AVELLA. Convento, fedeli in preghiera Habemus Frate? Ancora in corso il capitolato.

AVELLA. Convento, fedeli in preghiera Habemus Frate? Ancora in corso il capitolato.

Fino all’11 maggio non si conosceranno ancora le sorti del Convento di Avella ovvero la decisione di assegnare o meno l’attuale sede vacante ad un frate. A Montecalvo Irpino è in corso l’elezione del Ministro Provinciale del Sannio e dell’Irpinia e in quella sede si discute anche in merito alla questione molto delicata. Sono stati consegnati ai frati dei documenti importanti sottoscritti dal Comune di Avella, Comunità Montana e Unione dei Comuni dell’Alto Clanio che si sono resi disponibili a gestire alcune aree del plesso religioso inoltre sono state consegnate anche le firme raccolte dai fedeli e dal Gruppo Scout. Durante le funzioni in corso, tutti i frati hanno salutato il Ministro Provinciale uscente Fr.Sabino che commosso ha fatto una relazione di tutte le attività religiose svolte fino ad ora. Ma i fedeli raccolti in preghiera in queste ore attendono con ansia la notizia, loro vorrebbero che ci fosse un frate come guida spirituale perchè in merito alla gestione non ci sarebbero problemi vista la disponibilità sia delle istituzioni che del popolo che continua a frequentare lo storico ed unico Convento della bassairpinia. Alcune notizie di un eventuale accordo tra ordine dei frati e diocesi di Nola in merito alla presenza dell’attuale parroco di Avella Don Giuseppe anche in Convento, sopraggiungono da Montecalvo, ma l’attendibilità è scarsa. Don Giuseppe, ben voluto dalla gente, celebrerebbe solo alcune funzioni eucaristiche con un evidente sforzo visto che gia è presente in tre parrocchie, in ogni caso potrebbe essere una valida soluzione temporanea sempre in attesa di un frate. Dunque nelle prossime ore bisogna continuare a pregare e sperare che arrivi un segnale forte dall’alto capace di scuotere le coscienze dei frati sia a livello provinciale ma anche generale, le difficoltà per chi decide sono tante. In tutto fa pensare che c’è bisogno di una vera e propria riforma di questo governo ecclesiastico in modo da consentire i trasferimenti dei frati anche da altre province italiane, insomma un apertura e un unione generale. (Michele Amato)