Avella. Parco del Partenio, violazioni e sfregi continui. Bosco di Pianura, il “regno”… dei tagli abusivi

Avella. Parco del Partenio, violazioni e sfregi continui. Bosco di Pianura, il “regno”... dei  tagli abusivi

di Gianni Amodeo

La storia, anzi la cronaca recente di mesi e giorni che si ripete. E’ quella del Bosco di Pianura, che si distende -a quota 800 metri- sulla corona dei Monti Avella ed è lambito dalla lunga lingua d’asfalto della splendida Panoramica che dall’omonima città sale verso campo San Giovanni, da cui si protendono le ramificazioni verso la vetta del Monte Sacro e il Santuario della “Madonna bruna”. E’ il Bosco sottoposto a sempre più frequenti tagli selvaggi e abusivi, che costituiscono anche una seria minaccia alla tenuta dell’’assetto idrogeologico dell’area. Un’ aggressione che “cancella” progressivamente alberi secolari e giovani, come viene evidenziato dalle foto che si pubblicano, “scattate” appena qualche giorno fa. E’ la sequenza che non differisce per nulla da altre cronache che hanno interessato il Bosco di Pianura. Una situazione che nel Parco del Partenio non è unica e sola. E la si ritrova nella Valle caudina – come a novembre scorso fu denunciato dai giovani rappresentanti di associazioni e gruppi di volontaria nel Festival dell’ambiente al Palasport di Cervinara– e in tanti altri contesti.

Non costituisce ormai un’episodica eccezione, il fenomeno dei tagli abusivi nei boschi di proprietà comunale e demaniale, che rientrano nella mappa del Parco del Partenio, ma anche dei boschi che non afferiscono al Parco; fenomeno che nell’arco dell’ultimo decennio è venuto assumendo sempre più una dimensione sistemica, in palese e stridente contrasto con le leggi agronomiche della rotazione dei tagli, la cui osservanza non solo costituisce la tutela e la continuità dei cicli vitali dei boschi, ma anche la salvaguardia della qualità delle colture arboree praticate che con loro tipicità, dai castagni ai faggi, dalle querce agli ontani, dagli abeti ai pini, faggete, querceti, pinete, abetaie, simboleggiano e identificano i territori e i loro paesaggi.

E, d’altro canto, per comprendere quanto il fenomeno sia anomalo e fuorviante dei principi di quella ch’è stata la normalità sociale del territorio, basterà leggere uno dei tanti dettagliati disciplinari e meticolosi regolamenti, della cui rigorosa applicazione le amministrazioni si valevano, quando per gran parte delle comunità cittadine i boschi erano vere e proprie fabbriche, basilari beni comuni e fonti di lavoro. Sono disciplinari e regolamenti articolati e ben scritti, che fondendo i postulati dell’agronomia e lo spirito della legalità, testimoniano la centralità dei boschi nelle realtà locali; centralità, rispettata e fatta rispettare dalle Istituzioni e dalla comune coscienza civica.

E’ un costume sociale, quello accennato, che pare non dica … più nulla, vista la diffusione del fenomeno dei tagli abusivi, a cui fa da complemento a quello degli incendi boschivi, innescati … ad arte per cancellare- nella grande maggioranza dei casi- boschi e generare pascoli copiosi ed alto potenziale nutritivo per allevamenti di bestiame e produzione di carne. E fa specie, però, evidenziare che tale “stato di cose” sussista e si manifesti nella fase che attualmente vive il Parco del Partenio, con iniziative e attività promozionali di politica ambientale, grazie all’impegno del presidente Franco Iovino. Un impegno che si rapporta alle relazioni con le amministrazioni locali e soprattutto con le Scuole e le associazioni, con il fiore all’occhiello del progetto, che contempla la piantumazione di due mila alberi proprio nelle aree del Parco, coinvolgendo amministrazioni locali e cittadini..

E’ un protagonismo ancora ai primi vagiti, quello del Parco, che arriva a distanza di decenni di piatto e amorfo immobilismo, “spezzato” occasionalmente da qualche convegno – passerella e … vendi – fumo su ambiente e… dintorni. E se avrà sviluppi, com’è auspicabile, potrà segnare una svolta virtuosa, conferendo al Parco ruoli e funzioni peculiari per la tutela dell’ambiente e la promozione del turismo culturale del territorio. Ma la forza propulsiva della svolta risiede anche e soprattutto nella volontà politica delle amministrazioni dei Comuni nel saper interagire, per valorizzare la risorsaParco.

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