BAIANO. “Paragonare le due figure politiche di Vetrano e Foglia è operazione improponibile”

BAIANO. Paragonare le due figure politiche di Vetrano e Foglia è operazione improponibile

di Antonio Vecchione     

Gli amministratori di Baiano sono stati criticati per aver disertato la serata conclusiva della campagna elettorale di Pietro Foglia, baianese, candidato alla Camera nello schieramento di Berlusconi – Salvini – Meloni.  La loro assenza è stata registrata come una “mancanza di garbo istituzionale”. Per motivare la critica si è fatto anche ricorso a un precedente storico: quello di Stefano Vetrano, candidato alla Camera nel 1968, per il quale la comunità baianese si spese con grande entusiasmo. Personalmente ritengo queste critiche infondate, frutto di una visione di parte. Prima di tutto paragonare le due figure di Vetrano e Foglia è operazione improponibile. Sono troppo discordanti  sia i contesti storico – culturali – politici che le due personalità. Stefano Vetrano ha rivestito, nell’immediato dopoguerra, un ruolo fondamentale per l’emancipazione del popolo minuto baianese. Egli, giovane intellettuale comunista, aprì la prima sezione del PCI  e cominciò la sua attività politica nel quartiere popolare dei Vesuni. I contadini, stanchi delle ingiustizie subite, i boscaioli, gli emarginati, gli umili, gli operai e prestatori d’opera e, in particolare, le operaie conserviere, mortificate da condizioni di lavoro inaccettabili, furono tra i più sensibili al suo richiamo. Era la prima volta che qualcuno si ricordava della loro esistenza, poneva attenzione ai loro problemi, li considerava non  bassa manovalanza, sudditi senza diritti, ma cittadini liberi, che potevano e dovevano esprimersi e ribellarsi allo strapotere dei “signori” proprietari dei fondi agricoli. Essi presero coscienza della propria  condizione, dei propri diritti e  impararono  a discutere e a sostenere il proprio punto di vista. Stefano divenne, nell’immaginario popolare, il padre, il fratello, il maestro, l’educatore, l’amico, il consigliere. Mai arrogante, sempre aperto e disponibile, sedeva in mezzo alla gente umile parlando la loro lingua, conosceva tutti, le loro famiglie, i loro problemi  e si rivolgeva loro sempre bonariamente chiamandoli  per nome e “stortanomme” familiare. Una specie di Santo protettore laico, amato e apprezzato da tutti. Le riunioni nel partito erano sempre affollate; tutti erano avidi di ascoltarlo, di essere informati e le sue parole e le sue indicazioni diventavano principi assoluti da rispettare. Il suo prestigio crebbe a dismisura anche per la concretezza della sua azione politica; gli scioperi organizzati in difesa della dignità delle operaie conserviere sono state una pagina importante gloriosa dell’emancipazione operaia e femminile del nostro mandamento. Più della metà del paese era schierata con lui nelle elezioni. Ed ecco perché quando fu candidato alla camera nel 1968, raccolse a Baiano, che io ricordi,  più di duemila preferenze.  Totalmente diversa la figura di Pietro Foglia. Per me è certamente persona di grande intelligenza, che ha maturato una notevole esperienza politico – amministrativa nel corso della sua lunga carriera, con  incarichi di assoluto prestigio istituzionale. Ma lo scenario è completamente diverso; non siamo più nel dopoguerra e i rapporti sociali e politici, i costumi di vita della nostra comunità sono profondamente mutati. E’ del tutto evidente che il sostegno a Pietro Foglia è di natura completamente diversa da quella “storica” che circondava Stefano Vetrano, più reverenziale che basato su stima, affetto e fiducia.

Nell’attuale temperie i nostri rappresentanti  politici sono percepiti dai loro stessi elettori, salvo alcune eccezioni, come ricchi, autorevoli, privilegiati  e potenti personaggi della “casta”, che hanno scalato la gerarchia sociale fino a livelli superiori, a cui ci si rivolge sempre da posizioni di ossequiosa sudditanza. E’ la mia idea, che mi sono formato vivendo con grande interesse e partecipazione la realtà della nostra comunità. Poche parole sulla critica mossa agli amministratori: mancanza di “garbo” istituzionale. Penso che sia fuori luogo. E’ idea abbastanza stravagante immaginare che il sindaco abbia il dovere istituzionale di presenziare i numerosi incontri che le varie forze politiche hanno organizzato nella sala consiliare per la loro campagna elettorale. Peraltro in questo momento Pietro Foglia non ha alcuna carica istituzionale, ma è un militante di una forza politica che legittimamente porta avanti la sua campagna elettorale (peraltro su fronte opposto a quella del sindaco).  Io gli auguro di avere il successo che merita, ma invito i suoi appassionati sostenitori a evitare polemiche inutili.

Infine tengo a precisare che mi sono limitato a raccontare alcune vicende storiche così come le ho vissute e giudicate, ma non sono mai stato iscritto al PCI ne ho mai votato Stefano Vetrano.