Bassairpinia consiglia: “Teatro alla deriva”, spettacoli a bordo di una zattera galleggiante

Bassairpinia consiglia: “Teatro alla deriva”, spettacoli a bordo di una zattera galleggiante

Bassairpinia consiglia: “Teatro alla deriva”, spettacoli a bordo di una zattera galleggianteContinuano gli eventi estivi all’aperto, con l’iniziativa Teatro alla deriva presso le stufe di Nerone a Bacoli. La particolarità di questa rassegna è che gli spettacoli sono rappresentati su di una zattera sull’acqua costruita appositamente per l’occasione e posizionata sul piccolo lago termale delle Stufe di Nerone. In questo scenario suggestivo, lontano dal caos e dai rumori della città, sarà possibile vedere quattro spettacoli che hanno in comune l’impegno civile e sociale. La direzione artistica ha puntato infatti su compagnie le cui scelte sono dettate da grande attenzione a temi forti, capaci di incidere e far riflettere chi assiste, compagnie che vincono premi e partecipano a festival nazionali ed internazionali. Tra queste PRIMA QUINTA, che apre la rassegna, che lo scorso anno ha partecipato al Festival Avignon off, vincendo il premio della critica internazionale. Giovedì 11 luglio, invece, toccherà a Il Macero, di e con Roberto Solofria. Si tratta di uno spettacolo dalla lunga vita, avendo debuttato otto anni fa, e la scelta di inserirlo nella II edizione di TEATROallaDERIVA scaturisce dalla forza evocativa che la storia che viene raccontata continua ad avere. Il monologo, di cui Solofria cura anche la regia per conto della compagnia MUTAMENTI, con cui gestisce il piccolo ma attivissimo e combattivo teatro CIVICO 14 a Caserta, è tratto dal romanzo Sandokan-Storia di Camorra di Nanni Balestrini, Qui però non si indugia sulla figura del noto camorrista casertano, Sandokan, bensì si lavora sul contesto per raccontare di un ragazzo di quelle terre che decide di rifiutare e andare via, destino comune a tantissime persone negli ultimi devastati decenni di sopraffazione e morte. Il protagonista di questo racconto decide, infatti, di abbandonare il paese dell’agro aversano in cui ha vissuto e in cui il delitto è diventata un’azione a dir poco banale e scontata. L’emigrazione diventa qui un modo per prendere le distanze da uno stile di vita, da un’etica che scompare dietro le mazzette e la corruzione, anticamera a violenza e mancanza totale di rispetto per la vita. Il resto lo fa la messinscena, semplice ed evocativa, e l’adattamento diretto e senza fronzoli. Alla fine di ogni rappresentazione, il pubblico potrà incontrare gli artisti di serata e il regista Giovanni Meola per una chiacchierata informale nell’area del bar all’aperto delle Stufe.