L’Hospice di Solofra riceve un prestigioso riconoscimento scientifico internazionale dall’Asco

L’Hospice di Solofra riceve un prestigioso riconoscimento scientifico internazionale dall’Asco

Cure Palliative, mai più ultimi: con lo slogan coniato dal presidente della Regione Campania, l’onorevole Vincenzo De Luca, la stessa Campania e il Pain Control Center Hospice di Solofra, la struttura sanitaria per le cure palliative e la terapia del dolore dell’Asl Avellino, diventano un punto di riferimento nel circuito internazionale della medicina palliativa. Dopo il primo riconoscimento ottenuto nel 2014 a Boston al congresso “Palliative Care in Oncology”, per il lavoro scientifico dal titolo: “Analgesic treatment and pain killer use in patients enrolled at Pain Control Center Hospice of Solofra (Italy)” (Trattamento analgesico e dolore – l’uso nei pazienti arruolati presso il Centro di Controllo del dolore Hospice di Solofra – Italia ), l’Asl Avellino, diretta dal commissario straordinario dottor Mario Nicola Vittorio Ferrante, riceve a San Francisco un ulteriore prestigioso riconoscimento di rilievo internazionale dall’Asco (American Society of Clinical Oncology) sul “Cancer Survivorship Symposium: Advancing Care and Research”, per il lavoro scientifico presentato dall’equipe multidisciplinare in cure palliative dell’Hospice di Solofra dal titolo: “Patient – Reported outcomes in patients enrolled at Pain Control Center Hospice of Solofra (Italy). A management model”. Il lavoro scientifico è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Journal Clinical Oncology.

Il Pain Control Center Hospice di Solofra è gestito mediante un sistema misto pubblico/privato utilizzando i fondi previsti dalla Legge n. 39/99. Sono state valutate le procedure di trattamento e il profilo clinico di 282 pazienti arruolati dal dicembre 2012 al maggio 2015. Si è proceduto ad analizzare: genere dei pazienti, tempo medio di ricovero, differenziazione tra pazienti oncologici e non oncologici, tipologie di tumori, presidi medico-sanitari, tipologie di accessi venosi, nutrizione parenterale, trasferimento in reparti di terapia intensiva, utilizzo di farmaci antidolorifici. Risultati: 282/164 pt erano maschi e 282/118 femmine, età media 72.04 anni (range 18-92 anni), tempo medio di ricovero 38 giorni; 205/282 pt (72.69%) presentavano patologie tumorali e 77/282 pt (27.31%) patologie non oncologiche. % dei tipi di tumore: polmone 20%, colon-retto 13.6 %, mammella 7.7%, ovaio 3.1%, vescica 4%, stomaco 6.8 %, prostata 4.5 %, epatocellulare e tratto biliare 7.7%, pancreas 2 %, testa e collo 8.6 %, rene 2.7%, altri tumori 19%. Un accesso venoso centrale era presente al ricovero in 77/282 pt (27.30%); un accesso venoso centrale è stato praticato durante il ricovero in 65/282 (29.44%). 131/282 pt hanno ricevuto alimentazione parenterale mentre 39/282 pt alimentazione enterale. 11/282 pt sono stati trasferiti in reparti di Terapia Intensiva e 189/273 pt (69.23%) sono deceduti in hospice. Terapia analgesica con oppiacei è stata somministrata in 216/282 pt (76.59%). Il trattamento più intensivo ha riguardato i pazienti con tracheostomie (4.96%) seguito da pazienti con uretero e colostomie (11.34%). Circa il 30% dei pazienti ha richiesto un accesso venoso centrale. Il presente studio evidenzia una sottovalutazione della nutrizione parenterale e del trattamento antidolorifico nei pazienti affetti da patologie croniche. I risultati ottenuti confermano l’opportunità di continuare l’esperienza di collaborazione tra pubblico e privato, per ottenere una maggiore efficacia delle cure e migliorare la gestione complessiva di pazienti così peculiari.

Gli esperti che hanno partecipato alla realizzazione dello studio scientifico sono i dottori Geppino Genua, Carmela Fasano, Luisa Monica Rizzo, Lucia Genua, Vincenzo Landolfi, Anna Maria Strollo, Elena De Vinco, Passerino Lino Fina, Sergio Canzanella, Mario Nicola Vittorio Ferrante, Giuseppe Servillo, con la collaborazione del Pain Control Center Hospice di Solofra, l’Uoc Anestesia, Rianimazione e Terapia Dolore Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli, l’Associazione House Hospital Onlus, l’Azienda Sanitaria Locale Avellino e l’Uoc Anestesia, Rianimazione e Terapia Antalgica Università di Napoli Federico II.