Cicciano. I giovani “incontrano” Etty Hillesum

Cicciano. I giovani “incontrano” Etty Hillesum

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di Gianni Amodeo

Degno di significativo rilievo, l’interesse partecipativo dei visitatori della Mostra documentale, dedicata ad Etty Hillesum, la giovane olandese ebrea, immolata nel 1943 ad Auschwitz, nell’immane tragedia della Shoah. Allestita nel Centro Nadur e proposta dalla comunità parrocchiale di San Pietro e Paolo -nel quadro delle celebrazioni in onore di SantAntonio Abate, che si apriranno ufficialmente venerdì- coinvolge in questi giorni in modo particolare i giovani dei Licei e degli Istituti statali d’Istruzione superiore dell’intero territorio della Diocesi di Nola.

E’ un articolato e stimolante coinvolgimento che corrisponde anche e soprattutto alle strutturate modalità di approccio per gruppi di visitatori, attraverso Laboratori e Spazi espositivi ben curati, ai temi che identificano e connotano il pensiero di Etty, al filtro delle pagine di buona e penetrante scrittura sia del Diario che delle Lettere che costituiscono l’importante retaggio di fede religiosa e di etica che ha lasciato, quale autentico “Cuore pensante”.

E va evidenziato che una delle cifre di spicco delle celebrazioni in onore di SantAntonio Abate è espressa, ogni anno, dall’omaggio ai giovani concittadini che si distinguono nell’impegno di studio, conseguendo il diploma di Maturità e la Laurea universitaria con il massimo dei voti. E’ l’omaggio – giunto nel 2019 alla 19.ma edizione- che s’intitola al Santo; omaggio, promosso dal Comitato organizzatore delle celebrazioni, ed inserito nel percorso della Mostra, con l’intervento del vescovo Francesco Marino che nella serata inaugurale dell’evento ha consegnato ai giovani le pergamene premiali e il Diario di Etty Hillesum.

Il senso dei riconoscimenti premiali, edizione 2019, è costituito dalla valenza del rapporto ideale con il mondo di Etty, per comprendere che non solo la Cultura e la sua costante ricerca sono importanti per la formazione della persona, ma sono anche rispondenti alla crescita di una comunità e alla circolazione delle idee, soprattutto se conoscenza e sapere dalla sfera della razionalità sono calate nel sentire, all’insegna di quel “Cuore pensante”, di cui Etty è una testimonianza, segnatamente nel racconto delle Lettere, con la plastica e minuziosa rappresentazione della vita tribolata dei deportati e del deportate nel Campo di transito di Westerbork, in attesa del trasferimento in convogli ferroviari verso il destino di morte ad Auschwitz . E’ la vita tribolata e angosciosa che con calda umanità e la luce della fede Etty cerca di lenire, pur essendo segnata dallo stesso destino.

E’ il dato che ben sottolinea Rosa Gaglione, giovane animatrice della comunità parrocchiale, dopo la visita al Nadur : “mi è sembrata molto reale … lasciando questa Mostra porto via la convinzione che è possibile vedere Dio anche nelle situazioni molto molto tristi quando sembra che il male prenda il sopravvento in realtà sono situazioni in cui Dio vuole dirci qualcosa”.

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