PREMIO “Bassairpinia 2014”. E’ la volta di Gennaro D’Avanzo, un avellano a Milano, concorre per la categoria Spettacolo. VIDEO

PREMIO Bassairpinia 2014. E la volta di Gennaro DAvanzo, un avellano a Milano, concorre per la categoria Spettacolo. VIDEO

Caparbio. È l’aggettivo che più di tutti riassume la personalità, sfaccettata, di Gennaro D’Avanzo. Chi lo conosce lo sa: ha una grande energia, un temperamento forte che gli consente di ritrovare l’entusiasmo anche dopo aver vissuto, sulla propria pelle, le situazioni più spiacevoli. E sì che la vita lo ha posto di fronte a una sfida bella tosta, di quelle che ammazzerebbero pure un toro: dover rinunciare, contro la sua volontà, alla gestione del Teatro San Babila; dire addio alla sua creatura, a un’esperienza lunga oltre trent’anni che gli ha dato enormi soddisfazioni. Come riemergere da una delusione così cocente? Con la caparbietà, appunto. Ha preso armi e bagagli e, dopo un po’ di porte sbattute in faccia, finalmente l’opportunità di proporre di nuovo i suoi spettacoli al Politeatro di viale Lucania.

Ora, vi pare che un uomo come lui, vulcano di idee perennemente teso ad ampliare i propri orizzonti, potesse limitarsi al Politeatro? Assolutamente no. Difatti ha messo in piedi pure una grande iniziativa per l’estate milanese: “Spettacoli ai Chiari di luna” è una rassegna che si è tenuta  all’Idroscalo dal 15 giugno al 31 luglio. Due gli spazi che hanno ospitato le innumerevoli performance in cartellone: il Teatro Walter Chiari e il Teatro sull’Acqua. Lì sono sfilati artisti di grande spessore culturale – Giorgio Albertazzi, Enrico Intra, la Compagnia dei Legnanesi – ma anche i beniamini del vasto pubblico – Max Pisu, Paolo Migone, Alberto Patrucco, Pino Insegno; gli amanti dell’opera potranno godersi La traviata e Cavalleria rusticana, mentre Franco Oppini ha dispensato emozioni con la colonna sonora dei favolosi anni Sessanta.

È un periodo in cui sei particolarmente attivo. Da dove scaturisce tutta questa energia?
«Semplicemente dalla volontà di non morire. Ho capito che, dopo la vicenda molto dolorosa del San Babila, bisognava rimboccarsi subito le maniche e ricominciare daccapo. Quando capitano degli eventi spiacevoli hai modo di capire chi sono gli amici veri e quelli falsi: padre Bruno Gonella, che mi ha aperto le porte del Politeatro consentendomi di portare in scena il cartellone che avevo preparato, è un amico vero. La stagione ha avuto successo e sono molto soddisfatto: portare la gente a teatro in una zona decentrata di Milano era un’impresa tutt’altro che facile».

Da Avella sei riuscito a conquistare la tua bella fetta di consensi nel capoluogo lombardo. C’è qualcuno che, nei primi tempi, non accettava il successo di un meridionale a Milano?
«In molti non accettavano che riuscissi a farmi strada. Dicevano sempre: “Questo non mangerà il panettone”. La verità è che di panettoni , in tutti questi anni, ne ho mangiati e pure tanti».
Per fortuna hai una vita frenetica, zeppa di impegni. Ma c’è un momento della giornata, magari la notte prima di prendere sonno, in cui ripensi al San Babila?
«Purtroppo non solo la notte. È un pensiero molto doloroso, che mi insegue anche durante il giorno. Però ho molta fede: sono convinto che ci sia un disegno trascendente sopra di noi; credo che queste belle occasioni professionali – Politeatro, Idroscalo, Abbadesse – siano la moneta con cui il Signore ha voluto ricompensarmi per tutte le sofferenze».
La tua verve recitativa emerge sempre, anche quando introduci gli spettacoli prima dell’ingresso degli artisti. In passato hai fatto l’attore con ottimi risultati: c’è speranza di rivederti in quel ruolo?
«La mia passione per la recitazione viene da lontano, anche mia madre aveva un temperamento artistico. Non dimenticare che a vent’anni sono entrato all’Accademia d’Arte Drammatica dopo aver superato una selezione molto dura. Poi la vita dell’attore era difficile, non si riusciva a sbarcare il lunario, così è cominciata l’avventura da direttore artistico. Però io so di avere una presenza scenica che cattura. Quindi chi lo sa? Non è mica da escludere che in futuro calcherò nuovamente le scene da protagonista».

<<Vi ringrazio molto ancora per avermi scelto come candidato allo spettacolo per il premio Bassa Irpinia, però come detto ieri, alcune disparità di trattamento, avrei voluto avere lo spazio che avete dato agli altri, io da Milano sono onorato e i miei contatti hanno votato,ma vedo che sta diventando una lotta impari. Auguri al vincitore. Io posso essere soddisfatto dei voti>>. Questo il messaggio che bassairpinia ha ricevuto dal proprio conterraneo, ma sappi caro Gennaro che le votazioni sono lunghe e si chiuderanno solo il 30 novembre e ci sarà modo di far conoscere ai tuoi vecchi concittadini avellani e del bassa irpinia le tue grandi doti, che purtroppo, se ne avvantaggia una Milano molto lontana dalla nostra terra, ma chissà in un futuro che qualcosa possa cambiare. Un in bocca al lupo  da bassairpinia.it