La Turchia ed i “Golpe”

La Turchia ed i “Golpe”

Lo scorso 15 Luglio, in Turchia, è stato messo in atto un colpo di stato militare, non andato a buon fine, volto a rovesciare il governo del presidente Recep Tayyip Erdoğan. La Turchia non è “nuova” a Golpe ma ne ha “ vissuti” già 3 in precedenza.

Il primissimo colpo di Stato Turco è avvenuto il 27 Maggio 1960, orchestrato dal colonnello Alparslan Türkeş contro il governo democraticamente eletto del primo ministro Adnan Menderes, fu messo in atto da un gruppo di 37 giovani ufficiali militari turchi che agirono al di fuori della catena di comando dello stato maggiore.

Le elezioni del 1950 furono vinte da Menderes, il quale ebbe una concezione più liberistica dei precedenti Primi ministri. Nonostante la crescita economica, in questo periodo aumentarono le tensioni sociali e le sue politiche economiche portarono il paese all’insolvenza a causa dell’enorme incremento delle importazioni, dei beni di lusso e della tecnologia. In seguito attuò una serie di censure ai danni della stampa e fece arrestare i giornalisti che non lo compiacevano, cercando di opprimere i partiti politici d’opposizione e di porre sotto controllo istituzioni, come le università, divenendo, così, sempre più impopolare fra gli intellettuali, gli studenti universitari e i militari, che temevano che gli ideali di Atatürk fossero in pericolo. In un periodo di agitazione socio-politica e di difficoltà economiche, Menderes aveva pianificato una visita a Mosca nella speranza di stabilire linee alternative di credito.

Alle ore 4:36 del mattino del 27 maggio 1960 il colonnello Alparslan Türkes annunciò  che le forze armate turche avevano preso il controllo dello Stato per prevenire una guerra civile. Il comando effettivo delle operazioni durante il colpo di stato venne esercitato dal generale di brigata Cemal Madanoğlu. Gli autori del colpo di stato nominarono il generale Cemal Gürsel “Comandante in capo dell’Esercito Turco”. Giunto ad Ankara, alle 11:30, il generale Cemal Gürsel incontrò gli ufficiali autori del golpe e alle 16:00 revocò il coprifuoco, tramite un discorso alla radio, generando manifestazioni di grande esultanza tra la popolazione di Ankara e Istanbul.  Il giorno dopo il colpo di stato, Cemal Gürsel è stato dichiarato Capo dello Stato e capo del governo e dal 30 maggio 1960 anche ministro della difesa, con poteri assoluti. Il 27 ottobre 1961 Gursel lasciò la carica di primo ministro a Fahrettin Özdilek e la carica di ministro della difesa a Hüseyin Ataman il 9 giugno 1960. Lo stesso giorno del suo insediamento ad Ankara, Gürsel liberò duecento studenti e nove giornalisti, precedentemente arrestati nei giorni precedenti il colpo di stato, autorizzò 14 giornalisti a poter nuovamente pubblicare, e convocò dieci professori di diritto delle università di Istanbul e Ankara, affiancati da Erdoğan Teziç, uno studente neolaureato, come loro assistente per redigere una nuova costituzione. Il generale Ragıp Gümüşpala, comandante della Terza Armata, venne nominato nuovo Capo di Stato Maggiore Generale, ma venne sostituito, dopo il suo ritiro, avvenuto due mesi dopo, dal generale Cevdet Sunay.

 La Turchia ed i “Golpe”Gli autori del colpo di stato costituirono una giunta militare denominata Comitato di unità nazionale (Millî Birlik Komitesi) che sosteneva, però, la creazione di uno Stato di diritto e la transizione più veloce possibile ad un governo democraticamente eletto. Dopo un fallito attentato a Cemal Gürsel il Millî Birlik Komitesi fu sciolto per breve tempo e il gruppo dei quattordici esiliato per due anni. Il numero dei componenti della giunta rimase così composto da 23 ufficiali. Dopo le elezioni del 15 ottobre 1961 e la riunione della Grande Assemblea Nazionale del 25 ottobre 1961, il Millî Birlik Komitesi venne sciolto.

In seguito al processo di Yassiada furono condannati a morte Menderes e Zorlu Polatkan insieme ad altri 31 imputati.

Il secondo golpe è avvenuto nel 1971 e viene ricordato come il “colpo di stato del memorandum”.

Nel gennaio 1971 il movimento islamista era diventato più aggressivo e il suo partito, aveva apertamente respinto Atatürk e il kemalismo, facendo infuriare le forze armate. Il governo, indebolito da defezioni, non era in grado di frenare la violenza o di approvare una legislazione seria di riforma sociale e finanziaria. Il 12 marzo di quell’anno Memduh Tağmaç, capo di stato maggiore generale, consegnò al primo ministro Süleyman Demirel un memorandum ( un ultimatum da parte delle forze armate turche) in cui si chiedeva “la formazione, nel contesto dei principi democratici, di un governo forte e credibile che neutralizzi la situazione anarchica in corso e che, ispirato dalle idee di Atatürk, implementi le leggi riformiste previsti dalla costituzione”, mettendo fine all’ anarchia, alle lotte fratricide e al disagio sociale ed economico”. Se le richieste non fossero state soddisfatte, l’esercito avrebbe “esercitato il suo dovere costituzionale” e preso il potere direttamente.

I comandanti militari che avevano preso il potere erano però riluttanti a esercitarlo direttamente e preferirono un governo “sopra le parti” per attuare le riforme. Così il 19 marzo scelsero il professor Nihat Erim. Il 27 aprile in 11 provincie venne emanata la legge marziale che venne, poi, “riconfermata” ogni due mesi. Nel 1973 l’Assemblea nazionale elesse presidente Fahri Korutürk, mentre nel gennaio 1974 il leader del Partito Popolare Repubblicano Bülent Ecevit divenne primo ministro in un governo di coalizione, con vice l’islamista moderato Necmettin Erbakan.

Il terzo colpo di stato avvenne nel 1980.

L’11 settembre 1979, il generale Kenan Evren, capo di stato maggiore delle Forza armate turche, ordinò al generale Haydar Saltık uno studio di fattibilità circa l’eventualità di realizzare un colpo di Stato “costituzionale” o di dare un serio ammonimento al governo. Il golpe fu attuato nel settembre del 1980;  il controllo del governo fu posto nelle mani del generale Kenan Evren e del suo Consiglio di Sicurezza Nazionale, che subito iniziarono a cercare di normalizzare il paese con la dissoluzione di tutti i partiti e alla promozione di nuovi attori politici senza collegamento con la politica pre-1980 e i vecchi partiti messi fuori legge. Fu elaborata, anche, una nuova Costituzione che dava più potere al Presidente rispetto all’Assemblea, fu abolito il Senato e il generale Kenan venne eletto Presidente per un mandato di sette anni.

Annarita Franzese