Baiano. Per il conferimento de “I Mai d’Argento”. Terza edizione del Premio “Galante Colucci”, presentazione all’Auditorium del “Giovanni XXIII”

Baiano. Per il conferimento de “I Mai d’Argento”. Terza edizione del Premio “Galante Colucci”, presentazione all’Auditorium del “Giovanni XXIII”

Sarà presentata ufficialmente mercoledì- 27 febbraio, alle ore 10,00- nell’Auditorium del plesso della Scuola media dell’Istituto comprensivo  “Giovanni XXIII”, in via Luigi Napolitano, la terza edizione del Premio “Galante Colucci” per il conferimento delle artistiche e plastiche composizioni che rappresentano i Mai d’Argento, simboli sia delle tradizioni di sacra devozione   che della cultura materiale e immateriale  del territorio dell’ Unione intercomunale del Baianese e dell’Alto Clanis.

All’evento  parteciperanno il Presidente della Provincia di Avellino e Sindaco di Avella, Domenico Biancardi, il Presidente del Parco del Partenio, Franco Iovino, i sindaci Enrico Montanaro, Alessandro Napolitano, Simone Rozza, Marco Santo Alaia, Raffaele Colucci dirigenti scolastici dei presidi della formazione didattico- educativa del territorio, Vincenzo Serpico, Luigia Conte e Giuseppina Ambrosino, oltre che i rappresentati dell’imprenditoria, delle Pro Loco e delle associazioni attive nell’area intercomunale.

Il Premio “Galante Colucci”, indetto e promosso dall’ Associazione Maio di Santo Stefano e dal Circolo socio-culturale “L’Incontro”,  si propone come concorso d’idee per la produzione di testi, articoli giornalisti, saggi brevi, docu-film, opere grafiche e pittoriche, video e corti che raccontino le bellezze paesaggistiche e naturalistiche del contesto in cui si celebrano, con cadenza ciclica annuale, le ricorrenze dei culti arborei dedicati ai Mai, espressione dei valori, nei quali si dispiega il primato del Bene comune principio fondante della Carta costituzionale; bellezze da difendere, tutelare e valorizzare, quali connotazioni identificative dell’ Unione intercomunale.

 Il concorso d’idee è aperto alla partecipazione delle giovani generazioni delle Scuole e a tutti i cultori del territorio e delle sue risorse ambientali; giovani generazioni e cultori coinvolti per l’identico e condiviso cammino nell’esercizio responsabile della cittadinanza attiva per il progresso sociale delle comunità locali.

Di calzante stimolante attualità, la tematica al centro del concorso d’idee per il Premio “Galante Colucci”,edizione 2018\2019. Eccola. I Mai testimonial del patrimonio paesaggistico e naturalistico da valorizzare  e guide simboliche per la conoscenza e la riscoperta delle tipicità colturali di ieri e di oggi, promuovendo l’arte culinaria e dolciaria del territorio. Un prospetto di coordinate ancorate alla sfera locale, alle sue vocazioni e potenzialità di sviluppo, in cui la risorsa-ambiente  esercita un ruolo primario, da rapportare agli obiettivi dell’Agenda-30  delle Nazioni Unite.

Nell’edizione 2016\2017  il tema del “Colucci fu calibrato  sulla rivisitazione del modello di economia del territorio che per secoli ha avuto come asse portante il patrimonio boschivo delle aree montane, alimentando la lunga filiera delle attività lavorative e produttive derivate dalla lavorazione, trasformazione e commercializzazione dei materiali lignei provenienti da castagni,faggi, ontani, querce. L’edizione 2017\2018 privilegiò il discorso sulla rilevanza dei Beni comuni – tutelati dalla Carta costituzionale- di cui l’ambiente e le sue matrici – aria, acqua, suolo–  sono valori assoluti per la Salute di tutte le specie e forme viventi.

 E’ il percorso- quello compiuto nelle due edizioni che figurano con merito nell’Albo d’oro della manifestazione- in cui s’innesta il Teatro pubblico dei Mestieri dei Mai che fu allestito in piazza Luigi Lauro, a Sperone, lo scorso febbraio; Teatro speciale  con gazebo in cui si rappresentavano le modalità tecniche dei Mestieri  più diffusi e praticati in stretta correlazione con l’ Economia del bosco, tra cui quelli del cestaio, del Mastro bottaio, del falegname, del carpentiere,  delle raccoglitrici di fascine destinate sia ai forni domestici e di corte per la panificazione, sia ad alimentare le  “carcare” gestite dai “ carcarari  per la produzione della calce. E l’ammirato soggetto principe del Teatro  pubblico dei Mestieri, fu la riproduzione in scala ridotta del  “catuozzo, il complesso sistema di carbonaia, con cui per secoli si è  prodotto il carbone vegetale destinato alla cottura dei cibi; un sistema, il cui funzionamento richiedeva abilità e tecniche di destrezza notevoli, segnatamente per intuire la direzione dei flussi d’aria e la scelta dei siti più idonei a garantire la migliore produzione possibile del pregiato carbone vegetale che si commercializzava in modo più che proficuo. Un successo, arricchito dalla proiezione nella Sala consiliare del palazzo municipale  del pregevole -unico nel suo genere-  docufilm scritto e realizzato  da Pio Stefanelli, autore  di brillanti e puntuali interviste con i protagonisti dei Mestieri di ieri e con i giovani che ne hanno raccolta l’eredità, adeguandosi all’ oggi con la dimensione di piccoli e medi imprenditori nella falegnameria di qualità, nella lavorazione delle botti  per i vini pregiati, utilizzando il rovere e non più il legno di castagno, nella gestione dei siti di stoccaggio e commercializzazione per la legna da riscaldamento e per il pellet.