Don Giuseppe Parisi: ” 1 e 2 novembre feste di gioia, luce e speranza”.

Don Giuseppe Parisi:  1 e 2 novembre feste di gioia, luce e speranza.

La speranza esiste ancora! La gioia è ancora possibile! La luce non è una illusione! E’ il coraggio dei santi che le celebra ogni giorno, nonostante la disperazione, il buio, le divisioni e l’odio che inquinano il nostro mondo. Se siamo capaci di uno sguardo positivo, ci accorgiamo che i santi sono tantissimi. Il numero 144.000, usato dall’apocalisse, è un simbolo per indicare una moltitudine sconfinata di santi. Talvolta non ci accorgiamo della presenza dei santi accanto a noi, ma anche noi sicuramente ne abbiamo conosciuti tanti. Tante mamme piene di amore di Dio; uomini miti e pronti a eroici e nascosti sacrifici; giovani leali e generosi; anziani umili e sereni; ammalati pieni di speranza e di bontà sono dei santi sconosciuti. Gesù dice che il santo è ‘’ il povero nello spirito ’’, cioè l’uomo o la donna libero interiormente, che si lascia affascinare più dall’arte di donare che dalla voglia di accumulare. ‘’I miti, i misericordiosi’’ sono santi! Liberi dall’orgoglio e dalla presunzione, fanno dell’umiltà il loro stile di vita. Non odiano e con equilibrio cercano la pace. ‘’I puri di cuore’’ sono santi perché interiormente sono limpidi: non sono prevenuti e non hanno pregiudizi. La gratuità è la loro ‘’specialità’’. Non usano gli altri ma li amano e basta. Santi sono coloro che ‘’piangono e soffrono’’ e sono ‘’perseguitati’’: non sono indifferenti o tiepidi anzi, provano dolore per l’ingiustizia e la violenza che regna nel mondo. Si impegnano e addirittura si sacrificano perché la gioia, la luce e la speranza donino sapore alla storia dell’umanità. I santi sono la seria e concreta testimonianza che Dio è amore e il loro ‘’attaccamento’’ a questo Dio dice la certezza di una vita futura dopo la morte. La commemorazione dei fedeli defunti è un invito chiaro a meditare sul mistero del Regno di Gesù. Un Regno che, come disse a Pilato, ‘’ non è di questo mondo ’’. Con la morte, dunque, ‘’la vita non è tolta ma trasformata’’, perché nella risurrezione di Gesù tutti i credenti partecipano alla vita divina. Che senso avrebbe amare Dio al di sopra di ogni cosa se non ci avesse rivolto ‘’parole di vita eterna?’’.