FORINO: SI FESTEGGIA LA SOLENNITÀ LITURGICA DI SAN LUIGI GONZAGA

FORINO: SI FESTEGGIA LA SOLENNITÀ LITURGICA DI SAN LUIGI GONZAGA

FORINO: SI FESTEGGIA LA SOLENNITÀ LITURGICA DI SAN LUIGI GONZAGAE’ considerato il patrono mondiale dei giovani, San Luigi Gonzaga il cui culto nella terra di Forino e’ molto sentito. Prova ne sono i tanti nomi Luigi che nella terra dei sette colli spopolano a bizzeffe. Dunque festa grande con i forinesi, i quali da tempi immemori lo considerano come il Santo Patrono putativo insieme al Protettore San Nicola di Bari. Per comprendere l’importanza del culto ,e la devozione verso il Santo fanciullo, basti pensare che non c’è nucleo familiare forinese, che non abbia un “Luigino o Giginella”. Sappiamo che Luigi Gonzaga , nacque da Maria Santena di Chieri e dal marchese Ferdinando, discendente dalla nobile e potente famiglia dei Gonzaga, nel 1568. Dalla madre, insieme col latte succhiò pure i primi germi di santità, facendo prevedere l’eccelso grado di perfezione a cui sarebbe sì rapidamente asceso. Ancora piccolo, molte volte fu visto dai servi e dalla stessa madre in un angolo remoto del palazzo assorto in preghiera.

Il marchese suo padre, intanto, ignaro di tutto il lavoro soprannaturale che la grazia divina operava nel suo caro Luigino, e sedotto dal desiderio di grandezza che lo stesso intendeva fare del figlio, ossia una celebrità, non cessava di mandarlo or da questo, or da quell’altro grande, senza avvedersi che un tale modo di agire contribuiva mirabilmente a rendere uggiosa al giovane principe la vita pomposa, vuota e sciocca delle corti.

Luigi contava appena sedici anni quando chiese al padre di entrare nella Compagnia di Gesù. Questi, vedendo fallite e deluse tutte le sue speranze, si oppose, ma invano. Il nostro Santo insistè con tanto coraggio e fermezza, che vinse le opposizioni paterne. Ed eccolo finalmente, dopo la bufera, approdare al porto desiderato della Compagnia di Gesù. Fin dal suo primo ingresso nella religione, egli si prefisse un programma di vita: dietro l’illuminata guida dei suoi superiori, avrebbe fatto tutto quello che tornasse gradito al Signore.

Nonostante la sua innocenza, non risparmiò duri colpi di flagello al suo corpo, perché noi tutti, dalla carne .guasta, imparassimo quale è il mezzo per spegnere la triste fiamma della passione. A questo aggiunse una semplice ma affettuosa devozione a Maria SS, a cui consacrò il suo giglio profumato col voto di perpetua verginità. Ventiquattrenne fu trovato maturo per il cielo. In Roma serpeggiava la peste micidiale, che seminava ovunque le sue vittime. Il santo giovane chiese di essere mandato in soccorso dei poveri appestati, e fu accontentato, ma egli stesso contrasse il morbo. Dopo pochi giorni di malattia, circondato dai confratelli, se ne volava serenamente al cielo il 21 giugno del 1591. Forino lo ricorderà, come sempre fatto con la solenne processione che muoverà dalla Chiesa di Santo Stefano nel rione Palazza alle ore 19,30 attraverso le strade principali della cittadina dei colli. DANIELE BIONDI