IO CI CREDO, la nuova campagna lanciata dall’avvocato Giovanna Russo, attraverso la sua pagina Facebook “Donna a testa scalza contro la violenza”

IO CI CREDO, la nuova campagna lanciata dall’avvocato Giovanna Russo, attraverso la sua pagina Facebook “Donna a testa scalza contro la violenza”

Visto il risalto mediatico che si è avuto in pochissimo tempo, abbiamo deciso di intervistarla. Di seguito ci racconterà di sé e della sua nuova campagna, attraverso delle pagine di diario che ci ha mostrato.

In cosa consiste, esattamente, per chi vorrebbe aderire?

Basta riprendere il messaggio, che di seguito vi illustro, incollarlo sulle bacheche dei propri social, inserendo una foto che ritragga la persona con la propria amica speciale e taggando la pagina “Donna a testa scalza contro la violenza” nonché persone invitate ad aderire all’iniziativa:

“In un momento di forte crisi di valori, ritengo sia giusto riscoprire l’altruismo, la solidarietà e l’amicizia tra donne. Inserite una foto che vi ritrae con la vostra amica del cuore, taggatela e aggiungete l’Hastag IO CI CREDO”.

Cosa l’ha condotta a questa nuova iniziativa?

Il mondo è stato inghiottito in un vortice di malessere, schiavismo ai social, dipendenze dal gioco e dai network, ora più che mai.

Prevale l’individualismo, c’è stato un forte distacco dal prossimo e si è perso così il contatto umano.

Siamo arrivati in un momento storico in cui tutto è “niente”, dove tutto ha lo stesso valore, la morte e la vita sono sullo stesso piano.

Sono di questi i giorni le scene per TV di feretri trasportati al forno crematoio senza che i loro cari potessero dargli un ultimo saluto, senza che le persone decedute potessero ricevere il sacramento dell’estrema unzione; beh, se questa è VITA, io non voglio crederci.

Ecco, perché mi sono convinta a lanciare la campagna “IO CI CREDO” avente come obiettivo, quello di recuperare alcuni valori, prima fra tutti la solidarietà femminile, questa sconosciuta.

Oggi, migliaia di donne sono costrette a convivere con i loro aguzzini, vedendosi in una condizione di impedimento, di costrizione, di soggezione; non deve passare questo messaggio!

Più che mai, attraverso i social, dobbiamo manifestare la nostra solidarietà, la nostra vicinanza, affinchè possano avere la forza di allontanarsi, per denunciare (spostamento necessario) o per contattare l’apposito numero 1522.

Insomma, noi donne, tutte assieme, dobbiamo dare un messaggio di forza, di coraggio, riscoprendo la complicità con la nostra amica speciale, in una foto che ci ritrae insieme.

Ovviamente, IO CI CREDO va letto in un’ottica molto più ampia, con l’ambizione di riscoprire dei valori autentici che ci caratterizzano come esseri umani: l’altruismo, l’amicizia, le nostre passioni, il nostro tempo, la nostra identità, il nostro ruolo nel mondo visto sempre in rapporto al prossimo.

Riteniamo di mostrarvi alcune pagine del suo diario.

“Era una giornata di sole, verso sera, presa dallo sconforto di una delusione, la delusione più forte e più vera, la delusione che le avrebbe cambiato la vita, decise di dare sfogo alla sua penna e cominciò a scrivere di sé, di quella che era e di quella che sarebbe divenuta.

La delusione coincideva con il decimo giorno di quarantena.

In Italia da 10 giorni, esattamente dal decreto del 4 marzo 2020, tirava un’aria irrespirabile; le persone era costrette a starsene a casa per evitare il contagio di un terribile Virus proveniente dai paesi orientali.

Il tutto era propizio per coltivare una nuova passione.

Aveva sempre vissuto al riparo da giudizi e pregiudizi della gente, per non mettere in evidenza la sua diversità. Eppure la sua dimensione non la soddisfaceva più. Voleva raggiungere il suo equilibrio e quindi iniziò a mutare.

Il cambiamento era iniziato nel padiglione della Fiera di Roma nel gennaio 2018, durante le prove del concorso in Magistratura.

Era il terzo giorno, traccia difficilissima, alla quarta ora, il padiglione si svuotò e lei resto a meditare fra sé, sulla decisione da prendere, capì che era il momento di abbandonare la fanciullezza e di adottare una decisione per il suo futuro. Uscì tra le ultime ma non consegnò. Aveva capito di non poter inseguire un’utopia e che doveva perseguire ciò per cui era portata.

Da lì, la strada è stata breve per capire cosa per cui fosse realmente portata. Riprese il suo lavoro, l’avvocatura, riprese il contatto con i clienti ed ebbe modo per fare nuove conoscenze, tali che le avrebbero fatto intraprendere la strada verso il mondo dello spettacolo.

Da lì capi, esattamente frequentando quel mondo, che la sua diversità non era poi così male come argomento di discussione su cui rintracciare un messaggio di forza per gli altri.

Dopo diversi interventi in TV, capì che i tempi erano maturi per affrontare il suo mostro e che avrebbe potuto annientarlo diventandole amica.

Fu proprio così. Il 30 novembre 2019 ebbe il coraggio di riconoscerlo e annientarlo. Annientò il suo mostro.

Prese l’impianto tra le mani, ne trattenne i capelli per un po’, e con una spinta che le proveniva dal basso, riuscì a strapparlo dalla testa con estrema meraviglia delle persone che la circondavano.

Fu per lei il giorno più importante della sua vita, riuscì finalmente a restituire un sorriso ai suoi genitori, ai suoi amici che con lei avevano sofferto un disagio fatto di incomprensione.

Era libera!

Manifestò a tutti la sua libertà, quella a cui aveva sempre aspirato, senza riuscirci, perché i veli della timidezza la impedivano.

Nulla era più come prima, tutto aveva un diverso sapore. Riusciva ad essere se stessa in tutte le circostanze della vita. Dialogava con le persone e non sentiva più il peso assordante della diversità. Si sentiva, anche se a testa scalza, uguale agli altri.

Riusciva ad essere una donna a testa scalza ma felice.

Queste sono state le basi che l’hanno condotta al ventiquattresimo giorno di quarantena ad affrontare una nuova iniziativa recante il nome “IO CI CREDO”, attraverso la pagina Facebook “Donna a testa scalza contro la violenza” in cui quotidianamente, durante le pause lavorative, carica foto e messaggi di coraggio.

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