BAIANO. Reduce dalla Cina, Beatrice Vecchione ospite eccellente all’”Incontro”. La giovane attrice del “Carignano” di Torino racconta le sue esperienze artistiche

BAIANO. Reduce dalla Cina, Beatrice Vecchione  ospite eccellente  all’”Incontro”. La giovane attrice del “Carignano” di Torino racconta le sue esperienze artistiche

di Gianni Amodeo. Fotoservizio di Enrico Stago

BAIANO. Reduce dalla Cina, Beatrice Vecchione  ospite eccellente  all’”Incontro”. La giovane attrice del “Carignano” di Torino racconta le sue esperienze artisticheGiovane di ventitré anni, Beatrice Vecchione, ha intrapreso il severo ed impegnativo cammino dell’interpretazione delle opere del teatro classico antico  e della contemporaneità; cammino di passione, dedizione e studio, che le ha già permesso di approdare nei ranghi di cast del  prestigioso Teatro stabile “Carignano” di Torino. Un approdo di merito e di eccellenza , che le rende onore e che, nello stesso tempo, si profila quale viatico  ben promettente per gli orizzonti che dischiude nelle prospettive di alto profilo nella carriera d’arte, così come attesta l’appena conclusa tournée, che l’ha condotta in Cina, recitando sui palcoscenici dei teatri di Pechino e Shanghai.

Un’esperienza straordinaria, quella compiuta nella Grande Terra del Dragone, in cui il cast dello “Stabile” torinese ha proposto per la regia di Leone Muscato , con successo di pubblico e critica, la  “messa in scena” della pungente commedia “Come vi piace”, nella cui trama William Shakespeare fissa e rivela gli archetipi  delle complesse sfaccettature della vita di corte con mille ipocrisie, a cui fa contrasto la semplicità  della vita dei contadini e delle usanze di campagna; una trama di briosi e sorridenti ammicchi, tra finzione e realtà, di cui è protagonista l’effervescente e giocosa Rosalinda, interpretata con verve  proprio da Beatrice Vecchione. E l’atmosfera vissuta e respirata nell’esperienza cinese é stata una delle chiavi degli interventi che la giovane attrice ha focalizzato nel corso meeting, svoltosi nei locali del Circolo socio-culturale “L’Incontro” con filo conduttore le valenze connotative del  “ Teatro, espressione di cultura e impegno sociale per la promozione delle comunità del territorio”, e coordinato da chi scrive.

BAIANO. Reduce dalla Cina, Beatrice Vecchione  ospite eccellente  all’”Incontro”. La giovane attrice del “Carignano” di Torino racconta le sue esperienze artisticheUn fattore di riflessione, per evidenziare la dimensione culturale del teatro, nel raccontare la realtà sociale  e la condizione umana in tutte le sue sfaccettature, in rapporto ai tempi; una dimensione culturale, nella cui universalità si leggono i desideri, le passioni, le gioie, le amarezze, le speranze e le delusioni del vivere. Il teatro quale rappresentazione e specchio della vita nella varietà dei generi e dei linguaggi è espressione d’arte, sottolineava Beatrice Vecchione, le cui testimonianze più efficaci e valide sono trasfuse nelle opere degli autori classici, che hanno segnato – e segnano- i tempi dell’umano cammino lungo gli itinerari della storia; itinerari, intrisi e scanditi dalla giostra delle luci e delle ombre dell’esistenza.

ITINERARIO DI UNA VOCAZIONE E IL TEATRO SPECCHIO DI VITA

BAIANO. Reduce dalla Cina, Beatrice Vecchione  ospite eccellente  all’”Incontro”. La giovane attrice del “Carignano” di Torino racconta le sue esperienze artisticheRivisitati i momenti delle prime esperienze “ in scena” vissute nella Scuola media cittadina della “Parini”, la giovane attrice  rivisitava il senso della piena scoperta della vocazione per il teatro fin dagli anni del Liceo classico “Giosué Carducci”, a Nola, ben frequentato e con bel profitto cognitivo; vocazione, avvalorata nei successivi passaggi dei rigorosi studi nell’ Accademia d’arte drammatica  “Silvio D’Amico”, a Roma, fino al superamento dei severi banchi di prove concorsuali, per far parte dello “Stabile”  torinese. Un percorso di formazione, distinto dagli articolati ed approfonditi approcci con le opere di autori della letteratura contemporanea italiana, tra i quali Giovanni Testori e Pier Paolo Pasolini; autori anti-conformisti e estranei all’omologazione sociale a-critica e indistinta nei luoghi comuni, coniugando il linguaggio letterario con quello delle arti visive e della drammaturgia. E di Giovanni Testori, lo scrittore che racconta con vigorosa fibra realistica le periferie della Milano del secondo dopo-guerra e ed ancora pre-televisiva, Beatrice Vecchione presentava i profili più interessanti di quell’importante testo della drammaturgia contemporanea qual è l’ Arialda, la cui “messa in scena” con la regia di Luchino Visconti, richiese negli iniziali anni ‘60  la mobilitazione di liberi uomini di pensiero e cultura, fino all’appello indirizzato al Presidente  della Repubblica della Repubblica, Giovanni Gronchi, perché fosse rimosso il divieto di rappresentazione dell’Arialda.

IL TEATRO AMATORIALE E LA CULTURA DELLA COMUNITA’

BAIANO. Reduce dalla Cina, Beatrice Vecchione  ospite eccellente  all’”Incontro”. La giovane attrice del “Carignano” di Torino racconta le sue esperienze artisticheDettagli – questi- ed altri ancora, con cui la giovane attrice catalizzava l’attenzione dell’uditorio, nell’illustrare i profili delle esperienze artistiche che viene compiendo, tra le quali va annoverata per l’interesse suscitato dalla critica , quella dell’interpretazione esibita nel racconto della “La morte di Danton” di George Buchner; rappresentazione che lo scorso anno il cast dello “Stabile” di Torino ha proposto con successo nei teatri delle più importanti città delle regioni settentrionali. E su questo piano Beatrice Vecchione, seguendo il filo del tema del meeting, forniva un proficuo approccio per il valore e la funzione del teatro, genere d’arte ed espressione di cultura, per dare senso al ruolo che  e va riconosciuto al teatro amatoriale, così come si vive e pratica nei contesti territoriali, dove spesso mancano anche le necessarie e adeguate strutture di ricezione logistica. E’ un ruolo di animazione sociale, che come tale é anche veicolo di cultura e di  conoscenza, che favorisce e promuove la capacità di “fare comunità civile”.

Sulla tematica sviluppavano  punti di vista e riflessioni- focalizzando difficoltà e progetti di crescita-  gli animatori e protagonisti del teatro amatoriale del territorio; teatro amatoriale, che fa coniugare attività lavorative e professionali con la passione dello “stare in scena”. Un … effervescente micro-cosmo di passione e di entusiasmo che solo da qualche anno dispone di una struttura praticabile e regolarmente agibile: il “Biancardi”, ad Avella. Una presenza, che ha già dato concreto impulso all’organizzazione di “compagnie recitanti ” locali, grazie anche alla disponibilità della civica amministrazione che ne assicura l’utilizzo e la pubblica fruizione, senza particolari ed onerosi vincoli.

Di rilievo l’esperienza prospettata da Riccardo D’Avanzo, funzionario dell’amministrazione provinciale di Avellino, un bel, giovanile  vissuto di sport, tra calcio e volley  con l’avellana formazione di River boys and girls in omaggio al fiume Clanio. E’ esperienza, che ruota sull’associazione “Mela” che realizza una pluralità di iniziative per la promozione civile delle comunità locali, tra cui quelle riservate alla terza età. Un ventaglio di proficue attività, in cui è inserita la filiera del teatro amatoriale, che coinvolge tanti giovani e meno giovani. E sul piano organizzativo è  “Mela”, la protagonista dell’ Estate avellana con la rassegna “Teatro sotto le stelle”, che ha già toccato il traguardo della settima edizione, nella suggestiva location del Giardino del Palazzo baronale di piazza Municipio. Una rassegna, che polarizza la partecipazione di “compagnie” dell’area nolana e vesuviana, di recente anche dell’area salernitana, come dire contesti in cui il teatro amatoriale è di lunga e collaudata tradizione. Una realtà di sicuro interesse, per la quale si aprono le prospettive di un progetto culturale di crescita, su cui “Mela” punta, per qualificare al meglio la propria funzione di associazione di volontariato.

E sul versante del volontariato opera a Sperone da oltre venti anni l’associazione ZigoZago, costituito per dare sostegno ai ragazzi e alle ragazze che vivono condizioni di disagio. Na finalità sociale che è nel Dna dell’associazione, nel cui ambito d’azione si è inserito da alcuni anni il filone del teatro amatoriale con un  cast ben strutturato, che si vale della regia e del sostegno di Franco D’Anna, funzionario dell’Inps di Avellino; un cast, che con rappresentazioni di genere comico miete successi al “Biancardi” e di recente al Teatro comunale a Montoro. Una realtà, puntualizzata dal presidente del sodalizio, Carmine Festa, anch’egli  funzionario dell’Inps di Avellino, una realtà di servizio, di cui le esperienze teatrali sono un elemento caratterizzante, costituendo un a”punto di riferimento per la comunità speronese. E per  l’associazione polivalene ZigoZago conta la volontà di proseguire nel percorso in atto  e ampliare il proprio raggio d’azione. Sul profilo della socialità che  vive insieme con un folto gruppo di amici, accomunati dalla passione per il teatro amatoriale si soffermava, in particolare, Salvatore Sgambati, funzionario dell’amministrazione comunale di Baiano, e regista della “compagnia” de “I sognAttori”; una “compagnia”, le cui esperienze di scena si vengono realizzando, da quando il “Biancardi” ha aperto  i battenti. Come, per dire che le strutture pubbliche gestite con criteri di utilità sociale creano e alimentano le corrispondenti funzioni di civile animazione.

Sul discrimine tra gli ambiti della cultura teatrale,strettamente intesa, e gli  aspetti socializzanti del teatro amatoriale proponeva un’attenta analisi Francesco Scotto, autore di testi e della loro rappresentazione come regista, vantando anche una lunga esperienza nella programmazione e gestione di corsi di recitazione nelle scuole.