Riaprono le Scuole, in Campania la campanella suonerà l’11 settembre

Riaprono le Scuole, in Campania la campanella suonerà l’11 settembre

Settembre, le scuole si sono già riaperte lunedì per le attività preliminari che impegnano i docenti nei Consigli d’Istituto e nei Collegi di classe per la definizione dei piani d’offerta formativa e le correlate iniziative di profilo curriculare ed extra-curriculare. Ma l’apertura ufficiale scatterà domani, giovedì. Per primi si apriranno i battenti delle scuole della provincia autonoma di Bolzano, l’unico contesto socio-territoriale, che, per quanto ristretto, non fa registrare il calo demografico che è ,invece, generale e diffuso nel Belpaese; una condizione di valenza esemplare in ambito sociale e di ethos pubblico, che corrisponde all’attuazione degli obiettivi dei Patti di natalità a sostegno delle famiglie, adottati da alcuni anni con lungimiranza e incisività dal ceto politico-amministrativo dell’area alto-atesina. Mercoledì, 11 sarà il turno delle scuole della Campania, Veneto, Umbria e Basilicata e così proseguendo nel giorni successivi. Ultime nell’apertura le scuole della Puglia, mercoledì, 18.

                    Importante e significativo, nel quadro delle risorse economiche stanziate dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca scientifica, è, però, il provvedimento della RegioneCampania che ha già attuato il relativo riparto tra i 550 Comuni della mappa territoriale, rendendo spendibili in tempo debito i fondi destinati alla fornitura dei libri sia agli alunni delle Scuole dell’obbligo sia agli alunni che frequentano gli Istituti statali d’istruzione superiore e che appartengono a famiglie che vivono la condizione del disagio economici, nel rispetto del diritto costituzionale e sociale allo studio. E va tenuto presente che in Campania una famiglia su quattro versa in stato di povertà relativa. Una realtà, che, concretamente, coinvolge il 32% dell’intera potenziale popolazione scolastica del territorio regionale; una realtà, che fa coniugare la durezza e la sofferenza della cosiddetta povertà relativa con le diseguaglianze educative, segnatamente nelle periferie urbane.

           In specifico, circa 15 milioni sono riservati agli alunni delle Scuole dell’obbligo e 5 milioni agli adolescenti delle Scuole superiori. Di un milione e 184 mila euro è il supplemento di dotazione economica riservato dal Ministero a copertura delle spese scolastiche sostenute, per le quali,però, non sono disponibili contributi o sostegni di natura pubblica.

           Povertà relativa delle famiglie, disuguaglianze educative e dispersione scolastica, disoccupazione giovanile attestata sul 20% costituiscono un tutt’uno, a cui la politica non guarda da anni; un tutt’uno che si accentua e aggrava a fronte delle problematiche del calo demografico, che nel Sud in particolare – e con proiezione verso il 2028- sarà ancora più penalizzante, con gravi scompensi sociali e il pesante ridimensionamento della rete scolastica, servizio di primaria rilevanza, per promuovere e assicurare l’esercizio del diritto costituzionale allo studio per le articolazioni dell’obbligo scolastico, correlato con il dovere sociale della formazione e dello studio.