SAN PAOLO BEL SITO (NA). Incontro tecnico-scientifico su “Esperienze a confronto sulle cimici dei noccioleti”

SAN PAOLO BEL SITO (NA). Incontro tecnico scientifico su Esperienze a confronto sulle cimici dei noccioleti

SAN PAOLO BEL SITO (NA). Incontro tecnico scientifico su Esperienze a confronto sulle cimici dei noccioletiIl 30 maggio scorso presso la sala consiliare di San Paolo Bel Sito (Napoli) sono accorsi diverse decine di corilicoltori, tecnici, amministratori locali ed operatori della filiera assistendo ad un convegno sulle cimici del nocciolo.

L’incontro, organizzato dal comune nell’area nolana ha avuto la collaborazione della Regione Campania con il Servizio Provinciale di Napoli ed alla Cooperativa “Il Guscio” che è tra le più rappresentative dell’area nolana.

San Paolo Bel Sito è un comune a cavallo tra la provincia di Napoli ed Avellino dove si concentra il 70 % dell’intera produzione campana, pari alla metà delle nocciole italiane.

L’apertura dei lavori è stata condotta dal “padrone di casa” il sindaco Cafarelli che ha recepito l’importanza dell’aggiornamento di un comparto primario che dà reddito a più della metà dei residenti evitando la fuga in altri settori che non hanno una visione futuristica ed ambientale come la corilicoltura.

La parola è passata al direttore della cooperativa “Il Guscio”, Sabato Castaldo che ha recepito che il futuro è nei giovani, avvalendosi dei finanziamenti europei, con il PSR Campania, nella misura del primo insediamento dei giovani in agricoltura.

A dimostrazione della applicazione di tale misura è stato proprio la cospicua presenza dei partecipanti all’incontro tecnico con meno di quarant’anni.

Il moderatore dell’incontro, il funzionario regionale del STP di Napoli Giorgio D’Agostino ha illustrato il ruolo dei servizi di sviluppo agricolo campani punto di equilibrio tra un l’agricoltura “smart”, brillante, sveglia e sostenibile che ben si coniuga con il peso burocratico, per quella moltitudine di adempimenti che il mondo agricolo deve affrontare con non poche difficoltà. Inoltre ha dimostrato, numeri alla mano che la percentuale di “cimiciato”, va tra il 4 e il 9%. Questa incidenza obbliga a far si che la ricerca e i servizi di sviluppo regionali ad impegnarsi a trovare sempre nuove strade per limitare il fenomeno parassitario sul nocciolo campano.

Cattedratico scientifico della materia è intervenuto il prof. Garonna, entomologo dell’Università di Portici. Egli dopo aver illustrato i tre principali agenti imputati del cimiciato, quali Nezara viridula, Palomena prasina e Gonocerus acuteangulatus è passato alle esperienze maturate sul campo nel 2018 tra la Teano (Ce) e Nola (Na).

Ebbene dalle trappole ad attrattivo e dal “frappage” è stato riscontrata che la presenza nel Teanese più alta è stata sia del Gonocero che del Piezodorus, ma nell’incredulità della platea la più massiccia percentuale (44%) è stata registrata dalla cimice asiatica! Invece nel nolano, alla conta delle cimici nei due campi-prova la percentuale più alta è stata principalmente del Piezodorus, distaccato di molto dal Gonocero e dalla Nezara, ma con la totale assenza della cimice asiatica. Infine il convegno si è concluso con la relazione di Massimo Bariselli, fitopatologo del Servizio Fitosanitario dell’Emilia Romagna che ha portato la sua esperienza in merito ai danni che possono causare le eventuali invasioni della cimice asiatica (Halyomorpha halys). L’intervento è stato tutto incentrato sui danni causati da questo emittero alieno in Pianura Padana. Esso colpisce tutti i fruttiferi con danni che vanno dal 6% su pero al 10% sul melo e oltre la dozzina su drupacee, il kiwi si salva solo con la protezione delle reti. Difficile da scoprire in campo aperto perché trascorre l’inverno presso gli insediamenti abitativi, riproducendosi sulle bordure come il nocciolo. La novità è che si sono abbandonate le trappole, perché comportano un richiamo eccessivo di popolazioni e gran parte poi trasmigra sulla frutta limitrofa con notevoli danni.

Le conclusioni sono state affidate al moderatore che ha elogiato la qualità degli interventi dei relatori e a perseguire nel tracciato segnato dalla ricerca alla lotta a queste cimici perché la strada intrapresa è quella giusta nel controllo con più mezzi nel rispetto dell’ambiente.