Ciclo integrato delle acque: siamo ancora lontani!

Ciclo integrato delle acque: siamo ancora lontani!

di Saverio Bellofatto

Cambiamenti climatici, inquinamento, uso di pesticidi in agricoltura,perdite delle reti idriche, cattiva gestione del bene comune questi sono gli ingredienti della grave crisi idrica mondiale che si è determinata e continuerà fino a quando non verranno presi seri e condivisibili provvedimenti di tutela del prezioso e indispensabile oro blu. In un articolo precedente abbiamo parlato in generale della questione, questa volta ci soffermeremo sulla situazione campana e in particolare su quella irpina. L’Irpinia da tutti decantata come la maggiore riserva idrica del sud Italia sta vivendo il dramma della carenza d’acqua, in molti paesi della provincia questa è stata  un estate  che tutti vorremmo dimenticare ma, senza seri provvedimenti politici, gestionali, tecnici e progettuali le cose oltre a non risolversi si aggraveranno notevolmente.

Se per gli effetti dannosi del clima bisogna aspettare le decisioni dei ”grandi” le questioni locali se affrontate limiterebbero sicuramente i danni e mi riferisco alle reti idriche ormai ridotte ad un colabrodo con perdite di oltre il 50% o ancora  per il mancato utilizzo degli impianti di trattamento terziario delle acque reflue depurate che potrebbero essere impiegate per gli usi agricoli e industriali( in provincia di Avellino ce ne sono quattro tutti di proprietà dell’ASI di cui uno avviato quello di Pianodardine e poi dismesso per una questione di costi e altri tre rispettivamente a Nusco, Calitri e Morra De Sanctis mai fatti partire); a cosa è servito questo investimento se poi sono rimaste cattedrali nel deserto? Vogliamo parlare ancora  della depurazione, un rapporto di lega ambiente parla di: inquinamento delle falde acquifere e spreco della risorsa idrica. Queste sono le criticità della Provincia di Avellino. Secondo il dossier Mare Monstrum la regione Campania è prima assoluta in Italia per i reati a danno del mare con 2594 illeciti, il 16,5%del totale,ben 5,5infrazioni per chilometro di costa. Solo nello scorso anno sono state 2912 le persone denunciate e arrestate e 839 i sequestri effettuati. Nella classifica dei reati spiccano le varie forme di inquinamento delle acque: depuratori inesistenti o mal funzionanti, scarichi fognari abusivi sversamenti illegali di liquami e rifiuti rappresentano in Campania il 18,8 % del totale nazionale con 936 infrazioni e con un exploit per quanto riguarda le persone denunciate o arrestate che salgono a ben 1151 (+ 26 % rispetto allo scorso anno) e per numero sequestri 450 (+33,5%).

Gli  impianti che servono i comuni dell’irpinia tranne qualcuno sono tutti da rifare e adeguare magari consorziando più comuni su nuovi impianti oppure utilizzando gli impianti esistenti nelle aree industriali si potrebbero convogliare gli scarichi civili come ha ben  fatto il Comune di San Mango sul Calore con notevoli risparmi sia in termini economici che qualitativi. L’acqua è un bene comune integralmente e và salvaguardato in tutte le sue forme dalle sorgenti ai fiumi, dalla distribuzione al consumo! A proposito di consumo c’è bisogno di una grande campagna educativa e di sensibilizzazione sul risparmio idrico che deve partire dal mondo della scuola e arrivare alle famiglie si risparmierebbero milioni di litri d’acqua. E’ vero che la Regione Campania nel dicembre del 2015 ha finalmente approvato la legge per il riordino del sistema idrico integrato anche se con molti anni di ritardo, ma a quasi due anni dal varo ancora non si è partiti con la vera e propria gestione. Bisogna accelerare i tempi perché un altr’estate si riavvicina e nell’attesa il malato grave  potrebbe morire. E’ compito di tutti, ognuno per la sua parte camminare nella direzione auspicata per il benessere della collettività.