AVELLA. Il presidente Antonio Tulino (Città d’Arte), spara a zero contro la sagra dei “Rami del melo”: “A memoria umana non ricordo una simile scelleratezza”

AVELLA. Il presidente Antonio Tulino (Città dArte), spara a zero contro la sagra dei Rami del melo: A memoria umana non ricordo una simile scelleratezza

AVELLA. Il presidente Antonio Tulino (Città dArte), spara a zero contro la sagra dei Rami del melo: A memoria umana non ricordo una simile scelleratezzaDurissime le parole espresse da parte del Presidente della Fondazione “Avella Città d’Arte”, contro la sagra del castagno e della nocciola organizzata dall’Associazione “I rami del melo”, e di cui stasera si svolgerà la seconda serata. Antonio Tulino spara a zero scrivendo: “Stasera, venerdì 11 ottobre 2013, in Piazza Municipio ad Avella si perpetra un vero abuso da parte di un’ associazione locale, col colposo e passivo comportamento della civica amministrazione, che consente di ridurre il salotto buono del paese a luogo di AVELLA. Il presidente Antonio Tulino (Città dArte), spara a zero contro la sagra dei Rami del melo: A memoria umana non ricordo una simile scelleratezzabivacco. A memoria umana nei primi miei cinquant’anni di vita, non ricordo una simile scelleratezza. Un fuoco alimentato dalla legna, davanti al Palazzo Ducale, sede del Consiglio Comunale, col suo ospite di turno, un grosso calderone, fa da pendant alla fontana, posta al centro dell’emiciclo. La sagra della castagna, in tal modo, col concorso della passiva partecipazione popolare, ripete stancamente una ritualità degli ultimi anni, sebbene si tenti, nel paese, d’introdurre criteri comportamentali in sintonia con principi di civiltà e rispetto ambientale. Protesto vibratamente e mi auguro che la cittadinanza raccolga il mio grido di dolore. Avella merita rispetto e dedizione e se per un giorno la piazza del paese si riduce al ruolo di ” mercato “, gli altri giorni, lo stesso luogo deve trovare cittadini, associazioni e istituzioni uniti in un processo unitario di qualificazione e rispetto dei luoghi e non soddisfare bassi egoismi corporativi che nulla hanno a che fare con la tradizione o la cultura popolare. Io protesto e invito i miei concittadini a fare altrettanto”.