Calcio, Avellino-Vibonese. Modica: “Pari giusto, complimenti ad entrambe”.

Calcio, Avellino Vibonese. Modica: Pari giusto, complimenti ad entrambe.

di Lucio Ianniciello

La Vibonese non ha affatto sfigurato al Partenio Lombardi, Modica la pensa così: “Occasioni da una parte e dall’altra, bella partita. Potevamo andare sullo 0-2. Per il volume di gioco di entrambe le squadre pari giusto. Dopo un mese di sosta va bene. Non avevo a disposizione Berardi, Altobello, Prezioso, Taurino, Malberti, anche l’Avellino aveva tante defezioni. C’è stata intensità. Complimenti a entrambe”. Come nel pugilato si cerca di capire chi avrebbe vinto ai punti, non tralasciando i due rigori che si potevano fischiare all’Avellino: “Non sono l’arbitro, è successo a noi altre volte. Abbiamo avuto le nostre 4-5 palle gol, la perfezione non esiste. Ho finito con 7 under. Sono contento, grande partita dell’Avellino”.

Dove vuole arrivare la Vibonese, ora in griglia play off con i lupi: “Alleno per arrivare in alto, so che non è sempre possibile. I miei ragazzi si vogliono migliorare. Se non sbagliamo il nostro percorso è lineare. Ci possiamo divertire ma dobbiamo stare attenti a quello che succede dietro. Speriamo di fare un calcio piacevole. Mi diverto ad allenare e la società sa cosa serve”. Modica è soddisfatto e lo fa a capire a chiare lettere: “Ho avuto risposte oggi. A Vibo siamo partiti in emergenza. Contento della prestazione, chiaro che i giocatori importanti non li regaliamo. Avellino e’ un po’ come Bari, storia e stadio che fanno venire i brividi. Così è stato per i miei giovani. Tutto e’ migliorabile ma c’è stata una grande applicazione”. Un aggettivo per Parisi: “Straordinario”. Il mese di stop della C e un pensiero sul suo maestro Zeman: “Vale per tutti la sosta. Sono regole e vanno rispettate. Con Zeman si va a cogliere l’essenza di un determinato insegnamento di calcio ma non si può fotocopiare. Un grande insegnante di vita e di calcio, forse l’unico in Italia che non ha scheletri nell’armadio. Sono stato anche un suo giocatore oltre a lavorare con lui. È il non plus ultra”.