SPERONE. “Non soltanto un cavalcavia”

SPERONE. Non soltanto un cavalcavia

di Armando Sodano

Un passo avanti è stato fatto, ma ora bisogna farne un altro, e lo deve fare, questa volta, la politica. Non appelli, né slogan e né proclami, è ora che la politica faccia davvero il suo mestiere, senza per questo rivendicare meriti se non si è raggiunti l’obiettivo.

La questione della chiusura del cavalcavia, se non altro, ci ha messo davanti all’evidenza: al di là c’è tutto un territorio che abbiamo trascurato, perché la dannata autostrada ce l’ha spezzato in due, trascinandolo tanto in avanti e lontano da farcelo dimenticare. E ci vuole nuocere un’altra volta oggi, procurando danni ancora più gravi nella nostra comunità. Divisioni, spaccature, inimicizie su una questione che dovrebbe, invece, vederci tutti uniti perché il “nemico” non sta qui! È stupido, scusate, persino immaginarlo.

Bisogna andare oltre, superare questa fase per aprirne una nuova. C’è un grande territorio da valorizzare e un’economia da salvaguardare. Su ciò va costruita l’unità per andare oltre ai motivi che oggi ci dividono, disperdendo inutilmente energie in sterili polemiche, che potrebbero, invece, essere sfruttate in modo più prezioso e utile proprio in favore di coloro che stanno subendo ingiusti danni.

Oggi salta agli occhi, essendo evidente, la difficoltà di raggiungimento di quei luoghi, ma domani, a lavori eseguiti, ritorneranno le stesse difficoltà e gli stessi problemi economici ed ambientali del nostro territorio, che distrattamente abbiamo messi da parte per lungo tempo. I nostri prodotti valgono sempre di meno in un mercato sempre più specializzato, e speculativo, mentre le nostre terre subiscono sempre più danni per una scarsa attenzione e organizzazione.
Siccome, si dice, che non sempre i mali vengono soltanto per nuocere, per confermarlo c’è bisogno che la politica sposti in avanti il suo obiettivo, dividendosi sì nei mezzi e nei modi ma unendosi nel raggiungerlo.

Dimentichiamo, quindi, il cavalcavia, perché ad altri spetta il compito occupandosene quanto prima – nessuno lo nega – di metterlo i sesto, e costruiamo, senza lacerazioni e divisioni, un PONTE, un grande ponte verso il futuro del nostro territorio.