BRUNETTA E GLI ALTRI. Le scelte politiche in cerca dell’equilibrio.

BRUNETTA E GLI ALTRI. Le scelte politiche in cerca dell’equilibrio.

Tutti contro Brunetta! A guardare bene la lista non è poi così incomprensibile la sua nomina.
Pensiamo piuttosto al fatto che se dai un dito a Berlusconi, poi lui ti mangia anche il braccio. È una presenza ingombrante quella del cavaliere all’interno della coalizione di governo e abbiamo già potuto verificare quanto le percentuali nei sondaggi o il numero di parlamentari conti davvero poco. Conta chi sei, cosa e chi rappresenti, chi sono i tuoi amici.
Berlusconi per fama, agganci, rapporti internazionali e potere economico conterà sempre più della Meloni, Di Maio, Salvini e Bersani messi insieme. Gli interessi (leciti e meno leciti) che sa smuovere e attirare lui gli altri se li sognano. Il “B” dà del tu a Putin e non è poco. Tutti gli altri hanno la strizza solo a nominarlo! Quindi, se chiami Forza Italia lei ti appoggia, con tutti gli annessi e connessi e quindi non puoi trattare Berlusconi come uno Zingaretti qualunque e per tenerlo buono ed ottenere ciò che vuoi da lui gli concedi il possibile. Qualcuno si opporrà? Non esiste la minima ipotesi. Nel gioco della politica sono tutte comparse. Lui no. Lo sa lui e lo sanno gli altri.
Dicevamo di Brunetta. Se proprio devi concedere a Berlusconi qualcosa di importante, allora meglio puntare su uno dei suoi che conosce bene la materia. È già stato a capo di quel ministero. D’altronde Brunetta non è né uno dal curriculum scarno né uno che non lavora. Anzi, ha fatto della lotta all’assenteismo nei pubblici uffici il suo marchio di fabbrica e dovreste ricordarvelo. Quindi Draghi ha scelto il migliore tra i peggiori o il peggiore tra i migliori. Meglio di così non poteva fare purtroppo.
La Gelmini è una volta vezzo della burocrazia e farà sicuramente meno danni agli affari regionali di quanti ne ha fatti all’istruzione. Anzi, si divertirà e si sentirà a suo agio. Una nota a parte va alla Carfagna. Questo è il vero favore a Berlusconi. Lei che stava lasciando Forza Italia dopo la questione del coordinamento, sarà il nome su cui Silvio punterà la ricostruzione del consenso al sud per poi candidarla alla presidenza della Regione Campania (sempre e sperando che Berlusconi sia ancora con noi tra cinque anni). Sta cercando una figura femminile da contrapporre a quella della Meloni ma con più charme.
C’è anche il caso di Giorgetti. Lui è il vero capo politico della Lega e detta la linea facendo fare spesso brutta figura a Salvini costringendolo a ritrattare affermazioni e posizioni. Giorgetti è un politico potentissimo e preparato (per questo molto stimato da De Luca) che dovrà gestire la ripartenza del motore economico dell’Italia che ovviamente si trova nel nord-est dove lui è l’anello di congiunzione tra la politica e gli imprenditori insieme al fedele Zaia. Quindi, allo sviluppo economico per forza di cose ci andava lui. Draghi pensa che per ripartire non si possa prescindere dalle aziende del Nord. D’altronde è uomo pragmatico e realista. Per il sud vede un rilancio del turismo ed è quello che crede sia l’unico punto di forza del meridione. Anche e soprattutto per questo ha scisso il ministero della cultura da quello del turismo. Questo governo è e sarà a trazione e cuore nordista ma ce ne dobbiamo fare una ragione. È lì il Pil del nostro paese e un banchiere guarda solo questo.
Grillo volevo il ministero della transizione ecologica e l’ha avuto. Certo non lo hanno dato ad uno del movimento ma mi sembra normale. Questo è il nuovo business del futuro ed è un argomento delicatissimo è fondamentale per tutto il pianeta e Kyoto non è carta straccia ma qualcosa che sposterà la sovranità dai paesi del petrolio verso altri lidi. Draghi mica è l’ultimo arrivato? È un ministero strategico ed è giusto metterci qualcuno di fiducia. Per questo Grillo non proferirà parola.
Il resto dei ministri politici sono lì per non partire già col mal di pancia di qualche forza politica ma cambiando il supervisore cambieranno anche modus operandi. Vedrete…
Speranza, Lamorgese, Bonetti, Di Maio. A Draghi interessa spendere bene i soldi del Recovery e portare risultati da questo punto di vista e poi far ripartire l’economia del nord. Il resto è show per i giornali e i social.
“Start.”

Felice Sorrentino