OSPEDALE DI NOLA. (NUOVO) PRONTO SOCCORSO, (VECCHI) PROBLEMI

OSPEDALE DI NOLA. (NUOVO) PRONTO SOCCORSO, (VECCHI) PROBLEMI

Quattro infermieri, tre medici (tra cui un chirurgo) e tre operatori socio-sanitari, sono queste le risorse umane impiegate nel nuovo pronto soccorso dell’ospedale di Nola, una struttura rinnovata di circa mille mq (il “vecchio” pronto soccorso era duecento mq con in dotazione lo stesso personale), inaugurata a sorpresa lo scorso 24 luglio con tanto di benedizione del vescovo di Nola Beniamino Depalma, alla presenza dei massimi vertici aziendali con in testa il direttore generale Maurizio d’Amora.

Una struttura abbastanza ampia dove l’enorme difficoltà a seguire i pazienti da parte dei medici e del personale infermieristico, dovuta essenzialmente alla suddivisione poco funzionale delle stanze, vanifica quei pochi passi in avanti fatti per portare a termine i lavori. Ad aggravare la situazione si aggiunge poi la chiusura del reparto cardine di osservazione breve intensiva per 9 posti letto. E pensare che proprio questo reparto, insieme alla rianimazione e al nuovo complesso delle sale operatorie, avrebbe dovuto dare maggior respiro e funzionalità alle tante criticità della medicina multi specialistica, che sulla carta è da due anni destinataria di altri 16 posti letto, in realtà mai potuti utilizzare in quanto il reparto ha dovuto dare spazio prima alla ristrutturazione della cardiologia ed attualmente a quella dell’ortopedia. Le barelle nel reparto di medicina, che avrebbero dovuto essere solo un vecchio e lontano ricordo del passato, continuano inesorabilmente ad essere pesantemente presenti, peggiorando la qualità di assistenza al paziente.

Un’assurdità che preoccupa non poco il bacino d’utenza – circa 600 mila persone – del Santa Maria delle Pietà di Nola. La punta di diamante che avrebbe dovuto avviare il rilancio del nosocomio cittadino, il nuovo pronto soccorso, affoga intanto nei suoi anacronistici limiti, con personale insufficiente e la mancanza di una riorganizzazione dei servizi ed un censimento dell’intero organico che in alcune realtà ospedaliere (vedi Pollena Trocchia) o distretti sanitari è in esubero, rendendo così sempre più incerto il futuro e la qualità delle prestazioni sanitarie dell’area nolana. Sono in tanti a chiedersi: che ne sarà dell’emodinamica, fortemente voluta dal primario della cardiologia Luigi Caliendo, se alla fine non ci sarà un adeguato e sufficiente personale specialistico? Sono tutti problemi che dovranno essere chiariti al più presto, anche se i vertici aziendali – in scadenza a fine mese – sembrano per ora più presi dalla forsennata ricerca di sponsor utili per le riconferme. Il diritto alla salute è sacro e non può aspettare.

“Il pronto soccorso dell’ospedale di Nola non è efficiente – afferma il sindaco Geremia Biancardi – dispone di personale medico ed infermieristico insufficiente. Chiedo alla politica di fare un passo indietro nell’interesse della collettività, occorre al più presto mettere il presidio ospedaliero bruniano nelle condizioni di operare con personale sufficiente, bloccando le fughe degli operatori ospedalieri verso i distretti sanitari ed utilizzando personale in esubero di alcune realtà poco operative”.

di ra.na.