Lauro. I cimeli di Umberto Nobile andati in fumo nell’incendio della “Città della Scienza” a Napoli

Lauro. I cimeli di Umberto Nobile andati in fumo nellincendio della Città della Scienza a Napoli

Lauro. I cimeli di Umberto Nobile andati in fumo nellincendio della Città della Scienza a NapoliL’incendio doloso che ha devastato la “Citta della Scienza” a Napoli ha distrutto gran parte dei cimeli storici che appartenevano all’eroe dei cieli Umberto Nobile, di origine lauretane. Andati distrutti il brogliaccio di bordo del Dirigibile Norge nonché una divisa dell’aereonautica appartenente allo stesso, un binocolo, filmati inediti, fotografie e tanto altro. Per i più giovani ecco alcuni punti salienti della sua storia. Il colonnello Umberto Nobile dirigeva lo Stabilimento militare di Costruzioni aeronautiche di Roma seguendo con interesse i tentativi di Amundsen, ritenendo che solo un dirigibile avrebbe consentito il lungo volo necessario per superare l’Artico e conquistare il Polo Nord. Nobile incontrò Roald Amundsen a Oslo dopo gli sfortunato tentativi dell’esploratore norvegese e gli propose di organizzare una nuova spedizione con un dirigibile N1 costruito in Italia e adeguatamente rinforzato per poter affrontare il mare polare. 10 aprile 1926 il dirigibile battezzato “Norge” partì da Roma per il lungo viaggio di avvicinamento alla Baia del Re facendo tappa a Pulham, nei pressi di Londra e poi ad Oslo. Dalla Norvegia il Norge fece rotta il 15 aprile fece rotta su Leningrado in Unione Sovietica dove si fermò fino al 5 maggio, per fare un’altra tappa a Vadsö (Norvegia) per rifornimenti, prima dell’ultimo balzo di 1300 km verso la base artica della Baia del Re, raggiunta il 7 maggio. Il polo Nord fu per secoli una meta impossibile alla quale molti esploratori aspirarono. I primi tentativi di cui ci restano testimonianze furono quelli fatti dagli inglesi, nel 1607, con il veliero “Hopewell” al comando del Capitano Henry Hudson che raggiunse la Groenlandia e da qui le coste settentrionali delle odierne isole Svalbard, ma la barriera di ghiaccio impedì all’esploratore di oltrepassare gli 80° 23′ di latitudine Nord.
Nel 1773 gli inglesi ritentarono l’impresa con la nave “Racehorse” guidata da Costantin J.Phipps, che percorrendo la rotta già tracciata dal Capitano Henry Hudson raggiunse gli 80° e 40′ di latitudine Nord.
La conquista del Polo Nord venne ritentata nel 1827 dall’inglese Edward William Perry che fece un tentativo di marcia con cani e slitte ma le profonde fratture della superficie ghiacciata ai margini della calotta polare lo fermarono a 82° 45′ latitudine N.
Il 10 aprile 1926 il dirigibile battezzato “Norge” partì da Roma per il lungo viaggio di avvicinamento alla Baia del Re facendo tappa a Pulham, nei pressi di Londra e poi ad Oslo.
Dalla Norvegia il Norge fece rotta il 15 aprile fece rotta su Leningrado in Unione Sovietica dove si fermò fino al 5 maggio, per fare un’altra tappa a Vadsö (Norvegia) per rifornimenti, prima dell’ultimo balzo di 1300 km verso la base artica della Baia del Re, raggiunta il 7 maggio.  L’11 maggio 1926 il Norge lasciò la Baia del Re dirigendosi verso il Polo Nord. L’equipaggio, era composto da sei italiani (tra cui Nobile col ruolo di comandante), otto norvegesi (tra cui Amundsen), uno statunitense e uno svedese. Alle 1.30 del 12 maggio 1926 il Norge raggiunse il Polo Nord.  La radio di bordo informò il mondo dell’avvenimento, poi il viaggio proseguì sul ghiaccio inesplorato, in direzione dell’Alaska atterrando a Teller, una piccola località dell’Alaska, alle 7.30 del 14 maggio 1926.
In 170 ore di volo erano stati percorsi 13.000 km, da Roma all’Alaska.