Il monito dell’eccidio di Nola del ’43 e la tutela dei diritti umani nel nostro tempo

Il monito dell’eccidio di Nola del ’43 e la tutela dei diritti umani nel nostro tempo

Tra il 10 e l’11 settembre del 1943 nella Caserma “Cesare Battisti”, dov’era stanziato il 12 reggimento d’artiglieria dell’Esercito italiano, si consumò l’eccidio di Nola, per opera delle truppe tedesche in ritirata sotto l’incalzare delle forze militari anglo-americane, con l’uccisione, per rappresaglia, di undici ufficiali ed un soldato semplice. Accadeva 77 anni fa. Il Coordinamento nazionale dei docenti impegnati nella diffusione e nella pratica del rispetto dei diritti umani ricorda il drammatico evento e lancia alla comunità scolastica italiana, a pochi giorni dalla ripresa delle attività didattiche, dopo il lock down imposto dal Covid-19, l’appello alla riflessione sui valori dell’umanità e della democrazia solidale, guardando alla dolorosa e tragica vicenda, rendendola attuale, a fronte delle tante violazioni dei diritti umani che continuano a consumarsi nel mondo.

di Gianni Amodeo

E’ una drammatica vicenda doverosa da ricordare, quella che evoca l’eccidio consumatosi , tra il 10 e l’11 settembre del 1943, nella Caserma “Cesare Battisti”, in piazza d’Armi, quando le truppe tedesche in ritirata incalzate dalle truppe anglo-americane, uccisero, per rappresaglia, 11 ufficiali e un soldato semplice del 12.o reggimento d’artiglieria dell’ Esercito italiano che vi era stanziato.

 Erano i giorni confusi e convulsi che seguirono l’armistizio, formalizzato e reso ufficiale l’ 8 settembre, a Cassibile, in Sicilia, dal generale Pietro Badoglio, con cui l’ Esercito italiano cessava da ogni ostilità verso le truppe anglo-americane, nell’alleanza con  Germania e Giappone per il secondo conflitto mondiale; una cessazione di ostilità, che nel corso delle trattative era stata già definita  il 3 settembre con la dichiarazione di resa incondizionata, firmata dal generale Giuseppe Castellano, proprio alle forze militari anglo-americane, sbarcate sulle coste siciliane a luglio dello stesso anno, nel quadro delle operazioni sul fronte europeo, dirette dal generale David Dwight Eisenhover, il popolare Ike, che sarà presidente degli States.

L’eccidio di Nola fu il primo della lunga e dolorosa serie di stragi e uccisioni di cittadini innocenti e comunità inermi, poste in atto dalle truppe tedesche in quei foschi e lontani giorni; stragi e uccisioni che sono i violenti e tragici volti di tutte le guerre, in ogni contesto  e in tutti i tempi. E ancor più lo sono nei tempi correnti, con le enormi potenzialità distruttive che la tecnologia è in grado di assicurare ai sistemi d’arma, sempre più sofisticati con alta portata mortale ed operatività di elevata precisione per terra,mare, segnatamente per aria e ormai attraverso lo spazio,  come dimostra, tanto per fare un esempio, il devastante attentato alle Torri gemelle dell’11  settembre del 2001, appena 19 anni fa, appunto, che traumatizzò New York, il cuore del Grande assetto economico, finanziario e produttivo degli Stati Uniti d’America.

Nel recuperare il valore testimoniale dell’eccidio di Nola nell’attualità, si colloca l’importante iniziativa del Coordinamento nazionale dei docenti della disciplina dei Diritti umani, attivo da anni nel mondo della Scuola, con fulcro propulsivo di manifestazioni e attività di respiro umanitario e liberal-democratico a Lucca, e presieduto dal professore  Romano Pesavento. E’ l’appello alla comunità scolastica italiana, la cui vita didattica riprenderà lunedì prossimo, dopo il lungo lock down imposto dal Covid19, a meditare sulla storia dell’eccidio, rivisitando la genesi e le cause della seconda guerra mondiale e le violenze che la connotarono, con la tragedia dell’immane Shoah nella tragedia bellica, in cui furono immolate cento milioni di vittime umane. Una riflessione, che si squaderna sul significato e sulla pratica della libertà nella democrazia, ancorata ai diritti umani; quei diritti umani offuscati e annullati ieri dalle ideologie violente e totalitarie generatrici di morte e persecuzioni,  ma che anche nel Terzo Millennio dell’età postindustriale, sono sotto attacco, come evidenziano sotto tutte le latitudini del globo terrestre le restrizioni, se non chiusure alla libera circolazione delle idee, del pensiero e delle professioni religiose, per non dire delle tante forme con cui i poteri dei governi autoritari e autocratici negano i principi della vita dignitosa, della giustizia eguale per tutti e della forza emancipatrice del lavoro.

            I diritti umani sotto attacco nella società del Terzo Millennio

E’ davvero ampio il corollario dei diritti civili e collettivi negati,nei nostri giorni. E sintomi preoccupanti sullo stato di salute delle libertà umane e civili nel mondo, sono la recrudescenza dei fenomeni razziali negli Stati Uniti d’America, la compressione dei principi di autodeterminazione del popolo di Hong Kong, le dinamiche e gli impulsi del crescente nazionalismo sovranista della Turchia islamista e della Russia  potenza euro-asiatica di primo livello. E senza dire dell’espansionismo geo-politico della Cina riversato, in particolare, sull’Africa; ed è la Cina, che condanna, per dissidenza politica, a 11 di carcere, lo scrittore Liu Xiaobo, Premio Nobel per la Pace, morto a 61 anni in ospedale per tumore al fegato nel 2017. Sono sintomi di sofferenza dei diritti umani nella società contemporanea, come attestano le persecuzioni,  di cui, e non a caso, il primo bersaglio è costituito dall’informazione stampata ed elettronica, con giornalisti censurati o incarcerati o avvelenati  o eliminati, per essere testimoni di verità, disvelando l’arroganza,l’arbitrio e le ingiustizie con cui il potere spesso viene esercitato.

Il nostro tempo –  è il senso dell’appello del Coordinamento–  va “letto” e conosciuto anche e soprattutto alla luce degli orrori di ieri, per  non ripeterli. Ed è necessaria la lucida razionalità, che fa valere il bene universale della vita per uomini e popoli senza distinzioni etniche e razziali o politiche ed economiche, in antitesi a tutto ciò che ne costituisce la negazione.

E’ il senso del …”simul ante retroque prospiciens”…. che  si ritrova in quello  scrigno denso e ridondante di  distillate e pregiate gemme di saggezza, con cui Francesco Petrarca  scrive nel suo bel latino i “Rerum memorandarum libri”, inteso alla lettera come “I libri delle cose memorabili”da tramandare. E’ il  senso del “guardare al contempo verso il futuro in correlazione con il passato”, discernendo il positivo dal negativo per l’umano progresso. E’ il senso che ispira la grande lezione delle idee e della poesia di Francesco Petrarca, antesignano delle idealità del Cittadinanza europea; idealità che dal ‘300 risaliranno nei grandi alvei dell’umanesimo rinascimentale, per incontrare e interagire con i postulati dell’illuminismo e delle rigorose  concezioni di Immanuel Kant , le visioni del socialismo umanitario e progressivo, le prospettive dell’umanesimo integrale d’impianto cristiano, che ispira Jacques Maritain. E’ il disegno dell’ universalismo liberale e democratico, in cui si incastona e vive la civiltà dei diritti umani da diffondere e tutelare.

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