Falsi incidenti, con mutilazioni e anche un morto. Arrestati in 42

Falsi incidenti, con mutilazioni e anche un morto. Arrestati in 42

Truffe assicurative, con falsi incidenti stradali per ottenere soldi: la Guardia di Finanza e la Polizia hanno arrestato 42 persone a Palermo e Trapani. Inscenavano finti incidenti stradali con gravi danni fisici per le vittime. Le accuse sono truffa, estorsione, associazione a delinquere. Le vittime erano scelte tra le persone più povere, che, per poche decine di euro, si facevano letteralmente spaccare le ossa, facendosi rompere braccia e gambe. Offrivano 300 euro per una gamba da fratturare, quattrocento per un braccio. “Non sentirai niente”. Invece, utilizzavano spranghe, dischi di ghisa, blocchi di cemento e anestetici di scarsa qualità.

Poi, entravano in gioco medici e consulenti compiacenti che perfezionavano la truffa. Tra gli arrestati c’è anche un avvocato palermitano che curava la parte legale di molti dei falsi sinistri.

Una tecnica collaudata da una banda criminale a Palermo, soprannominata la banda “spaccaossa” che ha fatto anche una vittima.  È quanto emerge dall’inchiesta della Procura che ha portato al fermo di 34 persone. La vittima è un cittadino tunisino, Hadry Yakoub, trovato morto su una strada alla periferia del capoluogo, per questa vicenda erano state già fermate lo scorso agosto tre persone. All’extracomunitario sarebbero state somministrate dosi di Crack per evitare che si potesse sottrarre alle lesioni.

La morte, in un primo momento decretata come conseguenza di un incidente stradale, in realtà era stata determinata dalle fratture multiple procurate al tunisino da appartenenti all’associazione criminale al fine di inscenare un finto incidente. I responsabili non avevano poi esitato a fingere comunque che il tunisino fosse rimasto vittima di incidente stradale.

Il primo passaggio era l’individuazione di disperati disposti a subire menomazioni fisiche anche permanenti che le obbligavano a rimanere sulla sedia a rotelle. È nella disperazione di una città che affonda l’indagine. I finti incidenti, ma con dolore vero, hanno avuto per protagonisti disoccupati che vivono in condizioni di povertà, tossicodipendenti, ragazze madri e senza tetto.

A fronte degli spiccioli alle vittime, le organizzazioni criminali, che si sono avvalse delle prestazioni di compiacenti professionisti, intascavano importanti rimborsi assicurativi: in tantissimi casi di elevatissimo importo, connesso alla gravità delle menomazioni fisiche ed al grado di invalidità – in alcuni casi permanente – arrecato alle vittime.