IRPINIA. Emergenza coronavirus: Enti locali a rischio. Santacroce (Cisl Fp): «È necessario un cambio di passo per scongiurare il default»

IRPINIA. Emergenza coronavirus: Enti locali a rischio. Santacroce (Cisl Fp): «È necessario un cambio di passo per scongiurare il default»

«I mancati incassi causati dalla pandemia potrebbero mettere in ginocchio gli Enti locali delle nostre provincie», Antonio Santacroce, segretario Cisl Fp IrpiniaSannio lancia l’allarme. «Molti comuni – osserva il sindacalista – erano già ad un passo dal default: adesso, dopo la crisi determinata dall’emergenza per il nuovo coronavirus, potrebbero compiere passo decisivo verso il crac allo stesso modo di tante imprese e famiglie che sono sul lastrico».
 
«Rinviare il pagamento dei tributi ed elargire contributi a fondo perduto è stato un atto necessario per non danneggiare ulteriormente i cittadini. In questo momento, in piena fase 2, dobbiamo guardare al futuro perché il crollo delle entrate per ogni amministrazione pubblica può essere fatale. Agli Enti non manca solo la liquidità, ma in alcuni casi potrebbe essere impedita la chiusura dei bilanci, la garanzia dei servizi essenziali e il pagamento degli stipendi dei dipendenti».
 
«Con la presentazione della proposta di Contratto Collettivo Decentrato Integrativo ad inizio anno, volevamo dare una svolta rispetto agli anni passati stipulando un contratto che vedeva la piena applicazione degli istituti del CCNL  2016/2018.
Siamo per questo convinti che non occorre garantire e discutere soltanto del salario accessorio dei dipendenti ma dobbiamo con urgenza aprire un tavolo negoziale nell’ottica del miglioramento dei servizi offerti ai cittadini, della valorizzazione delle professionalità interne, dell’avvio di processi di stabilizzazione, concorsi, formazione, smart working». 
«Dopo anni di precariato ci sono ancora lavoratori non contrattualizzati: rimarchiamo come il lungo blocco di assunzioni, i pensionamenti e le cessazioni per cause diverse, abbia determinato lo svuotamento degli Enti. Per questo i servizi risultano resi da personale stabilizzato a tempo parziale, con ovvi aspetti negativi e che non possono garantire la stessa efficienza rispetto al tempo pieno».
 
«Lavoratori che rivestono ruoli di particolare responsabilità e carichi di lavoro sproporzionati. La trasformazione dei contratti da part-time a full-time sarebbe il riconoscimento della giusta dignità al rapporto di lavoro di tantissimi dipendenti che, senza possibilità di scelta, hanno accettato il lavoro a tempo».
 
«Insomma, basta elogi propagandistici. Per evitare il crac degli Enti locali è necessario un passo diverso: un percorso che programmi in che modo si vuole affrontare il futuro e con quali risorse. Solo in questo modo possiamo frenare gravi conseguenze che non solo minano la tranquillità stipendiale dei dipendenti ma anche i servizi alle fasce più deboli».