Avella prova a riscoprirsi patria della nocciola. Verdi. Giusto non far morire tradizioni che possono portare lavoro

Avella prova a riscoprirsi patria della nocciola. Verdi. Giusto non far morire tradizioni che possono portare lavoro

“Nell’antichità, i romani donavano piante di nocciolo chiamandole Corylus avellana e basterebbe questo per evidenziare il legame indissolubile che c’è tra Avella e la nocciola anche se molti tendono a dimenticarlo, così come si dimenticano molte delle nostre tradizioni lasciandole pian piano morire”.

Lo hanno detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, e Vincenzo Peretti, portavoce regionale del Sole che ride, che, domani parteciperà ad Avella, in provincia di Avellino, a un incontro tra esperti e Amministratori per verificare la possibilità di avviare la valorizzazione del territorio baianese attraverso la tutela e la promozione della nocciola avellana

“Nonostante non ci siano riconoscimenti ufficiali a tutelare le nostre produzioni, Avella è conosciuta nel Mondo come la città della nocciola” ha detto Pellegrino Palmieri, portavoce provinciale dei Verdi di Avellino, per il quale “è un dovere creare le condizioni per tutelare al meglio una produzione tipica del nostro territorio che, se valorizzata adeguatamente, può creare economia sana e posti di lavoro”.

“Le condizioni economiche del mercato globale sono cambiate, c’è bisogno, per competere, di maggiore qualità e di una promozione più accurata dei prodotti di eccellenza che godono, a livello planetario, nocciola in testa, di una richiesta, quantitativamente parlando, che non ha precedenti nella storia e che si prevede in costante crescita” ha aggiunto Palmieri per il quale “siamo quindi di fronte a un’occasione unica, da non perdere, per agricoltori, imprenditori dell’industria di trasformazione e commercianti, ma anche per l’intera comunità che trarrebbe vantaggi dalla crescita economica e sociale del territorio”.

“Il convegno che si terrà domani, giovedì 12 gennaio, alle 18.30, nel Palazzo Baronale di Avella, servirà proprio per iniziare un percorso di valorizzazione attraverso la messa in atto di misure concrete” ha concluso Palmieri per il quale “il primo passo, di cui si discuterà sarà quello della costituzione di un comitato scientifico, composto da professionisti e addetti ai lavori, che operi per il riconoscimento della nocciola avellana in quanto prodotto di alta qualità”.