La nota di Giovanni Esposito responsabile regionale del Coordinamento Mid e Malattie Rare nel ringraziare per la proficua professionalità della pedagogista Michela Raffa

La nota di Giovanni Esposito responsabile regionale del Coordinamento Mid e Malattie Rare nel ringraziare per la proficua professionalità della pedagogista Michela Raffa

La Repubblica italiana sta vivendo, un momento storico senza precedenti: un’emergenza sanitaria, economica, sociale ed educativa causata dalla diffusione pandemica del COVID – 19.  I disabili, in questo tempo di crisi generalizzata, ha attraversato un momento di oblio: raramente si parla della loro vita e dei loro diritti, presi dalle preoccupazioni economiche e politiche, spesso ci dimentichiamo della presenza di persone che a causa dei loro deficit, hanno bisogno di aiuto e attenzioni specifiche idonee alla loro crescita umana. Ma i disabili esistono, vivono e meritano rispetto che deve trovare il suo compimento in un’attenzione somma alla persona nella sua interezza per una concreta integrazione del vivere nel mondo” –  afferma il responsabile regionale del Coordinamento Mid e Malattie Rare, Giovanni Esposito“la paura del diverso è sempre stata presente nella mente e nel cuore degli uomini, in ogni epoca, in ogni civiltà e società, il difforme suscita preoccupazione, inquietudine e scatena in coloro che si considerano invece uguali e normali una reazione di difesa. Il momento storico che stiamo vivendo legato al COVID – 19, traccia l’accettazione di una inedita sfida dei nostri tempi, leggendo l’attuale crisi come un problema di impegno e di responsabilità nella ricerca a costruire risposte per il futuro, a partire dalla riflessione sulle azioni da compiere per ri-progettare l’identità esistenziale di ciascuno di noi. Si tratterà di coltivare e sviluppare la vita della mente complessa attraverso la progettazione di percorsi atti a sviluppare una coscienza ecologica, antropologica ed emotiva per comprendere il concetto della cura e nel riconoscere l’unità nella diversità come valore e opportunità di crescita per combattere l’indifferenza sociale ed istituzionale. Un Paese può dirsi civile quando riconosce i diritti dei più indifesi e nell’offrire loro sostegno, protezione e opportunità, nel diffondere una comunità educande per favorire la crescita dell’individuo. – continua – con questo comunicato stampa voglio ringraziare la giovane esperta Pedagogista Michela Raffa, nella quale aderendo a un progetto nazionale ha messo a disposizione le proprie preziose competenze per una pedagogia dell’emergenza (supervisionata dal comitato Scientifico Apei) usufruendone in prima persona e costantemente di tale servizio gratuito. Attraverso un ascolto empatico si è presa in carico del mio sentire, con il fine di sapere gestire le mie emozione, durante  e dopo lockdoun.”

A tal proposito la Dr.ssa Michela Raffa ringrazia per la fiducia accordata dal Coordinatore Regionale Mid e il Presidente Nazionale Apei Alessandro Prisciandaro per il suo costante monitoraggio nell’attività posta in Essere.

“E’ in questa crisi dell’esistenza che emerge l’importanza del ruolo della pedagogia: aiutare le persone a prepararsi per poter navigare in un mare vasto, burrascoso ed ignoto, non solo acquisendo conoscenze disciplinari ma facendo proprio degli strumenti interpretativi e delle abilità trasversali che possano consentirgli di valorizzare le proprie potenzialità e trovare il proprio posto nel mondo. Sviluppare in ogni contesto sociale nel prepararsi a vivere le incertezze e le difficoltà insite nel destino umano. Il ruolo che la pedagogia e le scienze dell’educazione assume nella società odierna, si concretizza nel compito di accompagnare la persona ad affrontare e superare l’alienazione, la solitudine e l’incertezza, per costruire ambienti sociali e virtuali solidi ed inclusivi, in particolare per le persone che sperimentano un alto rischio di esclusione come le minoranze etniche, le persone in condizione di disagio socio-economico o in condizioni di disabilità permanente e/o temporanea. Per sanare e contrastare tali rischi, l’impegno deve essere quello di sapere rivoluzionare la nostra intelligenza emotiva attraverso una adeguata alfabetizzazione e nell’attivare azioni di supporto alla ri-progettazione dell’esistente. Dunque, le emozioni sono alla base della nostra relazione con il mondo, ci mettono in comunicazione con noi stessi e con gli altri. Esse influiscono sulle capacità cognitive e viceversa, determinati vissuti emotivi originano rappresentazioni cognitive e nei modi di modulare il nostro pensare. L’intelligenza emotiva consiste nell’equilibrio armonico tra ragione ed emozione, poiché ogni pensiero è emozionato e ogni emozione è intelligente; non bisogna mai (in qualsiasi frangente del vivere quotidiano) trarre nell’errore di Cartesio, vale a dire nella separazione tra mondo emozionale e ragione umana. La capacità di sapere esprimere e sentire le emozioni è indispensabile per attuare dei comportamenti razionali. Sviluppare una competenza emotiva, significa acquisire consapevolezza e responsabilità della propria vita emotiva, per riconoscere, valorizzare e guardare alle proprie emozioni senza sopprimerle.”