VISCIANO. Verso il voto. I nostalgici ricordano ancora le vecchie “battaglie”

VISCIANO. Verso il voto. I nostalgici ricordano ancora le vecchie battaglie

VISCIANO. Verso il voto. I nostalgici ricordano ancora le vecchie battaglieQualcuno, e non ha torto visto la confusione attuale, afferma “erano tiemp bell”, ossia, quando e Visciano c’erano il “Sole Nascente” (PSDI) e la Democrazia Cristiana a darsi battaglia per conquistare la poltrona di sindaco. Vi erano due casate o famiglie storiche chi si fronteggiavano, prima con la “Zappa” e la “Campana” e poi con il “SOLE” e la “CROCE”. Simbolo di questo antagonismo, che qualche volta è andato oltre le parole.  I comizi prima si tenevano in Piazzetta Sacramento (unico centro di raccolta dei Viscianesi) e poi la centrale Piazza Lancellotti, un centro più laico per parlare dei fatti propri e quelli degli altri. Le famiglie che primeggiavano erano quella dei RUFINO, con il capostipite “don Carlo, per molti anni sindaco del paese e i SIRIGNANO con il Preside Umberto, anche lui primo cittadino. Questo clima surreale è stato vissuto fino alla fine degli anni ’80 inizi ’90 con la fine del pentapartito a causa del terremoto, tangentopoli che spazzò via sia la Democrazia Cristiana che il Sole nascente. Ed ecco la fine delle ideologie e il rifiorire delle liste civiche.  L’ideologia allora era sacra ed era difficile che nella stessa famiglia o parenti ci si candidava in liste contrapposte, altrimenti vi era la scomunica del capostipite che era rispettato. In campagna elettorale si litigava VISCIANO. Verso il voto. I nostalgici ricordano ancora le vecchie battaglietra fidanzati o qualcuno si fidanzava con qualcuno di una famiglia numerosa per accalappiare voti. Poi i voti di preti e suore erano determinanti per vincere le elezioni e su questo fronte era favorita la DEMOCRAZIA CRISTIANA, anche perchè si trattava di un voto cattolico mentre gli avversari erano considerati più marxsisti; un clima da don Camillo e Peppone. C’era anche la famosa campana della cappella in piazza, di proprietà, dei Rigoni che spesso veniva fatta suonare a mano per richiamare i cittadini ai comizi in piazza. I dispetti non mancavano, alla campana una volta qualcuno, probabilmente avversario, face sparire il cosiddetto “battaglio” per evitare che questa continuasse a distorcere durante il giorno ma anche la notte. Un clima surreale e forse pensandoci oggi sembra ingiustificabile ai tempi odierni. Ma dicono i nostri anziani: “c’era più rispetto ed educazione in famiglia e tra la gente”. Ormai, quella che si chiama gioventù difficilmente segue ciò che indicano i genitori. Oggi vediamo parenti e anche cugini in liste contrapposte per prendere qualche voto in più. Ormai in campagna elettorale i cosiddetti “colpi bassi” non si risparmiano e sono frequenti. Nicola Valeri