NOLANO. Aiutiamo i nostri bambini: intervista al pediatra dott. Francesco Carlomagno

NOLANO. Aiutiamo i nostri bambini: intervista al pediatra dott. Francesco Carlomagno

In questo periodo difficile per tutti, una categoria in particolare sta soffrendo più di quanto riusciamo a capire e a quanto sembra, non interessa più di tanto alle istituzioni cercare di tutelare ed accompagnare il loro percorso in questo momento in cui tutto gli è stato negato. Parliamo dei bambini. Insieme a vari professionisti che si occupano dei nostri piccoli accantonati dai vari decreti, cercherò di dare un piccolo contributo affinché si possa pensare al loro benessere nel modo corretto. Oggi ho il piacere di fare alcune domande al Dott. Francesco Carlomagno Pediatra di Famiglia  Asl Napoli 3 Sud, Responsabile Settore Emergenze Urgenze Fimp Napoli, Consigliere Nazionale Società Italiana di Medicina Emergenza Urgenza Pediatrica (Simeup).
Si è sentito spesso dire dai virologi che i bambini hanno una capacità maggiore di entrare in contatto con il virus senza gravi sintomi. Concorda con questa teoria? E’ così. Sia la casistica internazionale che nazionale concordano con la paucisintomaticità o asintomaticità in età pediatrica. E per rimanere a livello della provincia di Napoli, della quale ho i dati,  45 positivi, di cui 39 in terapia ed osservazione domiciliare, ed i rimanenti tornati a casa dopo brevissimi periodi di ricovero prudenziale. Le ipotesi del fenomeno si concentrano sulla poca espressione dei recettori che accolgono il virus, sull’ effetto protettivo delle vaccinazioni in generale, ma in futuro probabilmente ne sapremo di più.
L’allarme lanciato in questi giorni riguardo ad un aumento esponenziale di casi di vasculite, sindrome infiammatoria rara o malattia di Kawasaki nei bambini, soprattutto sotto i cinque anni e potenzialmente legata al virus, la preoccupa? Il virus Covid-19 ha tra le sue caratteristiche la capacità di attaccare il sistema vascolare provocando un’ infiammazione ed una distruzione dei piccoli vasi ed in generale un danneggiamento del sistema circolatorio. E’ verosimile quindi che alcune malattie che attaccano lo stesso distretto possano essere favorite nell’ aumento percentuale, come anche le dermatiti per sofferenza, pare del distretto vascolare corrispondente. Bisognerà monitorare i sintomi di sospetto per tutte le patologie simili, non solo la Kawasaki.
A quanto pare, nella sola Lombardia, a gennaio si sono riscontrati 1300 casi di polmoniti infantili gravi e con sintomi atipici. Questo farebbe pensare che il virus sia partito dai bambini e non dal paziente1 di Codogno. Tra i suoi piccoli pazienti, le sono capitati casi simili che col senno del poi possano far nascere qualche sospetto?
In effetti, l’ inverno appena trascorso è stato particolarmente impegnativo per la popolazione pediatrica, si è riscontrato un’ aumento rispetto all’ anno precedente delle patologie polmonari in generale, ma anche una persistenza di mucositi delle alte vie respiratorie in numero maggiore rispetto ai corrispondenti periodi degli anni passati. Da qui a dire che possano essere stati casi di Covid-19 però ne manca la dimostrazione, inoltre se ci basiamo sui dati dei portatori sani attualmente indagati nella popolazione adulta, si rileva una percentuale bassissima, variabile dal 2 al 5%,  che ci porterebbe a pensare tra l’ altro ad una scarsa circolazione del virus in epoche precedenti all’ esplosione della pandemia.
 È rischioso portare avanti il piano vaccinale dei bambini in questo momento? Non è mai un errore vaccinare, e come detto in precedenza, si può ipotizzare che l’ alto livello anticorpale indotto dall’ esecuzione dei vaccini possa avere un potere protettivo nei confronti dell’ infezione da Covid-19. Ovviamente, servirebbero dati scientifici certi che non abbiamo. Inoltre abbassare le coperture vaccinali metterebbe a rischio la popolazione pediatrica su malattie importanti non più coperte da vaccino, perciò mai come ora è consigliabile proseguire nel programma vaccinale presso i Pediatri di famiglia e le Asl.
Con le scuole chiuse, oltre alle aree gioco e le ludoteche, ai bambini non rimane niente. È una categoria che non ha mai trovato spazio in alcun decreto, eppure sono quelli che soffrono di più. Come salvaguardare il loro benessere psicofisico in questo periodo. E’ certamente necessario iniziare a portare all’ aperto la popolazione pediatrica per prevenire non solo problemi psicologici, ma anche fisici. Per fare un esempio, i bambini, soprattutto nei primi anni di vita necessitano di luce e sole per sintetizzare in maniera autonoma parte della quota di vitamina D per la crescita ed il benessere delle ossa, del sistema immunitario ed ormonale. La socializzazione ed il gioco sono inoltre fondamentali per una crescita armonica del fisico e della psiche, inoltre la forzata permanenza in casa ha provocato un’ aumento degli incidenti domestici e delle intossicazioni ed avvelenamenti da prodotti per la cura della casa. Sono aumentati i casi di anoressia, bulimia e di disturbi neuropsichici, la vita all’ aria aperta diventa a questo punto terapeutica. Quindi uscire con prudenza, mantenendo se possibile un minimo di distanziamento sociale ancora, spero per un breve periodo, e se possibile utilizzando con bambini collaboranti mascherine di misura idonea e detergenti a base di ipoclorito di sodio.
Vista l’impossibilità da parte dei bambini di rispettare la distanza di sicurezza durante un gioco tra coetanei, o di stare attenti a non toccarsi bocca, naso ed occhi o ancora di indossare una mascherina mentre magari ci si rincorre,  pensa che per ridare loro una vita normale si debba aspettare il contagio zero? E fino ad allora, come proteggerli anche solo durante una piccola passeggiata nei pressi di casa? Direi che è fondamentale per il benessere del bambino uscire, come accennavo con qualche precauzione, mantenendo se possibile un minimo di distanziamento sociale, spero per un breve periodo, e se possibile utilizzando con bambini collaboranti mascherine di misura idonea e detergenti a base di ipoclorito di sodio. Non tutti saranno in grado di mantenere una mascherina, soprattutto sotto i 6 anni o se pazienti psico o neurolabili oppure asmatici gravi. Le attuali disposizioni riconoscono questi limiti e li prevedono nei vari DPCM. Ritengo però che presentando al bambino la mascherina come gioco, scegliendone una con colori o disegni dei loro personaggi preferiti, potrebbe addirittura favorirne l’ utilizzo. Inoltre sono di uso comune per la sanificazione delle mani i presidi a base di ipoclorito di sodio ben noti alle mamme. Infine è possibile sanificare con regolarità gli ambienti di gioco come i parchi giochi, sarà quindi fondamentale la collaborazione delle istituzioni comunali nell’ incrementale nella fase 2 la sanificazione. Diverso è il caso delle ludoteche dove bisognerà regolare il numero di ingressi per evitare affollamenti e quindi vigilare, ne saremo capaci? Una necessaria regolamentazione di ludoteche ed asili sarà opportuna.
Come ci si deve comportare se si lavora in ospedale e si hanno figli piccoli? Quali sono le precauzioni da prendere prima e dopo essere rientrati in casa? Gestione complicata sul piano emotivo ed organizzativo, molti medici ed infermieri hanno ottenuto, se appartenenti a reparti a rischio, (malattie infettive e terapia intensiva) la possibilità di risiedere in struttura alberghiera o bb per allontanarsi dalla famiglia. Ricordiamo in ogni caso che il problema “contagio” è più grave per la popolazione adulta. Precauzioni: cambio totale degli indumenti personali e detersione delle mani e delle zone esposte con sapone per almeno 40-60 secondi o con soluzioni alcoliche per 30-40 secondi, sanificazione delle scarpe con ipoclorito di sodio. Isolamento dai familiari in caso di contatto con positivo o sospetto positivo fino ad accertamento del caso con test specifico.
Quali sono le conseguenze più comuni di questa quarantena nei bambini, e quali invece quelle a cui fare molta attenzione e come si manifestano? Ho già citato i disturbi alimentari e neuropsichici, l’ aumento degli incidenti domestici, per i quali tutte le famiglie dovrebbero essere istruite alla prevenzione da parte dei Pediatri di famiglia, con i quali possono avere contatti continui, aggiungo i disturbi dell’ umore ed i tics. Inoltre il genitore deve intercettare ed attenzionare con il Pediatra di riferimento tutto ciò che è estraneo al carattere del figlio, compresi i cambi di abitudini ed eventuale insonnia, poiché non sempre il piccolo paziente esprime con parole il disagio accumulato. Segnalo infine un forte aumento dell’ uso di mezzi elettronici di intrattenimento, che sebbene utile al genitore per “tener buono” il figlio, se usato in eccesso crea danni neurologici e dipendenza.
Lei che ha origini calabresi, cosa pensa della scelta del presidente Santelli di riaprire le attività di bar e ristorazione all’aperto in contrapposizione col governo centrale? Ci si può affidare alla fiducia nel cittadino? Come lei sa, decisioni di questo tipo nascono anche da dinamiche politiche e da pressioni esterne non corroborate da dati scientifici, del resto sembra che la popolazione non abbia aderito in massa alla possibilità di approcciarsi ai locali. Sicuramente la Calabria è stata una delle regioni meno colpite allo stato attuale, e ciò ha evitato un tracollo sanitario, visto le scarse risorse in termini di malattie infettive e rianimazione della regione. Probabilmente il cittadino in questo caso fa più dello stato.

 Felice Sorrentino