“Mal dell’esca e flavescenza dorata – Strategie di lotta ecocompatibili”. Tavolo tecnico a Forio di Ischia

“Mal dell’esca e flavescenza dorata   Strategie di lotta ecocompatibili”.  Tavolo tecnico a Forio di Ischia

“Mal dell’esca e flavescenza dorata   Strategie di lotta ecocompatibili”.  Tavolo tecnico a Forio di IschiaGiovedì scorso 18 gennaio, presso la sala comunale di Forio ad Ischia nella sala auditorium del Molo Borbonico, si è svolto un convegno dal tema “Mal dell’esca e flavescenza dorata – Strategie di lotta ecocompatibili”.

La rilevanza dell’evento è stata caratterizzata dal “padrone di casa” il sindaco di Forio Del Deo insieme al direttore generale dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania dott. Diasco.

L’incontro ha visto un parterre di alto livello scientifico, occasione unica per l’isola d’Ischia per un confronto fra l’eccellenza nella sperimentazione con l’Università di Agraria di Portici presente il fitopatologo Zoina. Per il centro di ricerca, CREA per la Patologia Vegetale c’era la ricercatrice Taglienti. Presenti inoltre per il Servizio fitosanitario centrale Campano il dott. Griffo ed il Servizio Territoriale Provinciale della Regione Campania coadiuvato dal dott. D’Agostino. Inoltre animatore dell’evento è stato il centro di ricerca dell’industria di prodotti fitosanitari in continua scoperta di nuove molecole a basso impatto ambientale quale l’ISAGRO, rappresentato dai dottori Aloi e Scommegna.

“Mal dell’esca e flavescenza dorata   Strategie di lotta ecocompatibili”.  Tavolo tecnico a Forio di IschiaDai lavori è emerso che l’isola è dall’VII secolo a. C. che ha evidenze accertate riguardo la vocazionalità viticola (con la “coppa di Nestore” ritrovata a Lacco Ameno negli anni ’50). Ischia da sempre si è caratterizzata come terra di flussi turistici e migratori, che hanno influito sulla presenza di un’ampia gamma di ecotipi viticoli, con la prevalenza dei cloni di “Biancolella” e “Forastera”. Da queste cultivar il CREA PAV ha accertato la coopresenza di un complesso di virus, quali: malformazioni fogliari e dei tralci con irregolare sviluppo del grappolo (GFLV e ArMV), accartocciamento fogliare (GLRaV-1, GLRaV-3), disaffinità di innesto (GLRaV-2), scalanatura del legno di Kober (GVA) e schiarimenti nelle nervature delle foglie giovani (GFkV).

Inoltre ai lavori congressuali è emerso che negli ultimi decenni il CNR-IPSP di Portici, insieme all’Università di Agraria ha accertato la presenza di un complesso di malattie fungine, che si presentano singolarmente o insieme, anche in punti diversi della stessa pianta quali delle tracheomicosi, il marciume del legno ed il complesso esca, che insieme si identificano come “mal dell’esca”. Tutte queste avversità fitopatologiche  portano a sospettare che il materiale di propagazione infetto o il contagio da ferite di taglio possono essere i responsabili.

Di certo l’isola si predispone, con la sua millenaria tradizione viticola, ad un concentrarsi di agenti infettivi intracellulari, acquisiti dalla pianta e perpetuati clonalmente.

Infine, gli esperti hanno evidenziato che un altro colpo, ad un compromesso quadro sanitario vulnerato della vite ischitana, c’è stato meno di otto anni fa ad Ischia, con l’accertamento della presenza della pericolosissima Flavescenza dorata, fitoplasma che al Nord Italia sta compromettendo molti vigneti.

In tale ambito il centro ricerche ISAGRO si è proposto come unica azienda in Italia ad avere un agrofarmaco biologico registrato contro il Mal dell’esca della vite a base del fungo Trichoderma. Così che il comune di Forio, ha colto l’occasione per acquistare il prodotto per le aziende viticole del proprio comprensorio.

Le conclusioni sono state dell’ISAGRO che ha annunciato la presenza di tre campi-prova sull’isola al fine di validare l’efficacia del prodotto biologico.

Il convegno ha suggellato un successo, dimostrando che, quando la ricerca coadiuvata dagli Enti preposti sul territorio e la presenza di imprese, che con opportune risposte alle criticità fitopatologiche, sono ben studiate  con un’ attenzione all’ecosostenibilità ambientale, possono ben affrontare e finalizzare dei risultati insperati.