Musica. “Sinfonia Abellana”: il ritratto sonoro di Avella. Intervista al maestro Oderigi Lusi.

Musica. Sinfonia Abellana: il ritratto sonoro di Avella. Intervista  al maestro Oderigi Lusi.

“Un ritratto sonoro della città attraverso la sua natura, i luoghi storici e le sue rovine che, oltre il tempo, sono giunte fino a noi. La città conosciuta e decantata da Virgilio, ma anche la città in cui sono nato e ho passato la mia infanzia”.        Oderigi Lusi –

L’opera “Sinfonia Abellana” è completa? Ce la può presentare e descrivere? Ho terminato la stesura musicale della Sinfonia “Abellana” op 3. per soli, coro ed orchestra sinfonica da due settimane circa. Manca solo il testo (al quale sta lavorando in questi giorni il mio amico scrittore e cantautore Luciano “Varnadi” Ceriello) che sarà cantato dal coro che ho previsto per l’ultimo movimento intitolato “Oltre il tempo alle pendici del Partenio”.  L’idea del progetto è nata lo scorso Luglio 2014 e come si può intuire dal titolo della Sinfonia, si tratta di un lavoro dedicato alla storia, alle rovine e alle bellezze naturali del mio paese di origine e cioè Avella. Non vi nascondo che con l’embrione del progetto mi si sono presentati subito parecchi dubbi legati sia a questione tecnico-musicali, che a scelte inerenti sulle cose da descrivere e quelle da tralasciare, vista la storia millenaria del paese. Ma la matassa è stata sbrogliata relativamente presto. La Sinfonia è un condensato di emozioni che mi porto dentro da quando adolescente andavo a giocare in luoghi come l’anfiteatro romano e che ora dipingo in musica attraverso la nostalgia del tempo che passa inesorabile. Da un punto di vista musicale ho scelto la forma della sinfonia “descrittiva” dove ogni movimento descrive appunto in musica i vari “soggetti” che ho scelto di raccontare.

Questi i 5 movimenti: 

Movimento I

Alle pendici del Partenio oltre il tempo

Movimento II

Il fiume Clanis, Nux Abellana

Movimento III

Fidelitas, Cippus Abellanum

Movimento IV

L’Anfiteatro, la Necropoli

Movimento V

Oltre il tempo alle pendici del Partenio. 

La partitura della durata di un’ora, prevede una grande orchestra sinfonica (con pianoforte concertante nell’ultimo movimento), coro, soprano, voce femminile non impostata, e un flauto dolce solista che con il suo timbro venuto da tempi passati ci farà da “Cicerone musicale” attraversando i vari movimenti della sinfonia.  In modo molto sintetico voglio descrivervi cosa succede nei vari movimenti: il Primo Movimento si apre con un colore modale dove il flauto dolce, il pianoforte e il bendir ci portano in una dimensione quasi sospesa nel tempo come a voler sottolineare, dalla nascita ai giorni nostri, la presenza millenaria (Alle pendici del Partenio oltre il tempo) del paese. Durante il movimento si svilupperanno i due temi principali della sinfonia e cioè il primo tema “oltre il tempo” e il secondo tema “della Terra Madre”, che riascolteremo, di volta in volta variati, durante la partitura; il Secondo Movimento dal carattere più impressionistico è ispirato al fiume Clanio che in tempi remoti scorreva impetuoso nelle nostre valli e al frutto (nux abellana) che ha reso celebre Avella già ai tempi dei romani. In nux abellana ci sarà una piccola incursione nelle sonorità popolari come a rimandarci ai giorni del raccolto della nocciola; Nel Terzo Movimento (Fidelitas, Cippus Abellanum) ho voluto sottolineare la fedeltà politica e quindi militare di Avella nei confronti di Roma. E’ un movimento di “guerra” dove sonorità molto aspre ci conducono sui campi di battaglia (sui quali Roma ha dettato legge per secoli). Il movimento si chiude con una pace dal carattere inquietante sottolineata ancora una volta dal flauto dolce che dopo la carneficina ci conduce presso l’anfiteatro romano e verso quindi il Quarto movimento. Qui i vari prigionieri di guerra verranno sacrificati a bestie feroci e il loro respiro potrà essere sentito nell’ansimante disegno ritmico di fagotto e clarinetto basso. Dopo la morte le anime saranno condotte, attraverso la voce del soprano solista, nella Necropoli caratterizzata musicalmente da un colore scuro ma spirituale; il Quinto e ultimo Movimento scritto in forma di rondò prevede la presenza del coro che con la sua maestosità vuole sottolineare, attraverso un sunto musicale dei vari temi, la presenza ancora fiera “Oltre il tempo alle pendici del Partenio” del paese. 

E’ la prima opera in cui attraverso la musica riesce a raccontare dei luoghi vissuti in un contesto storico? Sicuramente è il lavoro più importante in questo senso tenendo conto della durata e dell’organico imponente della partitura. Ho scritto in passato altri brani dedicati a luoghi in cui sono stato e che mi hanno suscitato emozioni particolari. Mi viene in mente “Da un viaggio a Petra” a cui sono molto legato (https://soundcloud.com/oderigilusi/02-da-un-viaggio-a-petra). Questo Arabesque è nato dopo aver visitato la città di pietra in Giordania, sicuramente il posto più mistico e spirituale che abbia mai visto in vita mia. Quando scrivo in genere mi ispiro alla natura. Trovo la natura quanto di più poetico ci possa essere: rappresenta la materializzazione della poesia stessa. Quando qualsiasi forma di espressione artistica si avvicina anche minimamente all’esaltazione del bello attraverso un’elevazione spirituale, cosa che nostra Madre Terra ci ripropone da millenni, allora la poesia prende forma. “[…] Non ascoltare i consigli di nessuno, se non del vento che passa e ci racconta la storia […]” (C. Debussy). Credo che i musicisti e i compositori in particolare che abbiano qualcosa da dire, siano degli imbottigliatori di “immagini”. La musica come linguaggio ha un forte potere evocativo, ma, nello stesso tempo, ha la capacità di bloccare delle sensazioni e delle emozioni che possono scaturire da un’esperienza (un viaggio, la lettura di un libro etc.), prima della scrittura stessa. In sintesi, credo che i compositori siano dei fotografi e dei pittori le cui fotografie e i cui dipinti sono fatti di suoni.

Cosa l’ha portato a scrivere quest’opera e quale sarà il suo prossimo progetto? Ho sentito che era il tempo giusto per scrivere un’opera per il mio paese. In genere gli artisti tendono sempre ad esorcizzare l’idea della morte e quindi credo che in questa partitura, inconsciamente, abbia voluto cristallizzare per sempre i posti dove da bambino correvo in bici e dove ho passato gli anni spensierati della mia adolescenza. Non vi nascondo che intorno ai venti anni ho avuto un gran rifiuto per il luogo in cui sono nato (come credo succeda a tutti intorno a quell’ età), ma riflettendo oggi in età più matura, credo che quel rifiuto fosse semplicemente legato ad una mentalità (anche se genuina) con la quale non sono mai riuscito ad avere vibrazioni “simpatiche” per dirla in termini musicali. Non credo oggi la situazione sia cambiata di molto, ma noto con piacere che in paese ci sono delle forze nuove che quanto meno cercano di darsi da fare per portare Avella al giusto piano merita. Ovviamente con questo lavoro (nel mio piccolo) spero di far arrivare il nome di Avella, a persone che magari non ne hanno mai sentito parlare.  Circa progetti futuri posso dire che per ora sono nella fase “calma dopo la tempesta” (creativa ovviamente) che di solito mi dura poco. Vengo da 2 anni di duro lavoro compositivo durante i quali ho scritto 3 lavori impegnativi e di importante durata e dovrei dedicarmi alla loro promozione prima di rimettermi con la matita in mano. Però non voglio fare previsioni, magari domani sarò già alle prese con qualcosa di nuovo.

Grazie Oderigi Lusi 

http://oderigi.wix.com/oderigilusi