Caserta. Anti-coronavirus, importanti riscontri della cura-Ascierto con sei guarigioni

Caserta. Anti coronavirus, importanti riscontri della cura Ascierto con sei guarigioni

E’ ancora presto, per ritenere che sia stata imboccata in via risolutiva la strada giusta, per debellare gli effetti del devastante Covid19, malattia di complessa e rapida aggressività. E’ certo, tuttavia, che la curaAscierto apre interessanti e importanti orizzonti di speranze. E sulla scia dei positivi riscontri di qualche giorno fa, arriva in queste ore la conferma di guarigione per sei persone, contagiate dal Covid19, ricoverate nell’Ospedale “Sant’Anna e San Sebastiano” e sottoposte al trattamento sulla base del farmaco Tocilizumab, che normalmente viene utilizzato per la terapia dell’artrite reumatoide.

            La storia di quella che ormai comunemente è chiamata la curaAscierto è semplice e lineare; ed è espressione dell’attiva sinergia posta in campo a Napoli dalle strutture del “Cotugno” e del “Pascale”, i due presidi ospedalieri di medicina di alta specializzazione nel contrasto alle malattie infettive e alle malattie tumorali. Una sinergia che ruota sull’intuizione di trattare gli effetti del Covid19, troppo spesso letali, con l’utilizzo del Tocilizumab, la cui somministrazione è di particolare efficacia verso le complicanze della polmonite generate da Coronavirus. Un’intuizione rivelatasi di calibrata e di quell’affidabile competenza che dà frutti e alimenta fiducia verso quanti si dedicano con dedizione e cura alla scienza e alla medicina, rifuggendo da clamori e deplorevoli polemiche senza costrutto. La curaAscierto con tutti gli apporti di operosa professionalità che ne fanno la base, è anche e soprattutto questo. Un modello di impegno e di responsabile discrezione.

          “Sono già guariti sei pazienti- dice il dottor Paolo Maggi, direttore dell’Unità operativa Malattie infettive dell’ospedale della città capoluogo di Terra di Lavoro- di cui cinque sono stati già dimessi e uno è in divezzamento dall’ossigenoterapia. Per un altro paziente- conclude- nel reparto di Rianimazione si è ottenuto uno dei pochi trattamenti erogato in Italia con il farmaco Remedesivir, con il tampone del paziente negativizzato ed è stato estubato”.