Il WWF insieme alle associazioni che aderiscono al comitato nazionale per la Tutela del Fratino si appellano alla Regione Campania: segnalazioni dalle coste cilentane.

Il WWF insieme alle associazioni che aderiscono al comitato nazionale per la Tutela del Fratino si appellano alla Regione Campania: segnalazioni dalle coste cilentane.

Il WWF insieme alle associazioni che aderiscono al comitato nazionale per la Tutela del Fratino, chiede alla Regione Campania di non dare ulteriori porzioni arenile agli stabilimenti balneari, e di lasciare le spiagge “libere”. Purtroppo segnalazioni preoccupanti arrivano già dalle coste Cilentane; è di pochi giorni fa la segnalazioni di un Bando del Comune di Vibonati per tre nuove concessioni demaniali; la segnalazione  fatta da alcuni cittadini è mirata ad una parte di arenile in località Villamare presso la duna dell’Oliveto, dove nidifica il Corriere Piccolo, in pieno Parco del Cilento; il comune ha emesso un bando per tre nuovi lidi balneari sulle spiagge del territorio di Villammare. Uno di questi è posto proprio davanti la duna dell’Oliveto,  sito che il WWF ha chiesto e ottenuto di tutelare nel 2016 grazie agli attivisti locali.  Un lido così  posto danneggerebbe irrimediabilmente l’ecosistema dunale e la cova del corriere piccolo che da due anni fa i nidi alla base della duna. Per tale motivo il Wwf si è attivato per denunciare alle autorità competenti quanto segnalato.

Segue lettera inviata alla Regione Campania

Spett.le  Presidente Giunta Regione Campania
On.Le Vincenzo De Luca
Spett.le  Presidente Consiglio  Regione Campania
On.Le Rosa d’Amelio

Oggetto: Rischio di gravi problematiche ambientali in caso di affidamento di spiagge libere a stabilimenti balneari

Gentili Presidenti, è di questi giorni la proposta avanzata da alcuni gestori di stabilimenti balneari, in relazione alle disposizioni legate alle problematiche sanitarie legate al Covid 19, di utilizzare le spiagge libere in allargamento della propria concessione al fine di incrementare il numero di fruitori.
I litorali sabbiosi però, prima di rappresentare un’importante opportunità per lo sviluppo economico dei territori, sono ambienti naturali fondamentali per il mantenimento degli ecosistemi nonché importanti hot spot di biodiversità ed è necessario, al fine di tutelare specie e ambiente, che le spiagge libere rimangano tali.
La quasi totalità delle spiagge della Campania infatti è già affidata in concessione a soggetti privati e destinata al turismo balneare e le residue aree naturali, limitate a pochi lembi di costa (in alcuni casi poche decine di metri) sono concentrate proprio all’interno delle spiagge libere, le quali ospitano specie e ambienti estremamente rari e spesso sottoposti a vincoli di protezione. Tra le specie protette da normative nazionali e comunitarie, che risentirebbero fortemente di tale provvedimento, troviamo gli uccelli, sia nidificanti che migratori, tutelati ai sensi della legge n. 157/92, della convenzione di Bonn, della convenzione di Berna e della direttiva Uccelli e inseriti nella lista rossa dell’IUCN (International Union for Conservation of Nature), la tartaruga marina Caretta la cui riproduzione sulle spiagge campane sarebbe messa a rischio, gli invertebrati ed essenze botaniche ad elevata tutela (Duna sabbiosa). Tra le specie più compromesse vi è il corriere piccolo (Charadrius dubius) e il Fratino Charadrius alexandrinus, quest’ultimo inserito nell’Allegato I della Direttiva Uccelli 2009/147/CE come “specie di interesse comunitario” . In Campania esso è presente con appena 12 coppie concentrate nelle spiagge libere; una popolazione così esigua sarebbe sicuramente portata all’estinzione da un utilizzo imprenditoriale di tali aree. Per la conservazione di questa specie si è costituito un Comitato Nazionale, al quale le Associazioni scriventi aderiscono. In Campania la specie è monitorata e vengono attuate azioni di sensibilizzazione rivolte ai bagnanti ed ai gestori di stabilimenti balneari con buoni risultati ma con grande impegno.
Inoltre gli interventi ( utilizzo di mezzi pesanti per lo spianamento del litorale, e l’eradicazione di specie arboree) necessari per lo sfruttamento intensivo di tali aree arrecherebbero danni irreversibili agli habitat consolidati nel corso di tempi lunghissimi, caratterizzati da dinamiche estremamente delicate ed equilibri fragili.
Le spiagge libere, grazie alle loro caratteristiche morfologiche e naturali, svolgono il fondamentale ruolo di contenimento dell’erosione costiera e nel lungo periodo, una gestione tendente a massimizzare il profitto e ad un utilizzo imprenditoriale andrebbe non solo a vanificare tale funzione, con gravi problemi futuri di erosione, ma si ripercuoterebbe negativamente anche sugli stessi gestori di stabilimenti distruggendo in pochi mesi il capitale naturale che negli anni si è consolidato e conservato;
Per tale motivo le associazioni firmatarie chiedono alle SSVV di non concedere ulteriori spazi del nostro litorale in gestione a privati e di tutelare e conservare il patrimonio naturale, oggi fondamentale per un corretto rapporto uomo natura.

Wwf Italia ONLUS ONG