SANT’Oggi. Domenica 31 luglio la chiesa celebra sant’Ignazio di Loyola e beato Giovanni Colombini

SANTOggi. Domenica 31 luglio la chiesa celebra   santIgnazio di Loyola e beato Giovanni Colombini

SANTOggi. Domenica 31 luglio la chiesa celebra   santIgnazio di Loyola e beato Giovanni Colombinia cura di don Riccardo Pecchia

Oggi 31 luglio è sant’Ignazio di Loyola, Íñigo López, questo il suo nome di battesimo, nacque a Loyola intorno al 1491, era il minore della numerosa famiglia, ben tredici figli, di don Beltrán Yáñez de Oñaz y Loyola e donna Marina Sáenz. Dopo una buona educazione alla corte di re Ferdinando V di Castiglia, abbracciò la vita militare, era assai vanitoso e sperava di ottenere col servizio militare, fama e onori. Mentre difendeva valorosamente la cittadella di Pamplona contro i Francesi fu gravemente ferito: una palla di cannone gli aveva attraversato una gamba. Durante la lunga convalescenza prese a leggere, in mancanza dei richiesti e non trovati romanzi di cavalleria, la Vita di Cristo di Ludolfo di Sassonia e la Leggenda Aurea di Iacopo daSANTOggi. Domenica 31 luglio la chiesa celebra   santIgnazio di Loyola e beato Giovanni Colombini Varazze: si compì allora in lui la conversione che lo mutava in ardente cavaliere di Cristo. Una volta guarito volle ritirarsi in solitudine sulla montagna di Montserrat e in una grotta presso Manresa: qui, per quasi un anno attese alla meditazione, componendo le parti più significative dei suoi Esercizi spirituali. Rendendosi conto che le sue conoscenze linguistiche e scientifiche erano scarse, Ignazio tornò sui banchi di scuola, tra i bambini, e imparò il latino, poi si iscrisse all’università di Parigi, dove conseguì il baccalaureato. Qui con sei compagni fece voto di castità, di povertà e di pellegrinaggio a Gerusalemme; fece voto, qualora il viaggio non fosse possibile, di presentarsi al papa con i compagni perché li adoperasse come e dove volesse. A Venezia fu ordinato sacerdote e con Pietro Fabro, Francesco Saverio, Giacomo Lainez, Alfonso Salmeron, Nicola Bobedilla e Simone Rodrigues si recò a Roma dal pontefice disponendo di formare una vera e propria congregazione religiosa; nacque così la Compagnia di Gesù (Societas Jesu), approvata da Paolo III. Ignazio fu unanimemente eletto preposito generale del nuovo istituto, compito che effettuò per quindici anni; rimasto a Roma per volere del papa, coordinava l’attività dell’Ordine, nonostante soffrisse dolori lancinanti allo stomaco, dovuti ad una calcolosi biliare e a una cirrosi epatica mal curate, limitava a quattro ore il sonno per adempiere a tutti i suoi impegni e per dedicarsi alla preghiera e alla celebrazione della Messa. Il male fu progressivo limitandolo man mano nelle attività, finché il 31 luglio 1556, il soldato di Cristo, morì in una modestissima camera della Casa situata vicina alla Cappella di Santa Maria della Strada a Roma.

SANTOggi. Domenica 31 luglio la chiesa celebra   santIgnazio di Loyola e beato Giovanni Colombini31 luglio: beato Giovanni Colombini, nacque a Siena nel 1304 da Pietro e da Agnolina. La famiglia, di origine nobile, aveva assunto il cognome Colombini agli inizi del secolo XIII in sostituzione di quello originario, Strozza-vacchae, da giovane si iscrisse alla corporazione della lana e si dedicò, seguendo una lunga tradizione familiare, al commercio. Grazie al suo spirito d’iniziativa creò una vasta e solida rete di rapporti per la vendita di panni di lana, che contava molti corrispondenti nelle città vicine, i frequenti viaggi di lavoro arricchirono sia il patrimonio sia il suo bagaglio di esperienza e di cultura e fecero di lui un uomo stimato e dalla solida posizione sociale. Si sposò con Biagia Cerretani, dalla quale avrà due figli, si dedicò anche alla vita pubblica, diventando membro del Consiglio del popolo e ripetutamente priore della città; convertitosi insieme alla moglie dopo la lettura della Vita di santa Maria Egiziaca scritta da Jacopo da Varazze, Colombini assieme ai suoi seguaci e a sua moglie iniziò a percorrere i villaggi predicando una spiritualità semplice e dedicandosi particolarmente all’assistenza degli infermi; non indossavano un abito religioso né vivevano in case comuni e, sull’esempio di san Francesco d’Assisi, non accedevano al sacerdozio. A causa del loro uso di ripetere frequentemente il nome di Gesù, il popolo iniziò a chiamarli Gesuati. Temendo che alla sua morte la fraternità potesse disperdersi Colombini si recò da papa Urbano V per chiedergli l’approvazione del suo ordine: il pontefice acconsentì, ma impose ai religiosi di vestire un saio bianco e la vita comune in conventi. Subito dopo, anche una nipote di Giovanni, Caterina Colombini anch’essa divenuta beata, costituì l’Ordine delle monache Gesuate. La congregazione dei Gesuati venne soppressa da papa Clemente IX nel 1668. I Gesuati venivano chiamati Padri dell’acquavite, perché negli ospedali, distillavano il vino e la somministravano ai malati per farli sopportare il dolore; si spense ad Acquapendente, il 31 luglio 1367.