AVELLINO. Lo studio di fattibilità tecnica – economica del Piano d’Ambito per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani dell’Ente d’Ambito “Avellino” arriva all’attenzione del Consiglio dell’Ente.

AVELLINO.   Lo studio di fattibilità tecnica   economica del Piano d’Ambito per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani dell’Ente d’Ambito “Avellino” arriva all’attenzione del Consiglio dell’Ente.

 Lo studio di fattibilità tecnica – economica del Piano d’Ambito per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani dell’Ente d’Ambito “Avellino” arriva all’attenzione del Consiglio dell’Ente. Lo strumento di programmazione – la cui adozione consentirà di dare il via alla gestione del ciclo integrato dei rifiuti da parte dell’Ente d’Ambito – è stato definito grazie all’impegno del Presidente Valentino Tropeano e del Direttore generale Annarosa Barbati, con la collaborazione del Consiglio e della struttura dell’Ente, attraverso il coinvolgimento dei territori e degli amministratori locali, ma anche dei soggetti cui sono state affidate finora le attività afferenti il ciclo integrato dei rifiuti. “Il percorso di redazione dello studio di fattibilità – evidenzia il presidente Tropeano nella sua prefazione – si è sviluppato, fondamentalmente, in base a quanto è emerso dalle attività ricognitive svolte negli incontri con gli amministratori locali ed i portatori di interessi pubblici, in merito all’acquisizione dello stato di fatto gestionale e delle criticità, alle possibili evoluzioni del sistema di raccolta, al fabbisogno impiantistico, all’individuazione di siti per l’ubicazione di nuove strutture quali centri di riuso, centri di raccolta, stazioni di trasferenza e impianti di trattamento dell’organico e del multimateriale, alle considerazioni in merito al futuro modello gestionale”. Un lavoro puntuale, curato in ogni dettaglio dal Direttore generale Barbati, realizzato anche grazie alla collaborazione dell’ex amministratore di Irpiniambiente, Nicola Boccalone e della struttura della società provinciale per la verifica della situazione attuale e la presa di coscienza delle criticità. Grande attenzione è stata dedicata al capitolo dell’impiantistica, il cui completamento è fondamentale per la chiusura del ciclo integrato dei rifiuti entro i confini provinciali e per la conseguente possibilità di arrivare ad una riduzione dei costi. L’ATO guarda soprattutto all’adeguamento e ammodernamento dell’impiantistica esistente, prevedendo nuove e migliori tecniche disponibili come la riduzione delle emissioni complessive, una maggiore efficienza energetica, la riduzione del consumo di risorse, ma anche la prevenzione degli incidenti, la riduzione della rumorosità e dell’impatto odorigeno degli impianti, l’ottimizzazione dello sfruttamento dei residui delle attività di trattamento. “Le nuove Bat, acronimo di best available techniques o migliori tecniche disponibili – aggiunge il Presidente nella sua prefazione allo studio di fattibilità – sono le tecniche operative finalizzate a garantire il massimo livello di protezione dell’ambiente, in attuazione dei nuovi standard di efficienza per la riduzione dell’impatto ambientale degli impianti di trattamento dei rifiuti”. E’ stato avviato, nel contempo, il percorso per la definizione dell’area in cui realizzare il nuovo impianto per il trattamento della frazione organica, oltre a quello già presente a Teora: il confronto con gli amministratori è servito per ribadire la necessità di superare il deficit impiantistico – che si registra anche in provincia di Avellino e che si riverbera inevitabilmente anche sui costi del servizio – ma anche di superare la sindrome di Nimby (non nel mio cortile) della quale non sono immuni le comunità irpine. Oggi, l’ATO è chiamato a valutare la prospettiva migliore per l’allocazione di un impianto per il trattamento della frazione organica tra le ipotesi di Chianche – individuata, nei mesi scorsi, attraverso la disponibilità dell’amministrazione comunale all’invito della Regione – Savignano Irpino, Domicella e Montella, i cui amministratori hanno inoltrato una manifestazione di interesse all’ente d’ambito. In linea generale, lo studio di fattibilità tecnico – economico vuole fornire chiare indicazioni per operare sulla base dei principi della salvaguardia e della sostenibilità ambientale. “Il piano – evidenzia ancora la premessa – contiene soluzioni per la gestione dei rifiuti, secondo principi di sostenibilità economica attraverso un sistema di collaborazione tra tutti gli attori in campo, con l’obiettivo di generare un sostanzioso decremento dei costi attuali”. L’approdo del piano d’ambito in consiglio generale è motivo di grande soddisfazione per il presidente Tropeano che, in questi mesi, ha messo in campo uno sforzo notevole – unitamente all’intera struttura dell’ente – per arrivare alla definizione dello strumento di programmazione tecnico – economico, fondamentale per acquisire la gestione del ciclo integrato. “Abbiamo fatto un gran lavoro – chiosa il Presidente -. Mentre in tanti continuavano a parlare dell’ATO rifiuti come un ente vuoto ed immobile, abbiamo tessuto una lunga rete di contatti e avviato un percorso di collaborazione con l’intero territorio provinciale. E’ d’obbligo un ringraziamento all’ex amministratore di Irpiniambiente Boccalone e a tutti gli amministratori irpini che hanno saputo cogliere la disponibilità al dialogo e alla partecipazione attiva prospettando idee, ipotesi e soluzioni”.

L’Addetto Stampa