IRPINIA. Chi e quanti sono gli enti locali che non pagano i contributi? Il presidente provinciale di Confimprenditori Santoli: occorre subito un censimento subito anche in irpinia

IRPINIA. Chi e quanti sono gli enti locali che non pagano i contributi?  Il presidente provinciale di Confimprenditori Santoli: occorre subito un censimento subito  anche in irpinia

AVELLINO – C’è qualcosa che non si racconta a proposito di previdenza e di pensioni. Non si dice che i conti dell’Inps – oltre che per la presunta precocità pensionabile – sono in rosso a causa dell’accorpamento dell’Inpdap e del mancato versamento dei contributi da parte delle amministrazioni pubbliche. La cassa ex Inpdap degli enti locali ha accumulato debiti per decine di miliardi e va considerato il fatto che centinaia di comuni in dissesto hanno difficoltà a pagare i contributi tanto da risultare morosi. Da qui sorgono spontanee alcune domande:quanti e quali sono gli enti che non versano i contributi? Quanto è l’ammontare arretrato che deve essere versato nelle casse dell’Inps? Quante ispezioni avvengono sul regolare pagamento dei contributi nel pubblico negli enti locali, nelle partecipate? Ispezioni che – detto per inciso – sono una prassi ordinaria nel settore privato, dove alle aziende in caso di inadempienze contributive viene peraltro negato il Durc. I contribuenti italiani che hanno conosciuto e conosceranno i rigori della legge Fornero con il posticipo della loro età pensionabile hanno il diritto di essere informati a riguardo e ne hanno diritto le imprese su cui si scaricano i costi del dissesto degli enti locali. Chissà se facendo chiarezza non possa anche rifiorire il sorriso sulle labbra dell’ex ministra del lavoro.C’è un numero elevato di enti locali che non versano i contributi pensionistici ai dipendenti. Su tale situazione parla il vice presidente nazionale di Confimprenditori Dott. Gerardo Santoli che spiega : “E’ un tema su cui Confimprenditori continuerà a battere viste le proporzioni del caso e la sua valenza politica. Diamo un’occhiata ai numeri: su 250milioni di contributi previdenziali calcolati a carico degli enti locali nel 2017 ne sono stati versati – dati forniti dall’Inps – solo 80milioni. Il dato emerge da un controllo fatto proprio dall’istituto previdenziale presieduto da Tito Boeri – l’unico, a quanto pare – fatto dall’Inps lo scorso anno. Se ne deduce che all’appello mancano 170milioni di euro il che significa che l’evasione contributiva degli enti locali consiste in più di due/terzi del gettito previsto. In irpinia mancano all’appello circa 2 milioni di euro. Un dato impressionante aggravato dalla mancanza di un censimento scientifico sul numero e l’identità degli enti pubblici morosi. Non solo comuni e provincie ma aziende partecipate, ospedali, università ecc.” E’ assurdo, ma in Italia ai cittadini non è dato sapere chi sono gli enti pubblici – dunque sovvenzionati con le imposte – che si possono permettere di non versare i contributi e che dunque continuano ad accumulare un debito destinato a ricadere sulla fiscalità generale e ad aumentare esponenzialmente nei prossimi anni. “Tuttavia lo Stato sembra avere una soluzione al problema: da un lato recuperando gli ammanchi dalla fiscalità generale dall’altro colpendo pesantemente quelle aziende che magari colpite dalla crisi posticipano il versamento dei contributi anche di poche settimane. Ecco sulle aziende, sui privati come sui cittadini lo stato è capace di usare il pugno di ferro piombando su ogni irregolarità contributiva (o fiscale) con sanzioni immediate – come il blocco del Durc – o posticipando l’età pensionabile dei lavoratori: chiamati a fare sacrifici per coprire anche i buchi previdenziali creati dallo Stato con se stesso. Per questo ora è necessario un elenco aggiornato degli enti locali responsabili di evasione contributive. Vogliamo sapere chi e per quale entità le amministrazioni pubbliche non versano i contributi. Non per farci gli affari dell’Inps ma come si dice, per regolarci sui nostri e, non per ultimo, per suggerire una strada dove poter recuperare le perdite di denaro pubblico. E magari risparmiare all’ex ministra Fornero nuove lacrime per i sacrifici da imporre ai cittadini e farle così tornare il sorriso.