La Campania e le tradizioni di Pasqua: la festa comincia a tavola

La Campania e le tradizioni di Pasqua: la festa comincia a tavola

Il sabato Santo, in fervida attesa, spirituale e mangereccia, del giorno di Pasqua, in tutte le case si compiono i preparativi di rito. Dopo la visita ai sepolcri del giovedì sera quando, dopo la messa delle 19, le chiese “legano” le campane, che verranno sciolte solo per annunciare la Resurrezione ed aver visitato, come vuole la consuetudine, un numero di chiese dispari (senza disdegnare un po’ di “struscio” ed una buona zuppa di cozze) e dopo aver assistito alla processione del venerdì Santo, il sabato si passa prevalentemente a casa, in cucina.

ANTIPASTO – A’ fellata: Affettato misto di salumi paesani tipici e formaggi, il tutto accompagnato da fette di casatiello, tortano o pizza chiena (in sostituzione del pane). Non possono mancare le uova, simbolo della rinascita. – Vino: Gragnano o Lettere

PRIMO – Minestra maritata: Carne e verdure si “maritano”, partecipando insieme alla minestra. Retaggio della dominazione spagnola, deriva dall’ “Olla podrida”, piatto antico della tradizione iberica, risalente al 1200. – Vino: Aglianico In alternativa, per i meno tradizionalisti – Sformato di tagliolini – Vino: Piedirosso

SECONDO – Agnello o capretto: Al forno, nelle versioni “cacio e uova” o con patate piselli e cipolle o alla brace – Vino: Taurasi

CONTORNO – Carciofi: Arrostiti, in pinzimonio o “à Jodio”

DOLCE – Pastiera – Vino: Passito di Falanghina