BAIANO (AV). Ciriaco De Mita e il pensiero che costruisce la politica del bene comune. Foto

BAIANO (AV). Ciriaco De Mita e il pensiero che costruisce la politica del bene comune. Foto

La Città dell’Alta Irpinia e l’Azienda speciale dei boschi per lo sviluppo dell’economia del legno: gli obiettivi della progettualità intercomunale, per arginare la consunzione sociale delle aree interne appenniniche segnate dallo spopolamento e dalla denatalità che annullano il futuro delle comunità.

di Gianni Amodeo –   Fotoservizio Francesco Barlotti

La concisa ed esauriente rivisitazione della biografia politica, che non solo lo rende un protagonista della storia italiana – piaccia o non piaccia- ma ne fa risaltare anche il profilo di parlamentare della Repubblica per undici legislature in rappresentanza del collegio Avellino SalernoBenevento e di eletto al Parlamento di Strasburgo per tre legislature, sviluppata da Giusy De Laurentiis, per evidenziare la caratura dell’ uomo ch’è stato presidente del Consiglio dei ministri e, più volte, ministro, oltre che presidente e segretario nazionale della Democrazia cristiana. Gli indirizzi di saluto rivoltigli dal sindaco Enrico Montanaro e dal professore Vincenzo Serpico, solerte e perspicace dirigente del “Giovanni XXIII”. La sottolineatura di Carlo Melissa nel marcare l’esemplarità dell’impegno civico e culturale, in virtù del quale, dopo aver toccato l’apice della rappresentanza politica ai vertici dell’esercizio del potere esecutivo nazionale, si dedica con spirito di servizio alla piccola comunità della natia Nusco, di cui è stato eletto sindaco al secondo mandato consecutivo- all’età di novantuno anni, compiuti a febbraio scorso- sono stati i tasselli d’introduzione alla conversazione dell’on.le Ciriaco De Mita con chi scrive  queste noterelle nell’Auditorium del plesso di Scuola media dell’Istituto comprensivo “Giovanni XXIII”, nell’ambito del “Viaggio nella Costituzione”, l’interessante progetto di carattere divulgativo promosso dal Circolo socio-culturale LIncontro, per il quale, dal giugno del 2018, si sono finora alternati sindaci e amministratori locali, magistrati, parlamentari, teologi, sindacalisti, docenti universitari e dirigenti scolastici, avvocati ed esperti di Diritto.

Una conversazione articolata e variegata nei motivi di riflessione, con cui De Mita focalizzava, in particolare, la rilevanza primaria ed assoluta del rapporto che intercorre tra la politica e il pensiero; un rapporto inscindibile, con cui si alimenta la visione del futuro, per dare risposte adeguate alle istanze della promozione e dell’evoluzione civile della società. La politica che si nutre di idee, studio e conoscenza è in grado di “leggere” i molteplici recessi e le fuggevoli sfumature della complessità sociale, orientando le scelte del miglior governo possibile della società, specie nelle dinamiche della contemporaneità. Ed è la contemporaneità segnata dalle modalità, con cui la globalizzazione e l’innovazione tecnologica trasformano e sovvertono rapidamente l’esistente conferendogli aspetti e profili mutevoli, per la cui comprensione è basilare il metodo del dialogo aperto e del libero confronto. In assenza dell’osservanza di questi fondamentali canoni, la politica – spiegava- diventa “altro” da sé, per tradursi in scelte di convenienze e di opportunità, funzionali ad acquisire l’esercizio del potere per il potere, senza dare prospettive d’evoluzione alla società. E’ il processo che determina l’immobilismo e l’asfittico regresso della società, sfibrandola.

Dallo scenario disegnato della politica qual è – o dovrebbe essere- De Mita faceva scaturire la comparazione con il presente, in cui il discorso pubblico è ridotto ai minimi termini e la politica è latitante, con la manifesta crisi di “rappresentanza della società” rispetto alle problematiche da cui è attraversata. Severe e dure le contestazioni verso le forze di governo nazionale, rappresentate da Lega e Movimento 5 Stelle, interpreti e portatrici della “ politica del nulla”. Sulla stessa lunghezza d’onda, le censure verso il Partito democratico, inadeguato a fronte della realtà sociale e senza voce di convinzione e credibilità; una sostanziale afonia fatta di “parole senza pensiero”. Evidenziata la forte matrice di democrazia laica e liberale che fa da piattaforma della Costituzione, l’ex-premier marcava il ruolo esercitato dai partiti di massa, come la Democrazia cristiana e il Partito comunista, nella costruzione dell’Italia repubblicana con le loro distinte culture ed anime politiche.

La Costituzione, viatico di modernizzazione e democrazia. Lattualità del popolarismo e la centralità dei Comuni

Era il dato d’analisi storica, che gli forniva la chiave della rappresentazione della modernizzazione dell’Italia affermatasi progressivamente come società al passo con i tempi e con le dinamiche dell’economia industriale nell’ Unione europea che, attualmente, costituisce un importante soggetto di cooperazione e integrazione dei Paesi delVecchio continente”, presidio fondamentale per la tutela degli equilibri geo-politici internazionali e la pace nel mondo; un passaggio con cui De Mita richiamava il Popolarismo prefigurato da don Luigi Sturzo con l’Appello ai liberi e forti diffuso nel gennaio del 1919 per la fondazione del Partito popolare ispirato dalla visione interclassista del cattolicesimo democratico, che fosse promotore e fautore dell’elevazione civile delle classi meno abbienti nell’Italia del tempo. Un progetto restato in fieri e conculcato da eterogenei fattori, innescati dalla borghesia, dai grandi proprietari terrieri, dall’emergente nazionalismo e dalle posizioni conservatrici del clero, con don Sturzo costretto all’esilio nel 1924 – in coincidenza con l’avvento del fascismo– prima a Londra e poi a New York.

La cultura del Popolarismo – sottolineava, richiamando la tesi espressa nel saggio “La storia dItalia non è finita” che ha pubblicato nel 2012 nella collana “Gli impegnati” per la casa editrice Guida– conserva intrinseco vigore e spiccata attualità politica. E’ la cultura, il cui centro di gravità risiede nel tessuto delle comunità cittadine, i cui valori di relazioni sociali vanno ricomposti, riscoperti e promossi per la democrazia reale e partecipata. E nel progetto di don Luigi Sturzo -non a caso- si dava rilievo alla centralità dei Comuni, in funzione del sostanziale decentramento amministrativo dallo Stato – spesso lontano ed “estraneo”- quale forma di autogoverno responsabile sui territori.

Un percorso ch’è parte significativa della Costituzione nel segno delle Autonomie locali contemplate dal Titolo quinto, in cui ai Comuni si affiancano le Province, le Regioni e le Città metropolitane, aprendo i tracciati delle Unioni e delle Fusioni intercomunali, in pratica dell’associazionismo dei piccoli e medi comuni per realizzare le migliori forme possibili di governance dei territori, coniugando qualità, efficienza ed economicità. Sono i tracciati che il sindaco Ciriaco De Mita sta percorrendo con l’interessante progettualità per la realizzazione della Città dellAlta Irpinia, condivisa dalle amministrazioni di 25 Comuni e la realizzazione dell’ Azienda speciale dei boschi nel quadro delleconomia del legno, puntando, al contempo, sulla valorizzazione del patrimonio naturalistico e paesaggistico, oltre che delle infrastrutture di stazione sciistica, del Laceno, e sulla compiuta promozione della filiera della castanicoltura sull’asse MontellaSerino. Una progettualità, con idee chiare, per arginare il fenomeno di consunzione sociale dei territori per lo spopolamento in atto e la denatalità che sottraggono il futuro alle comunità; progettualità la cui attuazione è generata dall’intervento pubblico e dall’intervento privato. BAIANO (AV). Ciriaco De Mita e il pensiero che costruisce la politica del bene comune. FotoBAIANO (AV). Ciriaco De Mita e il pensiero che costruisce la politica del bene comune. FotoBAIANO (AV). Ciriaco De Mita e il pensiero che costruisce la politica del bene comune. FotoBAIANO (AV). Ciriaco De Mita e il pensiero che costruisce la politica del bene comune. FotoBAIANO (AV). Ciriaco De Mita e il pensiero che costruisce la politica del bene comune. FotoBAIANO (AV). Ciriaco De Mita e il pensiero che costruisce la politica del bene comune. FotoBAIANO (AV). Ciriaco De Mita e il pensiero che costruisce la politica del bene comune. FotoBAIANO (AV). Ciriaco De Mita e il pensiero che costruisce la politica del bene comune. FotoBAIANO (AV). Ciriaco De Mita e il pensiero che costruisce la politica del bene comune. FotoBAIANO (AV). Ciriaco De Mita e il pensiero che costruisce la politica del bene comune. FotoBAIANO (AV). Ciriaco De Mita e il pensiero che costruisce la politica del bene comune. FotoBAIANO (AV). Ciriaco De Mita e il pensiero che costruisce la politica del bene comune. FotoBAIANO (AV). Ciriaco De Mita e il pensiero che costruisce la politica del bene comune. FotoBAIANO (AV). Ciriaco De Mita e il pensiero che costruisce la politica del bene comune. FotoBAIANO (AV). Ciriaco De Mita e il pensiero che costruisce la politica del bene comune. Foto

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