosciuta e valutata positivamente l’abilitazione conseguita in percorsi accademici selettivi e dall’altro riconosciuta la valenza del servizio prestato”.

· SEVERITA’ NEL GIUDIZIO SUGLI STUDENTI
Ripristino del valore educativo della bocciatura. “Scarso impegno e comportamenti scorretti vanno sanzionati sul nascere, prima che degenerino”, dice Pittoni: “Ben vengano strumenti normativi e legislativi idonei a supportare chi fatica, ma senza rinunciare  all’effetto deterrente della ripetizione dell’anno”.