SERINO. Gli alunni dell’Istituto serinese al Teatro San Carlo per assistere alla Turandot di Giacomo Puccini.

SERINO. Gli alunni dell’Istituto serinese al Teatro San Carlo per assistere alla Turandot di Giacomo Puccini.

Soddisfatta la Dirigente Scolastica Antonella De Donno dell’I.C. di Serino quando afferma che è possibile imparare a cantare e ad amare l’opera lirica a scuola, i docenti e gli alunni dell’Istituto che gestisce, il 20 marzo p.v. potranno scoprire e vivere da protagonisti il fascino del melodramma al Teatro San Carlo con la Turandot di Giacomo Puccini.

L’articolato percorso intrapreso durante l’anno scolastico in corso, ha appassionato i partecipanti grazie alla creazione di un originale metodo didattico fondato su momenti ludici e capace di introdurre gli alunni al mondo della lirica attraverso lo studio del canto e il gioco.

Portata a compimento la preparazione musicale, docenti, alunni e familiari dell’Istituto Comprensivo di Serino potranno finalmente vivere lo spettacolo finale come il momento più atteso ed emozionante di un lungo percorso didattico. Un’esperienza unica in cui gli alunni sono coinvolti nella messinscena di TURANDOT, interpretando coralmente i brani della celebre opera pucciniana accompagnati da cantanti professionisti e dall’Orchestra, eseguendo alcuni movimenti scenici anche sul palcoscenico, indossando i costumi da loro stessi realizzati, tutti guidati dal Direttore d’orchestra nella splendida e prestigiosa cornice del Teatro San Carlo di Napoli!

Per la Dirigente dell’Istituto Antonella De Donno, contribuire alla diffusione della cultura musicale tra le nuove generazioni è dunque uno degli obiettivi prioritari dell’offerta formativa della scuola che con le sue iniziative si propone di avvicinare gli alunni anche alla magia dell’opera e del teatro in tutte le sue forme.

L’educazione musicale non è secondaria, anzi, assume un valore aggiunto. Fare musica a scuola, con la voce, con gli strumenti, con i mezzi a disposizione, permette agli alunni di esplorare, scoprire e affinare la propria affettività, consentendo loro di diventare in futuro persone e cittadini migliori.