Dissequestro caseificio irpino, danno di immagine per errore. Coldiretti Campania: scagionato il caseificio Molara di Zungoli

Dissequestro caseificio irpino, danno di immagine per errore. Coldiretti Campania: scagionato il caseificio Molara di Zungoli

Un errore procedurale ha rischiato di distruggere la cooperativa Molara di Zungoli, in provincia di Avellino, che dal 1972 produce formaggi irpini di eccellenza. Lo comunica Coldiretti Campania, evidenziando una vicenda che merita attenzione per il valore sociale ed economico che rivestono le piccole produzioni agroalimentari nei territori rurali. Il piccolo caseificio omonimo è stato oggetto di un controllo tra aprile e maggio del 2019, a cui è seguito il sequestro amministrativo di circa 20 quintali di formaggi, con un rilevante valore economico, tra i quali pecorino bagnolese e caciocavallo “del priore”, riconosciuti come Pat – prodotti agroalimentari tradizionali nell’elenco nazionale del Ministero dell’Agricoltura.

Nei verbali viene contestata la tracciabilità e quindi la mancanza di sicurezza alimentare. La molla del sequestro è stata la mancanza di etichette nei formaggi conservati nella grotta di stagionatura, nel centro storico di Zungoli. I titolari del caseificio, Genesio ed Enzo De Feo, attraverso i propri legali e ad un esperto di diritto alimentare hanno contestato subito la decisione, evidenziando che l’etichettatura avviene nella fase di commercializzazione e non in quella di stagionatura. Tuttavia solo a settembre arriva il dissequestro, attraverso un provvedimento degli uffici di controllo della Regione Campania che ha annullato i verbali per errore di procedimento e annotato, peraltro, che nel dubbio andava applicato l’istituto della diffida e non il sequestro.

“L’eco mediatica di questo provvedimento ingiusto – dichiarano Genesio ed Enzo De Feo – è stata enorme e ci ha procurato danni sia economici che morali. I nostri clienti abituali ci sono stati vicini, ma nel dubbio abbiamo corso il rischio di perderli se il sequestro fosse durato ancora, mettendo in crisi anche tutte le aziende zootecniche socie della cooperativa. Sui nuovi clienti l’effetto è stato pesante. Stavamo per aprire un canale commerciale con il Giappone, che si è chiuso di colpo appena la vicenda è finita sui giornali. Anche il danno morale è stato pesante, una ferita profonda per persone come noi abituate al lavoro duro e onesto. Da oltre quarant’anni la nostra cooperativa consente agli allevatori di Zungoli, Villanova, Ariano Irpino, Vallata, Calitri, e ultimamente anche del beneventano, di continuare la loro attività e di tenere in vita aziende agricole in aree difficili. Noi siamo i primi a volere i controlli ed è giusto che si facciano con rigore, ma occorrerebbe essere più cauti e sensibili”.