Legambiente al Comune di Saviano : timori per sperimentazione 5 G alla Traversa Sena.

Legambiente  al Comune di Saviano : timori per sperimentazione 5 G alla Traversa Sena.

Legambiente IRIDE scrive al Comune di Saviano ricordando che eventuali installazioni di impianti tecnologici 5 G sono attività di sperimentazione per le quali non può essere violato il principio di preventiva cautela per la tutela della salute e dell’ambiente. Raccogliendo  i timori dei residenti della Traversa Sena per la preannunziata installazione per la telefonia mobile, chiede tra l’altro  di “conoscere gli interventi previsti in ambito comunale in termini di strutture e aree interessate al 5 G; la consistenza  delle infrastrutture convenzionali per la telefonia mobile allo stato presenti  (ad es 2G, 3G, 4G) e quella delle eventuali infrastrutture deputate alla trasmissione elettrica in alta tensione cumulabili in termini di emissione”. Infine Legambiente IRIDE evidenzia che ad oggi non risultano note alla comunità scientifica univoche implicazioni per la mancanza di adeguati studi di riferimento.

L’Amministrazione Addeo, tramite l’Assessore all’Ecologia Luigi Cappella, aveva dato notizia di un incontro con il Gestore interessato, ma  ad oggi ignoti gli esiti.

Il Comune di Saviano non ha un regolamento per la individuazione di specifiche zone dove posizionare impianti radioelettrici come in tal senso riconosciuto, per contenere l’esposizione delle persone ai campi elettromagnetici, dalla  Corte Costituzionale con la  sentenza n 307/2003. Inoltre non è dotato del Piano Urbanistico Comunale, quest’ultimo a  16 anni dall’approvazione della Legge regionale n 16/2004 e 9 anni dal regolamento n 5/2011.  Negli ultimi  anni  sul territorio savianese, già  gravato  dall’attraversamento anche in prossimità di civili abitazioni degli elettrodotti ENEL, realizzati numerosi  impianti di telefonia mobile tanto più perché essi  non assimilati   alle normali  costruzioni edilizie e considerati opere di urbanizzazione primaria e di pubblica utilità dal Decreto Gasparri del 2002.